ESACRYO: IL FUTURO ECOSOSTENIBILE DEL TRASPORTO SU GOMMA

Qualifiche dell'autore: 
direttore generale di Esametal e amministratore unico di EsaCryo

Oltre a essere direttore generale di Esametal – società specializzata nelle lavorazioni in alluminio e nella produzione di silos installati in Italia, Europa, America, Africa, Asia e Oceania –, lei è stato fondatore (nel 2005) del Consorzio europeo Cryotrucks, nato con lo scopo di diffondere l’impiego del gas naturale liquefatto (LNG) criogenico, come alternativa al gasolio, nel trasporto di merci e nel trasporto pubblico locale e urbano. Il Consorzio ha avviato una svolta storica in cui sono stati coinvolti molti attori, a partire dalle case automobilistiche, che già allora producevano in serie veicoli a gas naturale. A che punto si trova questa esperienza? Entro il 2030, in Europa saranno 200.000 i veicoli pesanti funzionanti a LNG. L’Italia, prima fra tutti i paesi europei, ha già 92 stazioni di rifornimento, e questo ci conferma che la nostra battaglia per l’eco-sostenibilità del trasporto su gomma sta dando ottimi frutti, anche se il nostro obiettivo è quello di realizzare una rete distributiva che possa servire in modo capillare l’intera rete stradale italiana.
Nel frattempo, a causa della scomparsa prematura di due importanti soci fondatori, Francesco Del Boca e Luigi Vanzetti, il Consorzio è confluito nell’organizzazione privata EsaCryo – di cui sono amministratore unico – che si sta occupando di un altro progetto chiamato Cryotrucks (che riprende il nome del Consorzio), il quale contribuirà all’abbattimento delle emissioni di CO2, sfruttando il potere refrigerante dell’azoto liquido, che sostituirà il gasolio nei trasporti frigo. Basti pensare che un camion frigo alimentato a gasolio produce dalle quaranta alle cinquanta tonnellate di CO2 all’anno.
Partendo da un’esperienza importante già esistente in Francia, abbiamo verificato quanti e quali vantaggi ha questo progetto sia per il risparmio economico sia per l’ambiente: l’azoto liquido è un prodotto residuale del cosiddetto ciclo dei gas tecnici e si trova per circa il 78 per cento nell’aria che respiriamo, quindi, una volta ceduta la sua proprietà refrigerante, può essere tranquillamente reimmesso nell’atmosfera. Inoltre, in assenza di motori, il sistema Cryotrucks elimina i costi di manutenzione e riduce la rumorosità, che risulta inferiore ai 60 decibel, consentendo così la sosta e l’utilizzo dei mezzi nelle aree urbane in orari notturni. Anche le prestazioni sono di gran lunga superiori rispetto ai sistemi tradizionali: la capacità refrigerativa nominale è di 13.000 W a 0 gradi e di 12.000 W a -20 gradi, mentre i sistemi tradizionali raggiungono al massimo 12.000 e 7.000 W alle stesse rispettive temperature. Infine, al posto dei serbatoi in acciaio inox, più pesanti, abbiamo omologato un serbatoio in alluminio – grazie al knowhow di Esametal –, che consente di ridurre di 250 chilogrammi il peso di ciascun semirimorchio.
Le case produttrici di camion hanno introdotto innovazioni straordinarie, fino alla guida autonoma, ma i rimorchi sono rimasti quasi ai livelli dei carretti agricoli trainati. Invece, ci sarebbe tantissimo da lavorare, per esempio, sul recupero dell’energia prodotta durante la frenata, che potrebbe essere convogliata su tutti i servizi del veicolo – idropompa, fanali, idroguida, luci interne – che consumano circa il 10 per cento del gasolio del camion.
Considerando che il 30 per cento del Recovery Fund è destinato alla green economy, si potrebbero utilizzare finanziamenti europei per lo sviluppo di progetti in questa direzione… Noi stessi stiamo esplorando, oltre a fonti di finanziamento privato, anche canali europei di sostegno all’acquisto di macchinari, alla creazione di linee di produzione di serbatoi in alluminio e all’installazione di distributori di azoto liquido sulla rete stradale. Da questo progetto può nascere una vera industria, se pensiamo che in Europa circolano 500.000 semirimorchi frigorifero.
Acquisire anche solo una quota di mercato del 5 per cento sarebbe un business considerevole.
Attualmente, i grandi produttori di frigoriferi, come Thermo King e Carrier, producono frigoriferi elettrici, ma sono sempre comandati dai motori dei camion, quindi hanno ancora dispersioni e costi elevati.
Quando presentammo il Consorzio Cryotrucks in Fiera a Milano nel 2006, ci definirono folli. L’Iveco, invece, rilevò subito il progetto e ora è al primo posto in Europa nella produzione di camion con propulsore a LNG. Se ne sono accorti anche i cinesi, che in sette anni hanno già costruito oltre 250.000 camion a LNG, diventato nel frattempo il primo carburante per i veicoli pesanti.
Anche altri paesi, come gli Stati Uniti e l’Egitto, si stanno lanciando in questa direzione.
Spesso, sono gli stessi camionisti ad aprire attività industriali innovative.
È avvenuto anche nel nostro caso. I camionisti hanno tante informazioni, non solo grazie ai loro continui spostamenti, ma anche perché comunicano molto tra loro.
Il camionista è come il viandante di una volta, che portava le notizie da un luogo all’altro… È un mestiere bellissimo, anche se in Italia va scomparendo, e la maggior parte dei camionisti proviene dai Balcani, dalla Romania, dalla Polonia, dall’India e dall’Africa. L’anno scorso si è calcolato che nel nostro paese mancano ben ventimila autisti, nonostante sia una professione che offre stipendi molto interessanti.