LA MANIFATTURA ITALIANA SOLLEVERÀ LE SORTI DEL PAESE
L’industria manifatturiera è un asset fondamentale per il
nostro paese e per la sua competitività a livello internazionale. È il settore che
ha avuto la crescita più alta di produttività negli ultimi vent’anni e ha
sollevato il paese: fatto 100 nel 1999, l’indice nel 2019 è salito a 129 nella
manifattura, mentre quello della pubblica amministrazione è sceso a 87,5 e
quello delle costruzioni a 78,9.
Il manifatturiero coinvolge in Italia quasi 500 mila
aziende, ha quasi 4 milioni di occupati e genera 267 miliardi di euro di valore
aggiunto. A fine 2019, l’Italia rientrava nella Top 5 mondiale dei paesi con
surplus manifatturiero superiori a 100 miliardi di dollari.
Sono tanti i settori nei quali abbiamo eccellenze assolute a
livello mondiale, nonostante le nostre aziende lavorino in un contesto pieno di
zavorre, dalla pubblica amministrazione inefficiente, costosa e
autoreferenziale, alla diffusa cultura anti-industriale di molta parte della
popolazione.
In Italia c’è un livello di tecnologia, di cultura del
lavoro, d’inventiva e d’iniziativa imprenditoriale che fa del nostro paese uno
dei più sviluppati nel pianeta. Siamo riusciti a far entrare l’arte, la
bellezza, l’estetica e il gusto anche nelle imprese, nei prodotti e nei luoghi
di lavoro. Anche questo è un tratto distintivo tipicamente italiano, che
abbiamo diffuso nel mondo.
Questo forum (La macchina e la tecnica.
L’invenzione, l’arte, la libertà d’impresa, 10
settembre 2020) si svolge in un momento storico particolarmente difficile. I
dati più recenti (Fonte Ambrosetti) sono impietosi: il nostro PIL è sceso del
-10,8% e la produzione industriale del -21,4%; a oggi, più di 500 mila persone
hanno perso il posto di lavoro, cifra peraltro compressa dal divieto di
licenziamento tuttora in vigore; in luglio è stato stimato che il rapporto
debito-PIL abbia raggiunto il 157,6%, un numero mostruoso. Ma qual è
quell’impresa, quella famiglia, quel single, che può continuare a resistere se
sistematicamente spende più di quanto guadagna? Il lockdown, poi, oltre ad aver
generato un impatto fortemente negativo sull’economia, ha causato un forte impatto
sulla nostra vita sociale: mi riferisco in particolare agli effetti deleteri
sui giovani, sia dal punto di vista scolastico sia da quello della socialità;
per inciso, non vorrei che i miei figli assumessero l’atteggiamento che davanti
ai problemi ci si chiude in casa e ci si isola dagli altri! Purtroppo, stiamo
registrando un repentino cambiamento dei nostri modi di vivere e di lavorare e
non siamo in grado di definire se questi cambiamenti saranno stabili o temporanei.
Tuttavia, ora più che mai, non è il momento di chiudersi in
casa per mesi, isolarsi dagli altri e farsi prendere dalla paura o dallo
scoramento.
Anzi, proprio di fronte a grandi problemi, cambiamenti e
incertezze, è richiesto a noi tutti e in particolare a chi ha incarichi di
responsabilità, di avere forza, coraggio, lucidità, competenza, visione del
futuro e concretezza, testa e cuore, voglia di vivere e non risparmiarsi per
costruire un futuro di valore e di valori, ingegno e intraprendenza. In breve,
siamo chiamati a dare il meglio di noi stessi, come uomini e come
professionisti.
Che cosa sta facendo la nostra azienda, M.D. Micro Detectors
S.p.A., in questo contesto di mercato, in cui il volume delle vendite non solo
non è in crescita come da aspettative d’inizio anno, ma addirittura è in contrazione?
Se negli ultimi anni la nostra azienda aveva rivisto profondamente la propria
organizzazione e il proprio sistema produttivo per esaltare i prodotti e la
tecnologia, fornendo un servizio basato su alti livelli di velocità,
flessibilità ed efficienza, adesso sta prendendo una serie di provvedimenti a
tutela della solidità patrimoniale e finanziaria: riduzione delle ore di lavoro
prestate cercando di redistribuire sull’intera struttura il calo di lavoro ed
evitando di lasciare a casa del personale; taglio di una serie di voci di costo
considerate non strettamente indispensabili in questo contesto; incremento della
velocità di esecuzione e della flessibilità per rispondere rapidamente alle
esigenze dei clienti; continuazione del piano di investimenti in nuovi
prodotti, macchinari e attrezzature produttive; utilizzo di nostri sensori in
applicazioni dedicate alla produzione di dispositivi medicali o attrezzature,
specifici per il contrasto al Covid-19. In pratica, stiamo lavorando in
“modalità sopravvivenza”, continuando però a investire e a sviluppare nuovi
prodotti, pronti ad azionare nuovamente la “modalità crescita e sviluppo”, che è
quella naturale delle imprese.
Non vorrei minimizzare i tragici eventi occorsi in questi
ultimi mesi e tuttora in corso, ma la storia umana è piena di periodi di grande
crisi, costellati di episodi drammatici. A noi l’onere e l’onore di affrontare
e superare queste circostanze, come cittadini, come lavoratori, come
imprenditori.
Non è il momento di puntare tutto (o gran parte) sull’aiuto
dello Stato o su quello divino: ciascuno di noi faccia la propria parte e sia
pronto a compiere sacrifici e rinunce, a metterci tanto del proprio,
rimboccandosi le maniche, senza pretendere l’aiuto di altri.