UN VIAGGIO DI RICERCA E D'IMPRESA NELLE APPARECCHIATURE MEDICALI

Qualifiche dell'autore: 
fisico, fondatore della società L’ACN, l’accessorio nucleare Srl, Lainate (MI)

Sempre più spesso, nei settori produttivi tecnologicamente più avanzati, a guida d’imprese troviamo specialisti, ricercatori di una disciplina scientifica che producono in proprio apparecchiature ad alta tecnologia. Tra gli imprenditori scienziati e pionieri troviamo Leonardo Pepe, fisico, progettista e autore di pubblicazioni scientifiche in collaborazione con il Politecnico di Milano e con i principali centri di medicina nucleare e produttore di apparecchiature elettromedicali avanzate.
Può dirci qualcosa del suo approccio alla fisica applicata alla medicina? Provengo dal Molise, sono nato a Castelbottaccio, in provincia di Campobasso, nell’ormai lontano 1940. Mi sono trasferito a Milano per studiare fisica, materia in cui poi mi sono laureato. Fin da giovane, sono stato attratto sia dalla medicina sia dall’impresa.
Da notare che, se per un chimico lo studio di alcune applicazioni in medicina attraverso la farmacologia è centrale nella sua formazione, per un fisico la medicina è considerata per lo più come un interesse collaterale, che necessita d’integrazione.
Per lei com’è avvenuta quest’integrazione? Come, classicamente, per quasi tutti i fisici che iniziano a occuparsi di medicina: con la medicina nucleare. Dal fatidico 1968, come giovane laureato, mi sono impegnato in questo settore, prima come product specialist delle società Selo e Disi, entrambe di Milano, le prime aziende in Italia a operare nel settore della Medicina Nucleare, poi come fondatore, nel 1975, della società L’ACN, l’accessorio nucleare Srl, che ormai ha quasi cinquant’anni, con sede a Lainate, in provincia di Milano.
Le apparecchiature utilizzate nella medicina nucleare sono notoriamente molto complesse. Può indicarci una peculiarità che contraddistingue quelle prodotte da voi? Il Gamma counter, modello Videogamma, per esempio, è stato il primo al mondo a comprendere microprocessori di controllo collegati direttamente al videoterminale di un Pc. Poi, sono particolarmente importanti gli strumenti indirizzati al controllo di qualità dei radiofarmaci e quelli dedicati al monitoraggio di contaminazioni da radiazioni gamma, senza dimenticare le strumentazioni per la radioimmunologia (RIA), come i modelli Videogamma Rack e 4480.
La sua azienda, L’ACN, ha iniziato a progettare e a costruire apparecchiature per la medicina nucleare, ma attualmente costruisce anche altro.
Certamente. Dal 1980 costruiamo apparecchiature per la MOC (Mineralografia Ossea Computerizzata), di fascia alta, di cui sono ideatore e progettista.
Questo ha richiesto un approfondimento da parte mia, soprattutto delle patologie ossee da demineralizzazione.
Ma, soprattutto, un impegno notevole in termini d’innovazione. Gli apparecchi che produciamo, della linea Unigamma, sono del tipo DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry) e oggi la nostra azienda è tra le quattro leader mondiali nella produzione di queste apparecchiature, rivelatesi le più precise nell’individuare l’entità delle demineralizzazioni ossee.
Commercialmente, c’è differenza tra le apparecchiature per la MOC e quelle per la medicina nucleare? Tantissima. Le apparecchiature per la MOC, anche se le nostre sono di alta qualità, hanno un costo abbordabile da qualsiasi casa di cura e poliambulatorio, oltre che, ovviamente, da qualsiasi ospedale. Quelle per la medicina nucleare hanno strutture molto più costose, e soprattutto complesse, che devono comprendere la massima protezione, la custodia e lo smaltimento nell’assoluta sicurezza dei materiali d’uso. Sono destinate a chi ha locali adatti e personale medico e tecnico già formato per il loro utilizzo.
Poi richiedono notevoli capitali, pubblici o privati, da investire. Spesso si tratta d’istituti universitari.
Vendete in altri paesi, oltre che in Italia? Certamente, in paesi europei, ma oggi molto in Oriente: Indonesia, Corea del Sud, Cina soprattutto e Vietnam, la nuova frontiera.