COME L’INDUSTRIA METTE I TALENTI NELLE CONDIZIONI DI ESPRIMERSI
Il Gruppo Clevertech è stato uno dei primi promotori dell’ITS Maker (Istituto tecnico superiore per la meccatronica, meccanica, motoristica e packaging dell’Emilia Romagna), che offre percorsi di specializzazione post-diploma progettati in base alle esigenze delle aziende del territorio. Un’esperienza destinata a registrare risultati sempre più importanti, considerando che oltre il 90% dei diplomati trova un lavoro coerente con il proprio percorso nell’arco di un anno. Quanto è stata utile finora per il vostro Gruppo questa attività formativa?
Un’impresa, per funzionare, ha bisogno di energia elettrica, di acqua, di fognature, di mezzi di trasporto e di persone, soprattutto di persone che abbiano acquisito specializzazioni. Per questo, nel 2011 abbiamo accolto subito la proposta di partecipare alla Fondazione ITS, nata per organizzare percorsi di alternanza scuola-lavoro, in modo da implementare il panorama delle professionalità che si trovavano sul mercato. Da allora, si è prodotto un volano molto interessante e noi abbiamo assunto diversi giovani che avevano svolto lo stage nel nostro Gruppo – specializzandosi in meccanica, elettronica e sviluppo software – e che lavorano tuttora da noi, con ottimi riscontri a livello professionale. Siamo alla continua ricerca di personale specializzato, per questo molti dei nostri tecnici e io stesso teniamo spesso lezioni e partecipiamo a incontri con gli studenti sia dell’ITS sia delle Università di Parma e di Modena e Reggio Emilia.
Questo conferma ciò che diceva il giuslavorista Pietro Ichino al convegno Il lavoro, l’industria, la città (pubblicato in questo numero), ovvero che esistono nel nostro paese veri e propri “giacimenti occupazionali inutilizzati” e che “è urgente istituire servizi di orientamento professionale e di formazione per rispondere alla fame di personale qualificato e specializzato di cui soffrono le imprese”…
Infatti, noi abbiamo grandi trend di crescita, ma soffriamo per questa carenza di figure specializzate, tant’è che stiamo avviando contatti con software house messicane, polacche e indiane per trovare collaboratori e colmare questa esigenza.
Di quali figure avete bisogno?
Abbiamo bisogno di professionisti in grado di seguire i clienti anche nelle fasi post-vendita, che stanno diventando preponderanti. Il rapporto di lavoro oggi non si esaurisce più con la progettazione, la realizzazione e l’installazione dei nostri impianti presso i clienti in Italia e in altri paesi del mondo: soprattutto le multinazionali più blasonate che producono beni di consumo ci chiedono una serie di servizi che ormai preferiscono esternalizzare e che vanno dalla ricerca e sviluppo all’assistenza durante i picchi di produzione. Facciamo l’esempio di colossi come aziende e-commerce, che hanno centinaia di hub pieni di macchinari: da un’azienda piccola come la nostra pretendono una serie di studi di pre-progetto, oltre al progetto, alla realizzazione e alla formazione del loro personale, nonché l’assistenza 24 ore su 24 durante i picchi di produzione, come il Black Friday. Ci pagano profumatamente tutti questi servizi, però pretendono che noi cresciamo con la stessa velocità con cui crescono loro. La cosa interessante è che per loro un fornitore come noi è una ricchezza, non un elemento da sfruttare, per questo si preoccupano se guadagniamo poco, perché, dopo avere acquistato oltre cento nostri impianti nel mondo, vogliono essere sicuri che ci saremo anche nei prossimi anni per fornire loro l’assistenza necessaria. In pratica, per i nostri clienti siamo partner indispensabili ai loro progetti di crescita. Sono rimasto veramente sbalordito quando, circa vent’anni fa, fummo invitati da una multinazionale a una conference annuale a cui partecipavano circa mille fornitori. Il vice presidente, dopo avere enunciato il loro bellissimo progetto, ci chiese: “Noi riusciremo a realizzare tutto questo, se voi ci date una mano. Allora, siete disponibili?”. Un’impresa italiana ci avrebbe chiesto: “Quanto sconto ci fate sulle prossime forniture?”. Questo è successo vent’anni fa, ma per loro è sempre stato così e dovrebbe essere così per ciascun cliente, perché è nella logica delle cose.
Nel vostro Gruppo lavorano i suoi due figli e suo genero. E poi dicono che i giovani non hanno entusiasmo per il lavoro…
Non è vero, anzi, io incontro tanti giovani appassionati al proprio lavoro, però devono essere messi nelle giuste condizioni di esprimersi. Ci sono ragazzi molto responsabili, disponibili a fare sacrifici, a seguire un percorso, a imparare, però bisogna dare loro gli strumenti e la motivazione giusta, altrimenti, se non trovano risposte alle loro aspettative, si disperdono.
Quali sono le loro aspettative?
L’aspettativa principale è quella di avere punti di riferimento ben precisi, di sapere che ciò in cui si stanno impegnando darà loro soddisfazioni e sarà riconosciuto sia dai colleghi sia dai clienti. Come dicevo, tanti nostri tecnici s’interfacciano con il cliente non soltanto nel momento della vendita, ma anche durante l’installazione e, in seguito, nel corso dell’assistenza. E questi sono i servizi che i tecnici apprezzano di più, perché, quando devono ingegnarsi per trovare soluzioni ai problemi, la loro professionalità si esprime al massimo.