INAUGURATO A SASSUOLO IL PRIMO ATELIER MONOMARCA OPI[MO]
Nonostante la crisi post Covid-19 abbia colpito
particolarmente il settore moda, il 12 giugno scorso, OPI[MO] ha inaugurato il
suo primo atelier monomarca d’Italia, nella centralissima via Fenuzzi a Sassuolo,
con l’intervento dell’assessore al Commercio, Massimo Malagoli.
Finalmente le clienti potranno toccare con mano e provare
capi di abbigliamento made in Italy, già molto apprezzati in America e frutto
dell’esperienza di oltre trent’anni di Crea Si, il service da lei fondato a
Carpi nel 1989, specializzato nella progettazione e nella creazione di campionari
per le grandi griffe italiane e straniere… Il brand Opificio Modenese, OPI[MO],
è nato nel 2012 per offrire alla donna abiti ricercati che la facciano sentire
unica. Per me un abito è un investimento, non propongo una moda veloce “usa e
getta”, le nostre creazioni vanno oltre le tendenze e sono destinate a durare
nel tempo. Certo, siamo sempre aggiornati sui trend del momento, ma cerchiamo
di reinterpretarli e di farli nostri, seguendo lo stile che ci contraddistingue.
In questo vi aiuta anche il saper fare artigianale del
distretto tessile carpigiano, uno dei principali in Italia per maglieria e abbigliamento,
oltre che le innovazioni tecnologiche di cui il vostro service si è sempre dotato.
Ma quali sono, in particolare, gli aspetti che rendono unici i vostri capi? Per
esempio, curiamo molto le stampe.
All’inizio le acquistavamo dai produttori di tessuti, poi
abbiamo deciso di farle realizzare al nostro ufficio grafico, in modo da avere
l’esclusiva e da impreziosire ancora di più l’abito. Ma la nostra ricerca si
estende ai tessuti, al filo per rendere le cuciture più elastiche e alla cura
dell’interno, ancora più che dell’esterno, perché la qualità non deve limitarsi
alle parti visibili.
L’atelier di Sassuolo è nato anche con l’intento di avere
un’eco più diretta dei gusti e delle preferenze del pubblico.
Finora, nelle occasioni in cui abbiamo allestito temporary
store stagionali, le clienti ci hanno dato riscontri molto positivi
rispetto alla qualità dei capi acquistati, tant’è che sono tornate l’anno successivo
alla ricerca delle novità.
Purtroppo, il periodo non è dei migliori, molte donne stanno
ancora lavorando in smart working e non sono tanto spinte all’acquisto
di nuovi vestiti. Tuttavia, noi avevamo preso in affitto questo spazio prima
della pandemia e abbiamo deciso di proseguire, anche perché la produzione intanto
è andata avanti e non avrebbe avuto senso perdere l’occasione di metterla in
vetrina. Di conseguenza, senza fretta, scommettiamo che questa esperienza
d’incontro con il pubblico possa aiutarci nel nostro cammino. E a fine agosto
siamo andati on line con il progetto Sensitive… Di cosa si tratta? Da un
paio di anni stiamo facendo ricerca su un tessuto molto innovativo, Sensitive®
Fabrics, un tessuto tecnico che deriva dalla lycra e all’inizio era molto
utilizzato per i costumi da bagno, mentre una ditta italiana è riuscita a
renderlo adatto per l’abbigliamento di vario tipo: dagli outfit casual
sportivi fino a look più formali. Noto per le sue alte prestazioni e
vestibilità, è un materiale molto confortevole, facile da lavare e
ingualcibile, traspirante e in grado di adattarsi a ogni movimento nelle
attività più svariate nell’arco della giornata. Tra l’altro, l’azienda italiana
che lo realizza investe molto sulla sostenibilità, monitorando ciascuna singola
fase del ciclo di produzione per ridurre l’uso di acqua, energia, prodotti
chimici e rifiuti. Inoltre, chi usa vestiti in Sensitive riduce l’impatto ambientale,
considerando che si lava a basse temperature, non richiede l’uso dell’asciugatrice
e non ha bisogno di essere stirato. Le donne che hanno incominciato a usare
capi realizzati con questo tessuto li trovano soprattutto comodi e versatili:
basti pensare che un’intera collezione di venticinque capi può essere ripiegata
in un trolley senza stropicciarsi. Riusciamo a realizzare addirittura capi
spalla, un genere difficilmente reperibile sul mercato in materiale sintetico,
ma noi, grazie alla nostra competenza e alla nostra creatività, confezioniamo
giacche classiche con questo materiale, con un doppio peso rispetto ai
pantaloni e con la cadenza di un capo in tessuto di lana, ma molto più
confortevoli perché elasticizzate.
Intanto, continuiamo a produrre le nostre collezioni e a
ricercare nuovi tessuti di fibra naturale come il bambù e la canapa, con un
alto livello di sostenibilità, anche se non è facile lavorare con queste fibre
e i problemi di smaltimento sono ancora tanti, per cui occorre fare attenzione:
non tutto ciò che è naturale è sostenibile.
Per quanto riguarda l’attività di Crea Si, invece, che
cosa è avvenuto in questi mesi? In piena emergenza sanitaria abbiamo realizzato
mascherine per la comunità, come tutti gli operatori della moda, e a giugno
abbiamo ripreso a lavorare in forza ridotta per la primavera- estate 2021. È
stato così anche in luglio e in agosto, anche perché usiamo la modellistica
virtuale in 3D, che al momento è molto utile. Speriamo che a settembre i nostri
clienti riprendano il ritmo delle stagioni e che il forzato calo che abbiamo
subito a causa dell’emergenza sanitaria possa servire ad avere più tempo nella
ricerca e nel miglioramento del nostro lavoro.