CARTOLERIA AL BALANZONE: 150 ANNI DI ARTIGIANATO DEL LUSSO E DELLA BELLEZZA
Entrare nella Cartoleria Al Balanzone è quasi come
trovarsi nel teatro della Commedia dell’arte, accolti da una sciarada di racconti
e curiosità che accompagnano la presentazione di penne, matite, agende, sottomani
e altri strumenti di cartoleria unici, frutto dell’impiego di materiali e di produzioni
artigianali affidate alla cura e all’ingegno di maestri artigiani, ormai sempre
più rari. Questi e altri oggetti entrano in scena nell’antica bottega bolognese
di via Luigi Carlo Farini 7, inaugurata centocinquant’anni fa nella sede attuale.
È qui che la corte degli Alcione continua a collezionare in modo quasi certosino
tutte le sfumature della cartoleria di qualità, da quando ne è divenuta
proprietaria, rilevando il negozio cinquant’anni fa. Pasquale Alcione, come
incomincia la vostra scommessa?… Nel 1957, dopo aver conseguito il diploma
a Firenze, sono stato assunto come aiuto commesso in una fra le più antiche
cartolerie d’Italia, con sede in Piazza della Signoria. All’epoca guadagnavo 48
mila lire al mese, più 5 mila lire come premio per la mia conoscenza delle
lingue. A Firenze, infatti, era d’obbligo conoscere le lingue per lavorare. Nel
dicembre 1960 avevo già sposato Eugenia – moglie e madre che sarebbe divenuta
fedele alleata nell’avventura che stava per incominciare – quando ho incontrato
Luciano Cortini, un rappresentante della Olivetti che cercava agenti per promuovere
la linea di secondo livello di macchine da scrivere, Antares. Ho lasciato
allora l’attività in negozio per dedicarmi alla nuova proposta. Viaggiavo in
alcune città della Toscana con la Vespa che mi prestava mio cognato, perché non
avevo ancora né patente né automobile, all’epoca prerogative di cittadini
benestanti. Le vendite s’intensificavano e il mio tutore, Cortini, mi assegnò
altre regioni, come Umbria, Marche e Abruzzo. L’Italia industriale aveva fame
di diventare una grande nazione e anche le mie vendite procedevano con un buon
ritmo.
Degli anni del cosiddetto boom economico restano due
icone, dell’industria automobilistica italiana in particolare: la Vespa e la
Cinquecento. Ma resta anche l’immagine di miriadi di segretarie intente a battere
le dita sulle macchine per scrivere mentre redigevano lettere commerciali… All’epoca
viaggiare per l’Italia non era comodo come oggi. Io avevo il Cinquecentino con
cui potevo raggiungere i rivenditori di macchine per scrivere di Bari, Brindisi
e Lecce, ma dovevo visitare anche quelli di comuni con almeno 5000 abitanti. La
maggior parte delle volte dieci rivenditori mi dicevano di no, ma bastava che
uno confermasse l’ordine per rendere proficuo il viaggio. Ero bravo, mi dicevano,
perché io non vendevo le più note macchine Olivetti, Remington o Everest, e la
ditta mi assegnò anche tutto il versante adriatico. Non ho imparato la
geografia dell’Italia a scuola, ma la conosco benissimo perché ho attraversato
in lungo e in largo tutta la penisola per tre anni e virgola.
Per questo vedevo poco la mia famiglia.
Un giorno rientrai in casa dopo quattro settimane e, quando
presi in braccio mia figlia Barbara, nata da pochi mesi, prima mi si strinse al
collo e poi incominciò a protestare a suo modo: in un attimo era cambiato tutto
per me.
