PERCHÉ L’INCONTRO È ESSENZIALE NELLA VENDITA DI UN IMMOBILE
Il mercato immobiliare di Bologna ha registrato finora
maggiore stabilità rispetto a quelli di altre città del Belpaese, nonostante le
flessioni negative nel settore dovute alla fase di lockdown, in cui è stato
utilizzato soprattutto il web per presentare gli immobili. Nella sua pratica di
agente immobiliare, che ha investito nell’apertura di diverse filiali dell’Immobiliare
Santo Stefano, quanto è ancora essenziale l’incontro con l’acquirente all’interno
dell’immobile da proporre? Nel nostro lavoro l’incontro non è soltanto
imprescindibile, ma è anche un’arte. Proporre immobili, promuoverne la visita,
raccontare e presentare nel momento della visita le caratteristiche e gli
aspetti, sia positivi sia negativi, avendo davanti l’interlocutore, consente
anche a noi di rispondere in maniera più precisa alle esigenze dell’ospite, il
quale ha un proprio modo di ascoltare e di osservare, un’educazione e un suo modo
specifico d’interagire con l’agente immobiliare che lo introduce nell’immobile.
Questa “arte dell’incontro” si perderebbe inevitabilmente se ci avvalessimo
soltanto delle nuove risorse informatiche e digitali, che, se sono essenziali per
soddisfare la richiesta iniziale d’informazioni, non possono però sostituire
l’incontro.
Un bene diventa tale lungo l’incontro, prima di questo è
un immobile come tanti altri. Anche linguisticamente, sembra quasi che
“l’agente” sia essenziale perché “l’immobile” non sia inteso come qualcosa di
statico. La casa, infatti, acquisisce luci e sfumature nuove lungo l’incontro e
il racconto dell’agente immobiliare.
Può raccontare qualche aneddoto al riguardo? Il
momento dell’incontro è sempre stato fondamentale, perché delle case ci
s’innamora. Le valutazioni più razionali, infatti, sono effettuate di solito
sempre in un secondo momento, ed è giusto che sia così perché l’acquisto della
casa non è come quello di un bene di largo consumo. L’agente immobiliare apre
le porte di un’abitazione che sarà, presumibilmente, il luogo in cui nascerà e
crescerà una famiglia, per esempio. Figuriamoci se questa ambientazione può
essere presentata per via informatica.
Noi proponiamo una prima visita attraverso un tour virtuale,
con fotografie in alta definizione, con progettazioni e angolazioni dettagliate.
Tuttavia, queste presentazioni via web hanno il limite di non mostrare gli
elementi negativi dell’immobile. Per quanto poetico possa essere il racconto
dell’immobile tramite il web, sarà sempre limitato dalla descrizione tecnica, che
non tiene conto dell’esperienza di visitare la casa in vendita entrando nelle
sue sale. Nella descrizione dell’immobile, per esempio, la frase “ha una bella
vista” non dice nulla.
Soprattutto, resta asettica perché non è pronunciata con
quello specifico tono di voce e quelle sfumature che potremmo chiamare teatrali
e che sono imprescindibili per l’agente immobiliare. L’incontro è davvero il momento
principale nella valutazione dell’immobile.
Voi avete pensato anche a tre tipi di sedi per favorire i
diversi momenti dell’incontro… Noi abbiamo rivisitato il concetto di
agenzia immobiliare attraverso le nostre tre sedi. Due sono le agenzie immobiliari
con vetrina, in cui è svolta l’attività di front office, quasi come degli
showroom in cui avviene una prima visita del cliente. In questi casi, le
domande vertono sugli aspetti estetici dell’immobile, si guardano fotografie e
si discute di alcuni problemi: sono sedi dedicate a un primo incontro
ricognitivo.
La sede di piazza Trento Trieste, invece, è stata
predisposta per incontri riservati, dove si abbozzano progetti su misura, con
accesso del pubblico su appuntamento. In questi casi, si tratta d’incontri vis-à-vis,
in cui effettuiamo transazioni. In questo modo l’incontro è valorizzato ancora
di più.
Nello showroom, come dicevamo prima, l’incontro consiste in
un primo approccio, in cui cerchiamo di capire quali sono le ambizioni, le
esigenze e le necessità dell’acquirente. Nella sede più riservata, invece,
l’incontro si svolge in modo diverso, in una fase più avanzata della
trattativa, in cui si vagliano le proposte di acquisto e si progettano nuove
tipologie d’investimento.
È in questo caso che i mattoni “fanno muro” nei termini in
cui, anziché costituire il limite invalicabile della casa, ci consentono di
divenire una squadra con il cliente, insieme al quale corriamo per portare in
porto il progetto di acquisto.