LARGO AI GIOVANI NEL FUTURO DEL LAMBRUSCO
Il Consorzio Tutela Lambrusco, nato in gennaio 2021 dall’unione dei tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano (“Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e “Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C.”), rappresenta 73 soci ubicati nella provincia di Modena e Reggio Emilia, con una produzione annua di oltre 42 milioni di bottiglie. Quanto gioverà questa unione all’espansione futura di uno dei vini più esportati al mondo come il Lambrusco?
Il futuro del Lambrusco è sempre stato al centro della nostra attenzione e questo è chiaro se pensiamo al marchio che abbiamo scelto per il nuovo consorzio e al modo in cui lo abbiamo individuato: abbiamo chiesto a “I Giovani del Lambrusco” – un comitato di 40 ragazzi e ragazze, che rappresentano la seconda o terza generazione di nostri consorziati – come vedono il Lambrusco nei prossimi trent’anni. Tra le proposte che ci hanno presentato, la scelta definitiva è caduta su una L stilizzata: vogliamo che la brand identity riesca a trasmettere alcuni elementi essenziali dei nostri territori e dei nostri vini, dalle tonalità di colore che il Lambrusco assume a seconda delle tante anime di quest’uva, che virano dal rosa chiaro, al rubino fino al porpora, a quelle che richiamano i caratteristici piccoli frutti rossi, il cui aroma è uno dei fattori più identificativi delle nostre bollicine.
Tra i progetti del Consorzio c’è quello di ampliare la sua presenza in nuovi mercati. Oltre all’Italia, la Germania e gli Stati Uniti rappresentano i mercati dai volumi più importanti. Tra quelli emergenti abbiamo Asia, Cina, Giappone e Sud America, con il Messico e il Brasile. Il Lambrusco continua a trovare nuovi appassionati, sia attraverso le versioni classiche sia in quelle più innovative, per questo è importante proseguirne la promozione informando il consumatore intorno alle sue particolarità. In questo programma, vogliamo rendere “I Giovani del Lambrusco” ambasciatori dell’economia locale, attraverso un progetto che prevede una serie di degustazioni digitali tra Giappone e Stati Uniti.
Qual è stato l’impatto della pandemia sulla vendita di Lambrusco in questi due anni?
Siamo entrati in pandemia a inizio 2020, quando eravamo ancora tre consorzi distinti, e abbiamo assistito a due diversi andamenti commerciali: le aziende che erano già orientate alla GDO (grande distribuzione organizzata) hanno avuto performance addirittura superiori, perché è aumentato il consumo di vino domestico, mentre le piccole aziende che servivano principalmente la ristorazione sono entrate in crisi. Per questo, le abbiamo supportate, organizzando come Consorzio degustazioni online con giornalisti del settore al fine di promuovere ancora di più questi prodotti.
Nel 2021 siamo rientrati più o meno nella normalità, anche se in modo altalenante: la vendemmia non è stata abbondante, ma di ottima qualità. Complessivamente i volumi di vendita sono stati importanti e il Lambrusco continua a essere un prodotto con ottime performance sui mercati esteri, con una quota di export che supera il 60%. Certo i problemi per i nostri soci non mancano, in primis l’aumento notevole dei costi di trasporto oltreoceano e l’impennata dei prezzi delle materie prime e dell’energia cui stiamo assistendo in queste settimane.
Tuttavia siamo in una fase in cui l’economia è ripartita e speriamo di poter ritornare in presenza nelle importanti manifestazioni per il nostro settore, quali il Prowein di Düsseldorf previsto a fine marzo, situazione dei contagi permettendo, e a seguire il Vinitaly a Verona. Da alcuni anni organizziamo inoltre con il Gambero Rosso degustazioni che prevedono per il nostro Lambrusco non solo abbinamenti culinari tradizionali ma anche sperimentazioni di nuovi e innovativi accompagnamenti. La varietà di vitigni di Lambrusco consente di veicolare esperienze completamente differenti: può sposarsi con antipasti, primi piatti e secondi di pesce – nelle versioni rosate –, accompagnarsi a un tonno alla piastra o in tartare – nelle versioni rosso rubino tenue –, o accordarsi perfettamente con una cucina tendenzialmente piccante come quella messicana o ancora con il barbecue, nelle versioni con un tannino più marcato.
Quindi, un Lambrusco sempre più internazionale, che si avvicina alle culture culinarie di altri paesi…
Certo, in questa direzione va anche il Lambrusco Day, un evento che abbiamo inaugurato il 21 giugno dello scorso anno insieme a gruppi di italiani all’estero: abbiamo brindato virtualmente a distanza con oltre 40 comunità di italiani nel mondo e abbiamo deciso di mantenere per il futuro questo appuntamento ciascun anno alla stessa data.