DAI CARRELLI ELEVATORI ALLE BATTERIE: 30 ANNI DI GREEN MOBILITY
La società che lei ha fondato nel 1991 con sua moglie, Eleonora Paglia, la GICAR Srl, in trent’anni è divenuta un ri[ferimento su scala nazionale non soltanto per il servizio di vendita e riparazione di carrelli elevatori nelle industrie manifatturiere, ma anche per la capacità di ampliare man mano la propria offerta a supporto della logistica e della mobilità, anche in ambito privato…
Infatti, in seguito alla crisi del 2009, abbiamo iniziato un processo di crescita e di diversificazione, che ha portato la nostra azienda a investire anche nel servizio di assistenza tecnica, montaggio e vendita di batterie per ogni tipo d’impiego, oltre che nella commercializzazione di veicoli elettrici caratterizzati da elevata affidabilità e tecnologia, quali golf car e mezzi per trasporto persone e merci, omologati e non.
Com’è incominciata la vostra avventura imprenditoriale?
Quasi per gioco. Io ho iniziato a lavorare nel 1979. Nel 1980, all’età di sedici anni, fui assunto in Ferrari. Nel 1988 un conoscente mi offrì di entrare con lui nel settore della movimentazione merci, così lasciai il lavoro e decisi di seguirlo, anche se non avevo alcuna competenza nel mercato dei carrelli elevatori. Poco dopo l’assunzione, però, mi resi conto che l’azienda presso la quale lavoravo organizzava il lavoro diversamente da ciò che mi aspettavo, difatti già da dipendente, nel mio piccolo, sentivo la vocazione dell’imprenditore. Proprio per questo decisi di rassegnare le dimissioni, nonostante non avessi altre opportunità in vista, ma, grazie alle precedenti esperienze, avevo avuto modo di comprendere come volevo che fosse organizzata una mia azienda. Tre giorni prima del termine di questa esperienza lavorativa andai a riparare un carrello elevatore in una società cliente di un’officina di riparazione e revisione carrelli, inizialmente gestita da due ragazzi, poi ceduta ai loro dipendenti, per dedicarsi all’apertura di punti vendita in posizioni logisticamente strategiche. Quei due ragazzi, soddisfatti del servizio fornito, mi proposero di gestire la loro sala mostra, dove avrei svolto la funzione sia di riparatore sia di venditore. Negli anni ottanta il carrello elevatore era un mezzo utilizzato solo nelle grandi aziende; inoltre, a differenza di quanto accade oggi, i brand più noti non avevano la medesima diffusione e soprattutto le piccole aziende utilizzavano carrelli di seconda mano, prevalentemente importati dall’estero. Chiaramente, l’esperienza di venditore mi offrì l’opportunità di acquisire professionalità, così, quando uno dei due ragazzi mi propose di entrare a far parte della società, non mi parve vero. Dopo qualche tempo, venne chiusa una delle due rivendite e l’impiegata non accettò l’offerta di trasferimento. Fu così che proposi a mia moglie Eleonora, ragioniera, di collaborare in azienda. Fu una mossa vincente. E nel giugno 1991, io e mia moglie fondammo la GI-CAR, prendendo in affitto il medesimo capannone, situato a Casinalbo, in via Giardini, ove sino ad allora aveva operato la vecchia società.
Dal giugno 1991 – a Casinalbo prima e a Maranello dal 2001 – abbiamo costruito una realtà che ha rappresentato tanti marchi importanti, come, ad esempio, Still, leader mondiale indiscussa per le macchine frontali elettriche, e siamo divenuti partner nella progettazione dell’intra-logistica industriale, supportando sia aziende di produzione sia operatori di movimentazione nella selezione di carrelli elevatori, piattaforme aeree e scaffalature, nuovi e usati, a noleggio o in leasing. Basti pensare che nel 2008 GI-CAR contava trenta dipendenti, raggiungendo record di fatturati al di là di ogni aspettativa.
Poi è arrivata la crisi…
È arrivato il finimondo. Tuttavia, dopo i primi momenti di smarrimento, abbiamo colto l’occasione per analizzare gli indici del nostro mercato e capire quali strade intraprendere. Una cosa era chiara: rivolgersi soltanto all’industria manifatturiera ci penalizzava, perché le multinazionali si stavano impossessando in modo molto massiccio del territorio con le loro filiali, mentre uscivano di scena tutti i concessionari di carrelli elevatori, acquistati dai marchi che detenevano la maggior quota di mercato, che lasciavano spazio solo a qualche officina d’appoggio. Ciò significava che, per una realtà come GI-CAR, i margini di mercato si riducevano sempre più. Così, è sorta l’idea di ampliare la nostra offerta con batterie di ogni tipo (piombo acido, AGM, gel, litio) ed impiego, anziché limitarci a quelle del carrello elevatore, che già fornivamo ai clienti. Nel 2012 GI-CAR ha realizzato un vero e proprio centro specializzato (GI-CAR Batterie), in grado di fornire assistenza e consulenza tecnica, installazione e vendita di ogni tipo di accumulatore elettrico e caricabatterie. Nel 2013, la vocazione per la green mobility, che è sempre stata alla base della nostra offerta, ci ha spinto a investire in questa direzione e, oggi, grazie a importanti partnership con produttori specializzati, riusciamo a soddisfare anche le esigenze più complesse, spaziando da golf car (che adesso si usano ovunque: centri benessere, parchi, resort e villaggi turistici) a veicoli per trasporto persone (da 7 a 14) e per trasporto merci anche omologati da strada. Poi, nel 2020, mio figlio Gabriele, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria elettronica e vissuto un’esperienza lavorativa nel settore, è rientrato in azienda. Intanto la crescita era proseguita con la registrazione del marchio Blueyes Batteries a livello europeo e con la nascita della divisione GI-CAR veicoli elettrici.
