L’IMPRESA, LA FAMIGLIA, LA VITA
Non è facile “dare testimonianza della nostra esperienza tra impresa e famiglia”, ma sulle cose “facili” torneremo più avanti. Impresa e famiglia sono “sangue”, che non significa lacrime e stridore di denti, significa “vita”, che non ammette sconti. Certamente l’impegno è totalizzante e comporta l’investimento assoluto, ma d’altronde così si procede: vivendo. L’avvicinamento all’impresa è stato come un amore da romanzi rosa: tutto incomincia con l’odio. Nostro padre e nostra madre investivano tutte le proprie energie in azienda, al punto che una tarda sera, a quattordici anni, dissi a mio padre: “Piuttosto che dedicare una vita a fare l’imprenditore, faccio il contadino!”. Un’idea interessante. Invece mi sono iscritto a giurisprudenza, la facoltà universitaria che meno avesse a che fare con TEC Eurolab. Anche qui poi mi trovai a fuggire, inseguendo un’idea di indipendenza: non volevo arrivare ai trent’anni – considerando anni di corso, praticantato ed esame di stato – senza poter provvedere alle minime spese personali.
Da impresa e famiglia sono fuggito con determinazione perché sono sangue, che è vita, e quindi fanno paura. Ma la fuga è sintomo di attrazione per ciò da cui si sta scappando: all’età di 23 anni ho seguito la passione per la cucina. Partendo da lavapiatti, dopo tre anni di grande impegno e sacrifici, mi è stato proposto un ruolo come responsabile di una tavola calda. Un sogno che ho rifiutato per andare a lavorare in TEC Eurolab.
In quel periodo, infatti, arrivò in azienda una commessa particolarmente rilevante e sentii mio padre e mio fratello parlarne con grande preoccupazione. Mi venne spontaneo dire: “Papà, TEC Eurolab mi ha dato da mangiare fino a questo momento, se c’è un problema e avete bisogno, io ci sono”. Da quel momento è incominciata un’avventura straordinaria, insieme a un grande amore, non per il prodotto, ma per le persone che contribuiscono alla riuscita, collaborando nelle complessità di ogni giorno.
Ecco quindi impresa e famiglia. L’azienda che ci aveva separati era diventata un nuovo dispositivo di condivisione. Da quel momento è cominciata un’avventura straordinaria.
Un ringraziamento va all’ingegner Giacomo De Candia, il quale, quando gli confessai sospirando: “Certo che è proprio difficile, qui ogni giorno è una battaglia!”, ebbe la prontezza di spirito di rispondermi: “Eh, Moscatti, ma a noi non piace poi mica fare le cose facili, vero?”. E un ringraziamento speciale è per ciascuno di voi: perché fate le cose che non sono facili.