OCCORRE FARE FRONTE AI PROPRI IMPEGNI
Le vostre Officine Meccaniche F.lli Cinotti sono leader
nella produzione di alberi di trasmissione in diversi settori industriali, in
prevalenza in quello delle macchine agricole e movimento terra, con il 50 per
cento di fatturato estero. Come avete gestito la fase più cruenta
dell’emergenza da Covid-19? In Italia l’emergenza epidemiologica è iniziata
prima e in modo più virulento rispetto agli altri stati europei, per cui le
misure di sicurezza sono state più restrittive che in altri paesi.
Occorre capire, quindi, la disperazione di tanti
imprenditori italiani che rischiavano di perdere le commesse estere a causa
della chiusura imposta alle proprie aziende. Le industrie straniere, in
particolare tedesche, erano preoccupate per la solvibilità dei fornitori e
quindi per il rispetto dei tempi di consegna degli ordini effettuati.
Noi stessi abbiamo ricevuto lettere in cui veniva ribadito
il nostro obbligo di rispettare le scadenze, minacciando penali se non ci
fossimo attenuti ai patti. In queste lettere ci chiedevano anche di sollecitare
le associazioni di categoria a fare pressioni sul governo italiano per la
riapertura delle attività.
In caso contrario, tali imprese estere si riservavano di
chiedere a noi fornitori i danni patrimoniali. Alcuni clienti, inoltre, hanno
inviato questionari per verificare se avessimo rispettato tutte le procedure
indicate dai protocolli di sicurezza del Ministero della Salute, fra cui la sanificazione
certificata.
Uno dei nostri più importanti clienti tedeschi ha chiesto se
avessimo valutato l’impatto del Covid-19 sulla solvibilità da parte dei nostri
fornitori e la certificazione sulla funzionalità dei nostri impianti, perché le
nostre linee produttive avrebbero potuto subire danni in termini di controllo
della qualità, a seguito del fermo macchine imposto dal governo. Sono molte le aziende
italiane che hanno ricevuto richieste di questo tipo. Però, poi, è accaduto che
proprio i paesi europei più fiscali verso i fornitori italiani siano stati
costretti anch’essi a fermare le proprie industrie, seppure per un periodo più
breve.
Quali sono state le reazioni dei suoi collaboratori al
momento della riapertura e cosa rimarrà nella sua memoria dei mesi dell’emergenza?
I nostri collaboratori erano un po’ spaventati e preoccupati, però si sono dimostrati
tutti molto corretti e tranquilli.
Forse hanno percepito l’attenzione prioritaria alla loro
salute, anche perché noi siamo sempre stati una grande famiglia. Abbiamo
collaboratori molto capaci, perciò ci sembrava giusto fare fronte con
responsabilità ai nostri impegni, assicurando il pagamento degli stipendi
indipendentemente dalla cassa integrazione, che avrebbe avuto tempi di erogazione
più estesi.
Nel suo statuto di assessore allo Sviluppo Economico di
Alto Reno Terme, quali richieste ha ricevuto durante l’emergenza sanitaria e
poi economica? Le attività produttive sono state maggiormente colpite dalla
crisi post-coronavirus, soprattutto quelle a vocazione turistica e termale.
Anche il settore del commercio ha subìto gravi danni, in quanto i negozi sono rimasti
chiusi per circa due mesi e mezzo e i negozianti hanno dovuto pagare affitti di
non poco conto senza aver guadagnato niente. Ecco perché negli ultimi mesi
alcuni titolari di attività commerciali e imprenditori hanno chiesto aiuti
economici, che si sono aggiunti a quelli richiesti da altri cittadini già in
stato d’indigenza.
Abbiamo istituito perciò buoni di 75 euro a persona per
l’acquisto di beni alimentari e stabilito anche l’esenzione dalle tasse
comunali durante i mesi di chiusura dell’attività. Tali richieste sono state la
novità assoluta di questa crisi. Mi auguro che l’Italia trovi la forza per
ripartire e per investire e che gli italiani ci mettano tutto il loro impegno:
noi siamo un popolo che può fare moltissimo quando si mette in gioco.
Oggi sono sempre di più i cittadini che prenotano le
ferie nelle aree montane dell’Appennino, anche per la ridotta percentuale di
“assembramenti” rispetto alle città… Siamo stati abbastanza fortunati nell’Appennino
tosco emiliano, perché abbiamo registrato casi isolati d’infezione e un solo
decesso. Forse anche per questo il Comune di Alto Reno Terme ha ricevuto un
incremento delle richieste di case in affitto per la stagione estiva. È chiaro
che la vacanza nel nostro Appennino, equidistante dai capoluoghi della Toscana e
dell’Emilia Romagna, offre molte attrattive, fra gite al lago e passeggiate per
montagne e sentieri bellissimi, ma anche per gustare prodotti tipici locali.