La sua scommessa è proseguita allora nella città
meneghina… Avevo mantenuto buoni rapporti con i proprietari dell’antica ditta
di cartoleria di lusso di Firenze e mi raccontarono di avere in programma l’apertura
di una filiale a Milano. Quindi tornai a lavorare nel negozio di Piazza della
Signoria e, dopo circa due anni, la proprietà aprì il nuovo negozio a Milano,
di cui sarei stato il direttore per sette anni. Conoscevo bene quel lavoro,
perché nella sede di Firenze avevo seguito le varie lavorazioni dei prodotti di
pelletteria e quelle per la stampa, fino agli articoli da regalo e alla
gestione dei fornitori. Si apriva, intanto, la fase degli anni di piombo: era
un periodo difficile per il paese perché incominciavano anche gli scioperi, gli
studenti universitari organizzavano cortei e si picchiavano nella vicina Piazza
San Babila. I negozi erano chiusi o aperti a seconda dell’ondata di guerriglie
in strada ed erano più le volte che soccorrevamo i ragazzi feriti che quelle in
cui vendevamo la nostra merce. Poi, alle 17.00 del 12 dicembre 1969 scoppiò
quella bomba nel cuore di Milano: era la strage di Piazza Fontana.
In quella Milano non mancavano però artisti e celebrità
che vi confermavano la fiducia… Noi avevamo clienti fedeli, di cui molti erano
artisti, fra cantanti, attori e pittori. A Milano abbiamo servito Lucio Dalla,
Romina Power e Albano Carrisi, ma anche Giorgio Gaber e Ombretta Colli, Mina e
Augusto Martelli, Renato Rascel, Nino Taranto, Celentano e Claudia Mori, le
gemelle Kessler. Con Lucio Dalla era nata una bella amicizia e, quando abbiamo rilevato
il negozio di Bologna, è rimasto tra i nostri clienti più affezionati.
Qualche anno più tardi, infatti, volle ospitarci sul suo
motoscafo, accolti dal marinaio di fiducia per fare il giro completo delle
Tremiti fino a San Nicola.
Io mi sono formato in una scuola che sta scomparendo sotto i
colpi della burocrazia: la bottega italiana.
Non avrei potuto gestire un negozio come Al Balanzone senza
questa formazione.
Ecco perché sono convinto che soltanto Barbara e Simone, i
miei due figli oggi alla guida della società e con un’esperienza di oltre
trent’anni al mio fianco, possono proseguire la tradizione della cartoleria di
lusso.
Ho sempre inteso la cartoleria come la boutique dell’alta
moda: da noi si possono trovare oggetti unici, di livello superiore rispetto
alla media, spesso prodotti dagli ultimi artigiani italiani.
La quotidianità, infatti, è un lusso da vivere circondandosi
di oggetti che sono piccole opere d’arte: questo vuol dire essere italiano.
Dalla Milano delle celebrità siete poi approdati al cuore
della città del Dottor Balanzone… Nel 1969, in una fiera del settore avevo
sentito da un nostro fornitore dell’imminente vendita di un negozio bolognese
di circa cento anni. La proposta di acquisto era arrivata dalla proprietaria,
della nobile famiglia Malavasi, la quale a sua volta l’aveva ereditato dai
vecchi proprietari. Con mia sorpresa il negozio di Bologna fu acquistato dal
nostro fornitore di Milano, il quale mi chiese poi di diventare socio. È stato
così che il primo giugno 1970 entrai nella nuova società a Bologna, dove poi
trasferii la mia famiglia.
Il negozio era stato aperto nel 1867, in Via Farini 7,
all’angolo con la Piazza Cavour e sotto il portico affrescato del palazzo in
cui ha sede la filiale della Banca d’Italia – dov’è sito ancora oggi (Foto 1) –
e si chiamava “Carteria Duttòur Balanzòn” (Foto 2), nella cui ragione sociale
era stata poi aggiunta l’immagine stilizzata della maschera tipica di Bologna,
il Dottor Balanzone.
Oggi, la Cartoleria Al Balanzone resta l’unica cartoleria
storica di Bologna e una fra le più antiche d’Italia.
Incomincia così la nuova avventura del Dottor Balanzone… Devo
ringraziare mia moglie Eugenia, perché con il suo sostegno abbiamo compiuto
questa traversata con grandi soddisfazioni.
Nel dicembre 1990, quando abbiamo rilevato le quote dei soci
di capitale, abbiamo modificato il nome della società in Al Balanzone Sas di
Alcione Pasquale & C., in cui “Company” indicava la nostra impresa di
famiglia. Ho subito voluto dare un’attenzione nuova alla cartoleria.