E, considerando che GI-CAR fa del movimento la propria vita, anziché limitarsi a fornire strumenti per la movimentazione, quale sarà il prossimo step?
Nella mia esperienza trentennale come imprenditore, ho potuto constatare che non è possibile rimanere fermi, bisogna avere la forza d’innovarsi, cercando di captare i segnali della trasformazione. Per quanto riguarda il prossimo step ci dedicheremo allo sviluppo di tecnologie d’avanguardia: sistemi di monitoraggio a distanza dal nostro portale, sia delle batterie al litio sia dei veicoli elettrici e dei mezzi da lavoro. E poi speriamo che anche nostra figlia, Giulia, neodiciottenne e prossima all’iscrizione alla facoltà di economia, entri a far parte della nostra squadra.
A proposito d’incontro fra generazioni, lei è noto anche come Dj Gibbo e ha fondato la web radio GIMUSIC, nata dalle famose serate Modena Balla con le Stelle, organizzate da lei, sua moglie e Francesco Sgaramella, in cui avete portato a Modena noti ballerini di latini come Samuel Peron, Samanta Togni e Sara Di Vaira, protagonisti del programma televisivo Ballando con le stelle…
Sicuramente la musica e il ballo offrono occasioni d’incontro fra generazioni, oltre che momenti di gioia e di allegria. Ma a partire dal 1995 – ancora prima dell’esperienza di spettacoli musicali al Palapanini, iniziata nel 2015 – mia moglie e io siamo stati promotori della valorizzazione di talenti in ambito sportivo. Per diversi anni, sono stato dirigente di società di calcio giovanile: ho rilevato squadre che ho accompagnato sino all’eccellenza.
Quale messaggio vorrebbe dare ai giovani che vogliono divenire imprenditori?
Rispondo traendo spunto dal nostro slogan: “Noi non vendiamo soltanto prodotti. Da sempre, il nostro obiettivo è aiutare le aziende a risolvere problemi”. Per diventare imprenditore serve indubbiamente grande impegno e umiltà. Io, a cinquantasette anni, lavoro con il medesimo impegno di trent’anni fa, dalle 8.00 alle 20.00, percorrendo migliaia di chilometri in Italia per acquisire clienti e fornire assistenza a quelli già acquisiti, perché la vendita richiede costanza, dedizione e sacrifici. Oggi molti ritengono che la vendita si effettui attraverso il web marketing e che basti inviare migliaia di mail per avere gli stessi risultati che si ottengono recandosi personalmente a far visita ai clienti. Forse questo può funzionare per prodotti di largo consumo, dove conta il prezzo, ma chi acquista un carrello elevatore o un veicolo elettrico ha bisogno del servizio e di capire che può fare affidamento su tecnici e commerciali competenti, in grado di consigliarlo al meglio per risolvere i problemi e soddisfare le sue esigenze. Per questo il venditore deve essere e rimanere curioso.
Un altro suggerimento che vorrei dare ai giovani è quello di non scoraggiarsi dinanzi alle prime difficoltà e proseguire, anche quando non si ha ancora chiaro dove si arriverà: il tiro si aggiusta strada facendo e l’esperienza ci indica la direzione. Se, invece, ancor prima di iniziare, si pretende che tutto sia già realizzato o si esige un rapido successo, si sprecano energie, risorse e tempo in inutili preparativi, perché poi la realtà non è mai come la si immagina.
In questi casi, è come se intervenisse la paura di sbagliare…
Infatti, c’è la paura di procedere per gradi, come se un’impresa dovesse raggiungere l’immediato successo. Invece, la realizzazione di un progetto è frutto di lavoro costante e indefesso. Le racconto un aneddoto: noi siamo molto forti nelle batterie per le macchine per la pulizia industriale, motoscope e spazzatrici, perché abbiamo individuato un prodotto valido e forniamo un bel servizio, con magazzino ben rifornito, per cui un cliente non deve attendere mesi per una batteria, come accadrebbe se la ordinasse dal produttore. Eppure, un imprenditore del nord Italia aveva così tante resistenze ad acquistare le nostre batterie che solo dopo numerose mie visite ha firmato il primo contratto. Ora siamo vecchi amici e si fida di me. Questo è l’importante: non mollare la barca quando c’è da remare più forte, ma dare prova di impegno, anziché lamentarsi perché le cose non stanno andando come previsto.