LA FORMAZIONE AL LAVORO ESIGE L’ESPERIENZA SUL CAMPO
La questione industriale del Paese non può prescindere dalla mentalità burocratica e dalle carenze occupazionali, favorite, per esempio, da una formazione inefficace e dal reddito di cittadinanza. Lei dirige un’azienda che è attiva da oltre cinquant’anni nella commercializzazione di ferro e di altre materie prime ferrose. Quali sono le questioni intorno al lavoro che ha colto lungo la sua esperienza?
Quando un imprenditore italiano
dà avvio alla sua industria o all’attività commerciale e non riesce a reperire
manodopera qualificata, diventa molto difficile per lui proseguire. Sono in
molti oggi a trovarsi in questa condizione. Ai ristoratori, per esempio, spesso
arrivano richieste di lavoro da persone non qualificate, che vogliono lavorare
in nero per continuare a percepire il reddito di cittadinanza come un secondo
stipendio, e questo avviene anche nel giardinaggio e in altri settori. Se
l’inoccupato riceve soldi oggi, poi li pretende anche il mese prossimo, invece, se è motivato a lavorare, ha la
possibilità di diventare indipendente e crea ricchezza. Chi si abitua a vivere
con aiuti economici, poi non andrà mai più a lavorare. Pensi soltanto a cosa
accade a chi, per esempio, va in ferie per tre settimane, e parlo di ferie
meritate: al rientro impiegherà un bel po’ prima di incominciare a lavorare. Proviamo
a immaginare, invece, cosa accade nel caso di una persona che resta a casa
senza lavorare per sei mesi, un anno o un anno e mezzo. Inoltre, non è più
accettabile ascoltare genitori che compatiscono i figli, come se andassero a
scontare una pena, soltanto perché vanno a lavorare. Poi, se il giovane non ha
voglia di studiare, è inutile mandarlo a scuola
in modo forzato per poi essere bocciato uno, due o tre anni consecutivi, perché
in questo modo si spegne anche l’entusiasmo necessario invece per imparare
tante altre cose della vita. Occorre piuttosto che incominci a lavorare, per
ottenere i frutti del proprio impegno. Bisognerebbe promuovere le scuole
professionali, ma non si può insegnare soltanto la teoria: l’esperienza si deve
fare sul campo, in modo che l’insegnamento sia efficace.
Quest’anno voi avete promosso la manifestazione motoristica non agonistica di auto da drift, il Motor Fest XXI, che si è tenuta nella zona industriale di Budrio. È stata una bella integrazione fra lavoro, industria e città…
La manifestazione di esibizione e spettacolo di auto da drift si è svolta in settembre scorso e ha visto la partecipazione di tante scuole e piloti amatoriali di drift. In novembre scorso, Luca Nanni, il pilota sponsorizzato dalla nostra azienda e da A.M.S. Welding, Alberto Maccagnani Socc’mel Welding, si è classificato al secondo posto del Campionato Nazionale di Drifting ACSI Motorsport. Quest’anno abbiamo reclutato la protezione civile, in modo da far divertire piloti e pubblico in tutta sicurezza. Inoltre, abbiamo scelto la sede della manifestazione nella zona industriale, in modo che qui si svolgesse anche lo street food senza causare problemi alla viabilità cittadina. È stato calcolato un afflusso di pubblico di circa 7000 visitatori provenienti anche da fuori Budrio, inclusi gli equipaggi arrivati da Roma, da Brescia e dal Veneto. Ha riscosso grande successo la richiesta di fare un giro sulle auto da drift e provare l’emozione delle curve in controsterzo, ma la gioia più grande di molti ragazzi è stata poter visitare i box delle auto. Gli imprenditori delle aziende limitrofe ci hanno ringraziato per avergli riconsegnato l’area industriale più pulita di come era tenuta e la manifestazione è riuscita anche grazie alla collaborazione delle istituzioni comunali e delle forze dell’ordine. È stata un’esperienza molto bella, ma anche molto impegnativa, considerato il fatto che abbiamo avuto il problema di non trovare nella zona chi venisse a lavorare per gli aspetti organizzativi, anche se pagato.
Questa manifestazione è stata anche un’occasione di lavoro per alcuni giovani arrivati da altre regioni. E in molti hanno chiesto informazioni per iscriversi ai corsi di drift. Inoltre, è stato un tributo alla Motor Valley, la terra dei motori, per fare risuonare nella città il rombo dei motori che si scaldano…
L’evoluzione del motore, fin dalla sua invenzione, ha cambiato il mondo. Dall’aereo al treno, anche adesso che incominciamo a utilizzare auto elettriche, la base è sempre stata costituita dal motore a scoppio, inventato quasi centicinquant’anni fa. Il drift non è uno sport pericoloso, perché non si svolge ad alte velocità. Tutti gli utenti della strada dovrebbero fare corsi obbligatori di guida sicura, perché il problema degli incidenti non è causato dalle auto, ma dallo stato in cui viaggia chi le guida.