LA COMPRAVENDITA IMMOBILIARE? UNA QUESTIONE D’ARTE
La vostra avventura imprenditoriale nel settore
immobiliare è incominciata durante la crisi del 2007, in un momento poco
favorevole agli investimenti. Ma l’esperienza imprenditoriale è costituita da
imprevisti che sembrano disturbare il programma stabilito. Nel dibattito che apriamo
in questo numero ne constatiamo l’effetto di messa in questione di schemi e
approcci prima indiscutibili. Lungo la vostra esperienza, in che termini avete colto
qualcosa che sembrava un disturbo come un’occasione, invece, di riuscita? La
nostra impresa ha acquisito sin dalla nascita gli anticorpi necessari a
fronteggiare le difficoltà. In questo senso, benché le restrizioni imposte per
contenere la pandemia nel 2020 sembrassero disturbare il programma di rilancio
delle nostre agenzie, noi abbiamo proseguito secondo la tabella di marcia
predisposta nei primi mesi del 2019 (quando ancora non si parlava di Covid-19),
ristrutturando il sito, lanciando il nostro messaggio sui social e dalle pagine
della “Città del secondo rinascimento”. In generale, il settore è stato
disturbato dalle limitazioni relative ai sopralluoghi con i clienti “in
presenza”, come si dice oggi. Ma la pandemia ha dimostrato come il cosiddetto
contatto umano non sia sostituibile da video call on line, smart working o
altre modalità di comunicazione “a distanza”, che restano riservate ai casi di
emergenza.
Inoltre, è stata messa in questione l’idea tipica del nostro
settore secondo cui basta una pubblicità ben organizzata perché il cliente si
rivolga all’agenzia, in cui è atteso a braccia aperte. Ritengo invece che noi
dobbiamo chiudere le braccia e prendere la nostra ventiquattrore per andare a incontrare
il cliente.
Anche se dare pubblicità al proprio messaggio è
importante, soprattutto in questa fase, e voi state investendo molto in questa
direzione… Siamo convinti che la pubblicità sia importantissima, tanto che
abbiamo lanciato la nuova pubblicità che valorizza la casa attraverso una
suggestione artistica. L’arte è infatti una caratteristica del nostro paese,
dove la casa non deve essere intesa soltanto come patrimonio da tassare, ma
come parte del suo immenso patrimonio culturale.
La vostra consulenza ha valorizzato la casa in viaggio,
intesa non più come immobile statico uso dormitorio in alternativa al luogo di
lavoro, organizzato in modo dinamico… In occasione della nostra precedente immagine
pubblicitaria, che ritraeva la casa nel mare in tempesta, nei mesi cruciali
della pandemia, più volte ci è stato chiesto quando quella casa avrebbe trovato
un paesaggio che ispirasse tranquillità, con un cielo terso e con a essa
adiacente il proprio alberello. Abbiamo pensato, allora, di far proseguire il
viaggio della nostra casa nel bel mezzo di un fortunale attraverso un percorso
artistico.
È per questa via che l’icona delle nostre agenzie, la casa,
è entrata letteralmente in un’opera d’arte: nel dipinto più raccontato e
ammirato al mondo, la Gioconda di Leonardo da Vinci. Abbiamo collocato
la nostra casa fra i colli rinascimentali che aveva ritratto Leonardo, in un
momento come quello attuale, in cui è davvero necessario un secondo
rinascimento.
Ma è anche necessario recuperare tutto ciò che abbiamo perso
in questi mesi, privandoci di visitare musei con opere d’arte frutto anch’esse
della mano dell’uomo.
Il vostro messaggio invita a vivere paesaggi in cui
costruire case, negli ultimi anni, è stato inteso quasi come un disturbo per
l’ambiente… Quando il nostro gruppo marketing ci ha proposto questa
pubblicità è stato quasi naturale chiedere se nell’opera di Leonardo ci fosse
qualche forma di abitazione fra i colli del paesaggio rinascimentale. Leonardo
non ha ritratto case sullo sfondo della Gioconda ma una strada, che
alludeva già all’intervento della mano dell’uomo sulla natura, dove per questo
motivo abbiamo posto in adiacenza la nostra iconica casa.
Allora possiamo dire che voi del disturbo fate un’arte… Noi
procediamo secondo la spinta dell’”Avanti tutta!” e, come in marina, forzeremo
i nostri motori lungo la rotta programmata. Ma questo accadrà anche grazie al
nostro modo di “disturbare” con discrezione. Come, per esempio, ha dimostrato
il caso di una proprietaria diffidente verso le agenzie, perché le due
precedenti a cui aveva affidato la vendita non avevano prodotto risultati, così
come del resto era avvenuto con la successiva messa in vendita in conto proprio.
Nonostante i pregiudizi, però, dopo appena una settimana dal
nostro primo approccio, ci ha indicati all’acquirente come l’agenzia di fiducia.
Questo è un bellissimo esempio di come un disturbo diventi
un’opportunità, perché occorre anche saper disturbare, avvalendosi della
propria esperienza nella gestione delle compravendite.