Mentre altre, infatti, si facevano concorrenza promuovendo
prezzi più bassi di quelli dei grandi magazzini, come la Standa per esempio,
noi osavamo vendere cartoleria di lusso. Io sono stato cercato come socio
proprio perché ero diverso da tutti i cartolai.
Ho incominciato allora a mettere in discussione alcune
abitudini della gestione precedente, i cui commessi avevano accettato di
svolgere mansioni di segreteria nei tribunali, per conto di clienti notai e
avvocati. Ho preteso, inoltre, che il negozio fosse svuotato della vecchia
cartoleria, introducendo il mio campionario di ditte artigiane italiane, con
cui avevo collaborato nei negozi di Firenze e di Milano. Dopo il primo anno di
attività, il fatturato aumentava, incrementando i guadagni.
Ecco perché, nella seconda metà degli anni Settanta, abbiamo
aperto altri due negozi, di cui uno dedicato soltanto a prodotti di
cancelleria, in Via Garibaldi 9.
È un dettaglio che qualifica il vostro negozio avere
proseguito le collaborazioni con vari artigiani italiani da oltre cinquant’anni.
Oggi, chi acquista dalla Cartoleria Al Balanzone non acquista un prodotto, ma
un manufatto d’arte… Barbara e Simone proseguono la collaborazione con i
nostri artigiani di fiducia e sono impegnati ciascun giorno a cercare nuove
ditte artigiane.
Anche se oggi in Italia è in atto un attacco senza
precedenti verso gli artigiani, oberati dalla burocrazia che tutto vuole
parificare. È sempre più difficile, per esempio, trovare e formare un
apprendista, perché costa troppo e l’artigiano spesso lavora a mano, quindi non
produce in serie. Eppure, la tradizione manifatturiera italiana deve molto alle
botteghe. Non avremmo avuto Giotto o Leonardo senza quelle botteghe: questa
pratica non s’impara certo a scuola. L’arte della rilievografia, per esempio,
si acquisisce soltanto se tramandata di bottega in bottega e di generazione in
generazione.
Lei ha ricevuto vari riconoscimenti e onorificenze, a testimonianza
della qualità della vostra esperienza. Cosa significa oggi gestire un negozio
di centocinquant’anni?… Nel 1994 ho ricevuto il titolo di Cavaliere della
Repubblica Italiana e il 5 aprile 2009 sono stato insignito del titolo di
Maestro del Commercio per aver svolto oltre cinquant’anni di attività. Nel
2010, in occasione del centoquarantennale, abbiamo ricevuto anche una targa
celebrativa dalla Camera di Commercio. È molto faticoso oggi gestire un negozio
che rappresenta il vero made in Italy, più apprezzato da americani, tedeschi,
spagnoli e francesi. È curioso che popoli che per l’italiano medio
rappresentano l’avanguardia in tutto, siano poi quelli che meglio intendono il
valore del prodotto artigianale italiano.
Barbara e Simone, prosegue con voi oggi la scommessa del
Balanzone, che offre ancora una volta i servizi più innovativi rivolti a
clienti non soltanto di Bologna… Il Dottor Balanzone è il vero “dotto” in
materia di articoli di cartoleria, servizi e oggetti dedicati a chi cerca la qualità
delle lavorazioni delle nostre antiche e moderne botteghe italiane.
Non a caso riceviamo clienti anche da altre città d’Italia e
del mondo, che acquistano da noi, oltre ai prodotti di cancelleria, le borse e
i portafogli di eccellente manifattura su cui è apposto il marchio “Al Balanzone”,
come tracciatura della filiera produttiva di vero made in Italy.
Da cinquant’anni qui si possono trovare oggetti unici e
stampe d’arte, dal pellame pregiato per piccola e grande pelletteria alla carta
filigranata, alle matite, alle stilo e alle sfere, con un’ampia selezione di
articoli da regalo. Il nostro negozio è da sempre riferimento sicuro per gli
appassionati della stampa artigianale, nelle diverse tipologie tradizionali, e
oggi anche di quella digitale, frutto delle più innovative tecniche. Per questo
serviamo a Bologna le famiglie che più hanno dato lustro alla città,
realizzando in carta a mano, carta vergata e carta filigranata biglietti da
visita, partecipazioni di nozze, buste e inviti, menù e segnaposto pregiati, ma
anche stampe, rilegature e calendari personalizzati. E c’è chi chiede anche
d’impreziosire la confezione del regalo con il biglietto da visita Al
Balanzone, che ritrae uno scorcio della Bologna antica in litografia firmata da
Carlo Caporale.
