L’IMPORTANZA DELLA CERTIFICAZIONE PER L’EFFICIENZA E LA SALUTE
Da oltre trent’anni la vostra azienda, Ente
Certificazione Macchine (ECM), certifica la conformità di prodotti, macchinari e
attrezzature secondo le normative di settori e di paesi diversi. Ma il vostro apporto
si specifica anche nel miglioramento dei processi di innovazione e sviluppo, in
termini di sicurezza, efficienza e sostenibilità ambientale alle aziende che si
rivolgono a voi… L’azienda è stata fondata da mio padre, Antonio Bedonni,
insieme a Andrea Secchi. Inizialmente si occupavano di macchine, come carrelli elevatori,
macchine per movimento terra, torni, trapani e frese, poi hanno esteso il
servizio a tutte le linee produttive, dal farmaceutico all’alimentare e così
via.
Attualmente siamo tra i primi dieci organismi notificati al
mondo, cioè in grado di fornire un elevato numero di certificazioni, svolgendo
tantissime tipologie di prove diverse nel nostro laboratorio, dove, per
esempio, testiamo anche bici elettriche a pedalata assistita o monopattini
elettrici. Non a caso il mercato delle batterie al litio, sempre più utilizzate
anche nei settori auto, delle macchine movimento terra e dei carrelli
elevatori, oltreché negli smartphone, sta registrando una rapida crescita.
Oggi abbiamo otto accreditamenti su otto direttive di
prodotto e siamo diventati laboratorio di prove accreditato e anche organismo
di certificazione dei sistemi di qualità 9001 e 13485. Abbiamo, inoltre, una
serie di autorizzazioni a livello nazionale, occupandoci delle verifiche di
messa a terra degli impianti elettrici e, per esempio, anche dei controlli
sulle attrezzature di lavoro come piattaforme, carri ponte, gru a bandiera e
altro ancora per fornire un servizio sempre più completo alle aziende.
Oltre alla nostra sede principale, in Valsamoggia, dove
effettuiamo prove e rilasciamo certificazioni alle aziende europee che vogliono
vendere i propri prodotti in altri continenti, abbiamo altre tredici sedi ECM
nel mondo, in modo da certificare le aziende extra UE che vogliono ottenere la
marcatura CE.
La vostra azienda è leader in Italia nelle prove di
compatibilità elettromagnetica in una camera anecoica di nuova generazione… Attualmente
siamo due aziende circa ad avere un’attrezzatura come questa. Qui svolgiamo
prove di compatibilità elettromagnetica per ciascun prodotto elettrico o
elettronico, misurando i campi elettromagnetici che immette nell’ambiente. Se devo
testare un nuovo smartphone, per esempio, le prove nella camera anecoica ci
consentono di evitare che, se sono impegnato a parlare al telefono avendo un
pacemaker, le onde elettromagnetiche emesse dallo smartphone possano
interferire con il piccolo dispositivo elettronico, compromettendone il
funzionamento.
Quando i valori riscontrati all’esito di queste prove non
rientrano nei parametri stabiliti dalla norma di riferimento, interveniamo con
l’attività di debug per individuare gli errori del software, modificando
talvolta anche l’impianto del prodotto, in modo che sia conforme ai requisiti
prescritti.
Oggi si usa molto il termine start up, un
anglicismo che mette in rilievo le strutture di supporto all’imprenditoria più
che la nascita di una nuova impresa: c’è una minore propensione al rischio da parte
dei giovani, secondo lei? Sicuramente. Alcuni amici, per esempio, hanno
qualche idea interessante, ma trovano difficoltà a svilupparla, perché non
sanno bene come gestire il progetto e, quindi, aspettano di trovare aiuti o
finanziamenti, diventando sempre più suscettibili.
Quando papà e il socio hanno incominciato non aspettavano
prima gli aiuti per aprire l’azienda e poi le tutele per proseguire.
Negli ultimi quarant’anni è prosperata la mentalità
tipica del burocrate più che la logica dell’imprenditore privato… Sì,
certo. Forse, i cosiddetti giovani oggi sono più orientati a risparmiare energie
rispetto a quando hanno incominciato mio padre e tutta la sua generazione: non
a caso oggi si punta molto anche al risparmio delle risorse dell’ambiente. Noi
non possiamo risparmiarci: lavorando con diverse aree del mondo, dobbiamo offrire
il nostro servizio praticamente a tutte le ore: al mattino io devo confrontarmi
con i colleghi della sede cinese; al pomeriggio e alla sera devo parlare invece
con quelli della sede statunitense; nel primo pomeriggio con quelli della East
Coast, mentre nel tardo pomeriggio/serata con quelli di Los Angeles, sulla West
Coast. Inoltre, noi non facciamo le ferie secondo le festività italiane, perché
per esempio in Cina si lavora in agosto e a Natale.