NEL GIOCO DI SQUADRA, LA RIUSCITA E LA DIREZIONE

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presidente di Gape Due Spa, Sassuolo (MO)

A proposito del titolo di questo numero del giornale, Gli indici della riuscita e della direzione, quante volte lei, in oltre cinquant’anni alla guida di Gape Due Spa, si è trovato a dovere decidere in poco tempo quale fosse la direzione da prendere? E quale criterio ha utilizzato per capire che era sulla strada della riuscita?

Cogliere gli indici della riuscita e della direzione è qualcosa che fa parte dell’esperienza, non s’impara sui libri e non esiste una ricetta valida una volta per tutte, perché l’esperienza è differente in ciascun caso. Certo, tanti anni di lavoro aiutano a limitare gli errori e la memoria consente non soltanto di evitarli, ma anche di prendere con sicurezza la strada giusta in quel contesto e in quel momento. All’imprenditore, spesso, basta un colpo d’occhio per capire qual è la direzione, ma il suo è un mestiere che s’impara giorno per giorno e sono tanti gli imprevisti cui deve dare risposta quotidianamente. Inoltre, l’imprenditore dev’essere in grado di anticipare i tempi, di capire quando è il momento d’introdurre un’innovazione, ancora prima che il mercato la richieda.

In che modo riesce ad avere questa intuizione?

Soprattutto attraverso la collaborazione con i nostri clienti, che sono le industrie ceramiche del distretto più importante al mondo. Grazie al fatto che i nostri tecnici commerciali sono costantemente in visita negli stabilimenti dei nostri clienti per aiutarli a risolvere qualsiasi difficoltà, c’è uno scambio di idee e di informazioni insostituibile, che ci consente di captare le loro esigenze sul nascere o, a volte, di anticiparle, portando il valore aggiunto delle nostre competenze al servizio di una produzione sempre più efficiente e sostenibile.

Quali sono i fattori che hanno consentito a Gape Due di divenire la più importante – per numero di addetti, tecnologie produttive, qualità e fatturato – fra le venti aziende produttrici di stampi per ceramica che operano nel comprensorio ceramico?

Ripeto sempre che siamo nati nel garage di mio padre (che per fortuna non aveva la macchina), ma il nostro impegno è stato massimo fin dal primo giorno e abbiamo lavorato instancabilmente (i primi tempi anche di notte) per rispondere alle richieste di un mercato in forte espansione com’era negli anni settanta. Certo, in più di cinquant’anni, non sono mancati i momenti difficili, ma non abbiamo mai esitato o arretrato dinanzi alle esigenze di sviluppo e abbiamo continuato a investire quando ce n’era bisogno. Credo che questo sia un fattore decisivo per la riuscita di un’azienda e soltanto così abbiamo potuto acquisire un parco macchine che non ha nessun’altra azienda del nostro settore nel comprensorio. Chi, dinanzi alla crisi del 2008, per esempio, è rimasto a guardare, in attesa che arrivassero tempi migliori, ha chiuso l’attività. Noi, al contrario, ci siamo adoperati con i nostri ingegneri per sviluppare innovazioni di grande importanza, attraverso un’attività di ricerca che poi è sfociata nello stampo Calibra (immesso sul mercato nel 2015) e nello stampo intelligente, lo Smart Mould, che abbiamo brevettato nel 2017: una vera rivoluzione nella produzione di piastrelle.

Se un imprenditore dice di essere “arrivato”, la sua azienda automaticamente inizia ad arretrare. L’imprenditore, invece, deve lavorare con umiltà, accogliendo nella sua organizzazione chi eccelle in vari ambiti, senza temere il confronto. Sta anche qui la differenza fra la nostra azienda e le imprese artigiane di stampisti che sono rimaste di modeste dimensioni. L’artigiano si crede il depositario del mestiere e allontana chi potrebbe aiutarlo a sviluppare il proprio business. In un’azienda strutturata come la nostra, invece, non solo l’imprenditore deve accogliere le differenti professionalità di cui ha bisogno man mano che il volume di affari cresce, ma i collaboratori devono lavorare in squadra, come fanno i nostri ingegneri, anziché custodire gelosamente il proprio orticello. Io non mi sono mai sentito più intelligente dei miei dipendenti e sono andato in officina tutti i giorni a parlare con loro, aiutandoli a risolvere i problemi quando me lo chiedevano o quando mi accorgevo che era necessario, ma non mi sono mai vantato di avere trovato una soluzione che nessuno era riuscito a trovare. Anzi, spesso facevo in modo che si sentissero partecipi della riuscita, valorizzando l’apporto che ciascuno aveva dato.

Quindi, lei trova gli indici della riuscita e della direzione nel gioco di squadra, nel continuo impulso verso l’innovazione e nel non fermarsi mai, nemmeno dinanzi alle più grandi crisi?

Le crisi nel settore della ceramica sono sempre state periodiche, ogni cinque anni circa, e si aggiungevano a quelle globali.

Devo dire però che, nonostante le difficoltà, dopo molti anni di lavoro, sono molto soddisfatto di quello che ho messo insieme nei nostri tre stabilimenti, ciascuno con una sua specializzazione: uno dedicato alle prime lavorazioni su macchine utensili di ultima generazione, un altro alle lavorazioni di finitura delle varie parti dello stampo e il terzo all’assemblaggio, al collaudo e alle spedizioni in Italia e all’estero. È una macchina che funziona perfettamente, anche perché ciascuna parte comunica con le altre due, ma di questo devo ringraziare soprattutto i miei oltre ottanta collaboratori per la dedizione e l’impegno che mettono nel loro lavoro.