PIÙ INDUSTRIA PER AVERE PIÙ RICCHEZZA
Grazie all’ingegno delle aziende italiane non è soltanto
la gestione della pandemia a far discutere dell’Italia nel mondo. Il vostro
contributo è stato infatti prezioso per concludere con tre mesi di anticipo il
Progetto Riachuelo, per il disinquinamento del bacino idrografico Matanza-Riachuelo,
a Buenos Aires.
Si tratta della più importante opera del governo
argentino fra quelle finanziate dalla Banca Mondiale. Il vostro Gruppo, in
questo caso con la partnership di Salini Impregilo, si conferma ambasciatore di
un secondo rinascimento, rilanciando l’ingegno e la grande duttilità delle PMI
che, nonostante l’ideologia burocratica contro l’impresa in atto in Italia,
proseguono nella direzione della qualità assoluta in ciascun progetto
industriale. Potremmo dire che, nonostante la pandemia, non tutto è negativo… No,
non è tutto negativo, per esempio in questi mesi abbiamo imparato a lavorare da
remoto, cosa che facevamo in casi sporadici. Questa modalità ci ha consentito
di ridurre tempi e spese di trasferta, voci di bilancio cospicue nella nostra
impresa, dal momento che interveniamo nei cantieri di diversi paesi nel mondo con
la progettazione e la costruzione di macchine per scavare tunnel e gallerie
sottoterranee o sotto il livello del mare. Il tunnel lungo circa 12 chilometri,
costruito sotto il fondale del Rio de la Plata, per esempio, permetterà di
scaricare per diffusione le acque reflue in uscita dal nuovo impianto di
trattamento, migliorandone la qualità ambientale. Un apposito liquido depura
l’acqua inquinata mentre attraversa gli ultimi tre chilometri e mezzo del
tunnel sottomarino, da cui si diramano una serie di tubi verticali diffusori in
acciaio inossidabile, di 700 millimetri di diametro, impiantati grazie alle
nostre macchine.
Abbiamo visto in loco fare i primi cinque fori nel tunnel e,
dopo aver istruito il cliente sull’utilizzo delle macchine, abbiamo seguito le
altre operazioni via web. Dai nostri uffici di Gaggio potevamo controllare in diretta
lo svolgimento di ciascuna fase nel tunnel argentino, avendo predisposto in
ufficio un pannello di comando identico a quello utilizzato dalla nostra
macchina attiva nel tunnel.
In questo modo, siamo riusciti a concludere il progetto in
anticipo rispetto al tempo preventivato.
Il telelavoro è uno strumento molto utile nelle
emergenze, ma lavorare tramite uno schermo è sempre efficace? È e sarà
sempre necessario incontrarsi, per esempio, soprattutto nei casi in cui
occorrono indicazioni tecniche precise tra operatori che non si conoscono.
Inoltre, guardando l’interlocutore negli occhi si possono cogliere molte
sfumature, spesso impercettibili quando la comunicazione si svolge tramite lo
schermo. Diverso è il caso, invece, in cui la collaborazione è già avviata e si
è instaurato un rapporto fiduciario tra gli interlocutori, com’è avvenuto per
il Progetto Riachuelo.
Quali sono le prospettive che intravede nei prossimi anni
per il settore? Le prospettive sono ottime per chi offrirà competenze
superiori alla media: per questo dobbiamo non soltanto investire in qualità, ma
anche creare opportunità. Inoltre, sarà essenziale che lo stato investa i fondi
europei in infrastrutture e in tutti i comparti più rilevanti dell’industria italiana,
dalla meccanica in generale alla carpenteria navale, alla grande industria
alimentare: serve più industria per avere più ricchezza. A questo proposito è
necessario che lo stato promuova un sistema di fondi che sia favorevole alle
esportazioni, che hanno costi sempre più elevati, dal momento che poi è lo
stato a trarre vantaggio dalla nostra riuscita.
Cosa risponde a chi propone di statalizzare gli ospedali
e le industrie? Le ASL sono già statalizzate, dobbiamo statalizzarle
ulteriormente, nonostante molte non funzionino? Sono sempre più numerose quelle
che chiedono continuamente donazioni o finanziamenti privati. Non è possibile andare
avanti così. Senza contare, poi, che non basta finanziare l’acquisto di macchine
sempre più tecnologiche, se poi non si promuovono corsi per insegnare ai medici
come farle funzionare.
Inoltre, lo stato deve pagare le imprese sue fornitrici in
tempi brevi, non dopo anni. Anche per questo sono sempre di più le aziende
straniere che si trasferiscono dall’Italia.
Non è lo statalismo, ma quello che in Italia è inteso come
disturbo, cioè l’impresa, la vera carta vincente del secondo rinascimento del
paese.