LA BUSSOLA DELLE NUOVE FONTI DI ENERGIA

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presidente di Energy Intelligence Srl, San Giovanni in Persiceto (BO)

Il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, che è anche vice presidente di Confindustria Energia, ha chiesto al governo e alle Regioni di autorizzare entro giugno di quest’anno 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, invitandoli ad attuare un’azione straordinaria di semplificazione degli iter autorizzativi…

Pochi sanno che esistono già domande di connessione alla rete per grandi impianti sia eolici sia fotovoltaici per 170 GW, la cui installazione corrisponderebbe al completamento del programma di decarbonizzazione nel nostro paese. Il presidente di Elettricità Futura sta martellando molto su questo tema perché basterebbe installarne un terzo per liberarci dalla dipendenza dalla Russia.

La vostra mission è quella di supportare imprese e istituzioni nel percorso di innovazione e sostenibilità, attraverso interventi di efficienza energetica e l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili. In questo periodo state constatando un aumento della domanda di impianti fotovoltaici?

In Italia oggi abbiamo oltre un milione di impianti che utilizzano il sole e il vento e che immettono energia nella rete elettrica, ma le nostre potenzialità sono enormi, se consideriamo che siamo il paese più a sud d’Europa, quindi godiamo di un ottimo irraggiamento solare, e il Nord Italia ha una grande risorsa, i tetti degli stabilimenti industriali, che in Emilia Romagna raggiungono la massima concentrazione. L’hanno capito gli imprenditori che in questo periodo, a causa degli aumenti esorbitanti dei costi dell’energia, si stanno affrettando a chiederci di avviare assessment energetici in modo da accelerare il percorso di efficientamento energetico e di autoproduzione da fonte solare anche con nuove soluzioni come quelle delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).

Che cos’è una comunità energetica?

È un nuovo strumento messo a punto dalla Commissione europea nel 2019, di cui si parla anche nel Clean Energy Package, il quale promuove il ruolo attivo e responsabile dei cittadini nell’ambito della transizione energetica. Il decreto legislativo di conferma definitiva è uscito a dicembre del 2021 e stiamo aspettando a breve i decreti attuativi per i dettagli operativi, ma ormai questo strumento è disponibile e risponde a diverse necessità, perché la volontà a livello europeo è quella di accelerare la transizione, massimizzando l’autoconsumo. Le comunità energetiche si possono costituire all’interno di un perimetro individuato dall’appartenenza di tutti i membri alla stessa cabina primaria, anche a distanza di qualche chilometro uno dall’altro. Obiettivo della comunità energetica è condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili massimizzando l’utilizzo delle superfici dei tetti e, così facendo, gode di un incentivo legato alla quantità di energia condivisa (prodotta e autoconsumata nello stesso momento). Della comunità possono fare parte membri che producono energia disponendo di impianti fotovoltaici e altri che sono solo consumatori. I membri possono essere cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, queste ultime anche in una logica di pianificazione e valorizzazione territoriale. In questo modo non è più un singolo edificio che può muoversi verso l’autosufficienza energetica, ma una comunità sempre più vasta.

I membri di una comunità energetica scambiano l’energia in forma virtuale, attraverso il gestore della rete, e non necessitano quindi di connessioni dirette, restando ogni membro libero di continuare a scegliere il proprio fornitore di energia. È uno strumento molto flessibile che darà spazio a creatività progettuale e a configurazioni molto diverse tra loro.

Noi da tempo abbiamo iniziato a occuparci di questo nuovo strumento e abbiamo già realizzato una piattaforma tecnologica per la gestione delle comunità energetiche che serve a tenere sotto controllo l’andamento dei flussi energetici e a capire il contribuo di ciascuno dei membri rispetto al funzionamento della comunità nel suo complesso.

La generazione di energia da fonti rinnovabili comporta una trasformazione che non è soltanto tecnologica…

La spinta verso le rinnovabili ha avuto come principale motivazione la riduzione dell’inquinamento e la conservazione delle risorse naturali, ma porta con sé un altro grande valore, fino ad oggi molto sottostimato, ovvero la sua equa distribuzione sulla superficie del pianeta: ciascun Paese ha il proprio sole, il proprio vento, la propria acqua, quindi, quando le fonti rinnovabili saranno preponderanti, si ridurranno dipendenza energetica e conflitti conseguenti. Mai come oggi sentiamo tutti il valore dell’autosufficienza energetica.

L’Italia attualmente ha quasi il 40% di energia elettrica prodotta da rinnovabili, mentre per il resto si affida principalmente al gas – non dimentichiamo che si tratta comunque della fonte fossile meno inquinante – che importiamo in gran parte dalla Russia. Oggi è diventato prioritario ridurre questa dipendenza e nel breve la possibilità è quella di andare alla ricerca di fornitori alternativi, strada che si sta percorrendo in queste settimane. Se avessimo qualche rigassificatore in più, potremmo essere più liberi perché potremmo aumentare la quota di gas liquefatto e trasportato via nave. Tuttavia, nel giro di qualche mese, è pensabile diminuire sensibilmente la dipendenza dalla Russia. Ma la vera soluzione, per i motivi cui si è accennato, è l’incremento rapido degli impianti da fonti rinnovabili.