L’IA PER MONITORARE LA REPUTAZIONE SUL WEB

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co-fondatore e CEO di Doyle Srls, Modena

La vostra start-up, Doyle, ha ricevuto il premio dell’Italian Insurtech Summit come “Progetto di AI più di successo del 2020” per l’innovazione che consente d’indagare la reputazione delle aziende sul web. In cosa consiste questo servizio?

Ispirandoci all’autore di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle, abbiamo creato un “occhio tecnologico” che monitora il web e i social per capire qual è la reputazione di un’azienda o di un privato in un determinato momento. Attraverso strumenti di IA (Intelligenza Artificiale), effettuiamo una ricerca mirata sugli argomenti rilevanti per il tema d’indagine. La definizione iniziale dei concetti chiave avviene attraverso un processo di profilazione effettuata dal nostro team, in base al quale analizziamo tutte le informazioni rintracciabili on line. Un algoritmo sviluppato ad hoc attribuisce successivamente in automatico un punteggio a ciascun “record” analizzato in base al contenuto semantico del testo, restituendo un valore medio complessivo per la reputazione on line. Una volta consolidati i termini e le modalità per la ricerca e il monitoraggio, offriamo all’azienda cliente uno strumento utilizzabile in modo indipendente: grazie a un’apposita dashboard personalizzabile in versione Desktop e Mobile, è possibile vedere in tempo reale come si evolvono gli indicatori reputazionali relativi ai propri prodotti, agli stakeholder e a qualsiasi tema individuato come strategico (per esempio, quello della sostenibilità).

Nella prima fase, Doyle inquadra la posizione dell’azienda sul mercato, con la possibilità di andare indietro nel tempo. Poi inizia il monitoraggio costante e, su richiesta, forniamo un report di approfondimento che fonde i risultati dell’implementazione dell’IA e l’analisi compiuta dai collaboratori di Doyle. Mettiamo a disposizione delle aziende tutti i dati e gli elementi necessari perché possano seguire la strada migliore per ottenere una buona reputazione e un’ottimizzazione del brand management. Inoltre, grazie all’alert che ricevono in caso di notizia negativa che può influire sulla loro reputazione, consentiamo loro d’intervenire immediatamente ed evitare che l’impatto della notizia si diffonda tra gli utenti del web con effetti devastanti e, a volte, irreversibili. In questa seconda fase, d’intervento, è compresa anche la possibilità di approfondire la causa di un punteggio reputazionale negativo. In una terza fase, di recupero, Doyle misura gli effetti dell’eventuale strategia messa in atto per il ripristino della reputazione.

Avete un ruolo anche nelle attività “correttive” di comunicazione?

Noi non siamo un’agenzia di comunicazione e non ci occupiamo di campagne marketing, tuttavia, il nostro centro d’innovazione Doyle Lab, grazie alla partecipazione di partner specializzati, può elaborare suggerimenti mirati per ottimizzare la comunicazione on line e off line, in caso di evento che comprometta la reputazione dell’individuo e dell’azienda. Inoltre, integrando i nostri strumenti con quelli classici del controllo di gestione aziendale, Doyle Lab permette di aggiungere ulteriori elementi di concretezza alle previsioni e di valutare i risultati economici con la performance sul web. Infine, attraverso gli strumenti sviluppati e l’expertise sulla sostenibilità, riusciamo a misurare il sentiment di tutti i contenuti on line relativi alle azioni sociali e ambientali (sulle tematiche ESG) messe in atto dalle aziende. Per questo, oltre al monitoraggio generale, Doyle Lab ha ideato una specifica “lente d’ingrandimento” sulle azioni di CSR (Corporate Social Responsibility) e di Sostenibilità, che ne misura la percezione e la valutazione da parte degli stakeholder. Il progetto è sviluppato applicando il Crowdchecking per la Sostenibilità (Crowdchecking for Sustainability, ovvero CDC4S).

A proposito del tema di questo numero del giornale, Il lavoro, l’industria, la città, la reputazione di un’azienda è importante nel momento in cui deve attrarre talenti. Che cosa chiedono oggi i giovani quando devono scegliere l’azienda in cui lavorare?

Un giovane che cerca lavoro digita sui motori di ricerca il nome dell’azienda cui è interessato o lo cerca sui social, per trovare notizie utili alla reputazione aziendale o commenti dei suoi dipendenti sulla qualità della vita nell’ambiente lavorativo, in particolare sugli orari, i permessi, la flessibilità e l’attenzione alle esigenze familiari. Anche nei colloqui di assunzione, spesso i principali temi affrontati non riguardano più solo gli aspetti economici, ma vertono su altre variabili, come prospettive di carriera, formazione, work-life balance e welfare aziendale.

Generalmente, il tempo è considerato la risorsa più preziosa dal collaboratore, soprattutto quando deve gestire le occorrenze familiari, ma anche perché, riducendo gli spostamenti, si limitano anche i rischi, gli incidenti e l’inquinamento. La crisi pandemica ha ulteriormente evidenziato come il lavoro da remoto sia considerato una valida soluzione complementare, poiché l’essere umano ha bisogno anche della condivisione e dell’esperienza in azienda. Quindi una soluzione “ibrida” può rappresentare un giusto equilibrio.