Quanto è importante la carta nell’arte della cartoleria
italiana?… Per un negozio come il nostro rappresenta l’eccellenza. Si
contano sulle dita di una mano, infatti, gli artigiani della stampa e noi siamo
fra questi, anche per quella digitale. Il problema è che, per un verso, molti artigiani
ormai anziani chiudono le botteghe perché non hanno allievi e, per l’altro,
sono tanti quelli che s’improvvisano esperti della stampa digitale.
La stamperia specializzata è la più raffinata arte della
stampa. Ne sono un esempio la stampa in smalto a rilievo o con litografia
incisa su pietra.
Noi produciamo su carta anche gli stemmi di famiglia e i tableau
mariage dipinti a mano per le nozze. Inoltre, collaboriamo da oltre
cinquant’anni con una fra le più antiche cartiere del mondo. La cartiera Amatruda
produce la preziosa Carta di Amalfi, già molto apprezzata sin dal 1200. Questa
carta pregiata è utilizzata oggi non solo per la stampa di libri d’arte, ma
anche per carta da lettera, biglietti da visita, partecipazioni, lavorati
secondo la tradizione amalfitana. Siamo, quindi, instancabilmente ancora in
prima linea per fare cose uniche.
La critica alla società dei consumi e l’attenzione all’ambiente
stanno frenando la mitologia “usa e getta” anche fra i giovani, sempre più
orientati all’acquisto di prodotti non standard e che mantengono la qualità negli
anni. Come andate incontro alle loro esigenze?… Manufatti con materiali e
lavorazioni di qualità evitano gli sprechi, perché non si gettano via a breve
termine.
Inoltre, noi facciamo confezionare dai nostri artigiani di
fiducia le custodie degli album fotografici, servizi da scrittoio su misura e
scatole in cuoio, e disponiamo di oggetti da scrivania, lampade di design e
mappamondi particolari.
La nostra è una battaglia quotidiana anche nella continua
ricerca di aziende giovani e di qualità nel settore, che producono manufatti di
pelletteria artigianale su misura. Esigiamo di lavorare con aziende italiane
che non utilizzano produzioni cinesi, poi marcate come italiane, soggette in breve
tempo a usura, perché di scarsa qualità: avere cura dell’ambiente è una questione
di cultura della qualità.
Il bello dell’Italia è sempre stato nel consentire la
diffusione del lusso – favorendo così la nascita di un’ampia categoria di
cittadini: la classe media – e noi abbiamo colto questa lezione, per questo ai
nostri clienti, che vanno dall’appassionato della carta a stampa tradizionale a
quello rivolto a innovative produzioni a stampa digitale, noi offriamo
consulenza grafica in sede, a seconda della particolarità della richiesta.
Le tendenze stanno cambiando e noi ci avvaliamo di nuovi
strumenti di stampa e grafica, accanto a quelli tradizionali. Abbiamo
acquistato un plotter da stampa che costa come un’automobile, dedicando a
questo tipo di stampa un’apposita sala, dove stampiamo inviti per tutte le
occasioni, biglietti augurali e molto altro ad altissima definizione. Collabora
con noi, infatti, una professionista esperta molto richiesta per la stampa in
digitale di adesivi, loghi di nostra invenzione, plotter da stampa, depliants,
flyer, poster, etichette, banner, vetrofanie e adesivi per vetrine e per
automezzi. Non è facile trovare a pochi passi dall’ufficio, nel centro storico
della città, servizi di questa qualità. Ecco perché riceviamo molte richieste e
questo ci consente di mantenere prezzi accessibili. Con l’attacco del Covid-19
oggi gli italiani hanno l’occasione di riscoprire e d’investire negli ultimi
artigiani, nelle botteghe dei commercianti e nelle imprese del nostro paese che
producono e vendono ancora, ostinatamente, oggetti made in Italy.