PER UN NUOVO RIFORMISMO A BOLOGNA E IN EUROPA
L’Associazione BolognaEuropa è sorta per rilanciare un progetto culturale e politico di carattere riformistico per la città. Qual è la novità?
La novità sta nella volontà di recuperare le radici tradizionali del riformismo, in particolare quello socialista, coniugandole con una lettura moderna delle problematiche sociali. Il riformismo socialista, che è stato un elemento decisivo della cultura dei sistemi politici dell’Europa occidentale, è oggi alcune volte in crisi o in ritardo rispetto ai cambiamenti, come in Francia, altre volte ha prodotto grandi innovazioni, come nella Gran Bretagna di Blair. Si tratta quindi di guardare, da una parte, alle radici del riformismo e ai legami con il resto dell’Europa e, dall’altra, alle sue capacità innovative. La cultura politica della sinistra negli anni settanta – in un quadro di forte espansione economica, di tutela massima dei diritti e di forte peso delle garanzie sindacali – si esprimeva attraverso slogan che erano comprensibili in quell’epoca. Oggi, in una fase di crisi o di difficoltà dello stato sociale, con il rischio di una riduzione dei diritti, soprattutto nel campo del lavoro, e di fronte alle grandi trasformazioni tecnologiche, alla globalizzazione e all’esplosione del fenomeno migratorio, la sinistra deve assolutamente modificare in chiave più moderna il proprio approccio ai problemi, pur rimanendo ancorata alla sua missione di tutela della libertà e di affermazione di una piena giustizia sociale.
Per questa ragione, con BolognaEuropa abbiamo sviluppato due filoni di attività. Il primo riguarda la modernità, in particolare per declinare in chiave innovativa e di sinistra temi caldi come la sicurezza, per sviluppare politiche di coesione sociale e per proporre un’idea di laicità, intesa non come anticattolicità, ma come sforzo per costruire uno stato che renda possibile la convivenza delle differenti culture religiose presenti nel nostro paese. L’altro filone si concentra sulla conoscenza di ciò che sta accadendo nei movimenti socialisti e riformisti dei grandi paesi europei. In merito al secondo filone, abbiamo organizzato cicli di conferenze, con ospiti provenienti da vari paesi, studiosi, giornalisti ed esperti dei sistemi politici e della situazione dei partiti socialisti di Spagna, Regno Unito, Germania e Francia. Tra le conferenze più interessanti ricordiamo quella sul Labour Party di Tony Blair, quella su Josè Zapatero, una sul socialismo in Germania e una durante la campagna elettorale di Ségolène Royal in Francia.
Sulla base della vostra posizione riformista, che cosa occorre per l’avvenire di Bologna?
Bologna ha bisogno innanzitutto d’innovazione, di infrastrutture e di sviluppo dell’economia locale. Per questo, alle prossime elezioni, sosterremo come sindaco l’economista Flavio Delbono, che potrà gestire al meglio il bilancio comunale, che dovrà fare nei prossimi anni più cose con meno risorse. Le maggiori problematiche dei nostri comuni ruoteranno proprio intorno alla gestione del bilancio, perché la crisi economica riduce la contribuzione fiscale e le scelte dell’attuale governo – come quelle sull’ICI, per esempio – riducono ulteriormente le risorse destinate agli enti locali. Delbono ha anche quella capacità d’innovazione, di cui la città ha bisogno, di coniugare competenza, buon senso e un approccio innovativo ai problemi. È già stato assessore al Comune e, in qualità di attuale vicepresidente della Regione, ha coordinato azioni importanti, come la destinazione del fondo della non autosufficienza, sul quale la Regione Emilia Romagna – anche con il contributo decisivo di Delbono – ha concentrato tante risorse quante il governo ne ha concentrate su tutte le regioni italiane.
Che cosa consigliate alla futura amministrazione sul tema del sociale?
Sicuramente sarà importante intervenire sulle politiche di coesione sociale e in particolare adoperarsi per un rapporto tra le generazioni e tra le differenti culture, attraverso interventi educativi, informativi e, in qualche caso, anche repressivi per combattere il degrado e riaffermare il senso civico tradizionale dei bolognesi. Accanto all’affermazione del tema centrale della legalità – merito dell’attuale sindaco – si devono sviluppare una serie di azioni che devono convergere nell’obiettivo di rendere la città più coesa, le generazioni più vicine e meno in contrasto tra loro, con minore paura verso le diversità, in particolare quelle di natura etnica o religiosa.
Quindi BolognaEuropa costituisce una finestra sui vari partiti europei, creando uno scambio internazionale nella formazione politica, e valorizza l’incontro tra varie etnie e culture…
In una città come Bologna, in cui un bolognese su dieci proviene da altri paesi e la popolazione anziana è vasta e importante, credo che sia doveroso fare qualcosa per capirsi e per condividere stili di vita e comportamenti sociali. Solo così si può evitare che prevalgano sentimenti xenofobi e intolleranti, in particolare da parte di chi si sente più insicuro, come le donne e gli anziani. Per queste ragioni, occorre una strategia di ampio respiro, all’interno della quale si sviluppino una molteplicità di azioni coerenti, da quelle banalmente repressive a quelle d’informazione e di persuasione sociale, comprese grandi “campagne” per riaffermare le regole di base della convivenza civile, di cui Bologna è stata sempre un esempio.