OCCORRE ASCOLTARE SENZA PREGIUDIZI
Il Gruppo Palmieri ha proseguito nell’impegno di produrre
e consegnare macchine per tunneling e drilling in tutto il mondo anche durante
l’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Inoltre, nei primi giorni in cui il
virus è dilagato in Cina, avete registrato un aumento di richieste, ricevendo
anche lettere di ringraziamento dai vostri clienti… La nostra azienda opera
in tante nicchie di mercato nei settori tunneling e drilling, in cui abbiamo sviluppato
altrettante specializzazioni.
Pertanto oggi possiamo offrire molteplici soluzioni per
soddisfare esigenze diverse a seconda delle varie composizioni geologiche,
attraverso la varietà dei nostri sistemi di taglio e la produzione di utensili
per pozzi per acqua o per degasare le miniere.
Siamo gli unici al mondo nella realizzazione di frese per
gli scavi rettangolari in roccia e le tecnologie che abbiamo progettato ci
hanno permesso di raggiungere il massimo livello qualitativo, soprattutto nei
quattro o cinque mega progetti di cui siamo stati partner negli ultimi due anni
e, attualmente, non acquisiamo ordini di macchine speciali per almeno un anno e
mezzo o due, ma soltanto di attrezzature.
Ogni componente delle nostre macchine, come anche pezzi di
ricambio, utensili e teste rotanti per tunnel e pozzi per acqua, infatti, sono
prodotti su misura all’interno delle aziende del Gruppo. Ecco perché
recentemente abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento da parte della
società Esmeralda, proprietaria delle miniere di smeraldi più grandi del mondo.
In occasione dell’emergenza legata al Covid-19, abbiamo
aiutato un’azienda cinese nostra cliente, inviandole a titolo gratuito un
container carico di mascherine. Grazie al nostro gesto la collaborazione con questi
clienti è cambiata in modo notevole.
L’emergenza da Covid-19, infatti, ha provocato un’apertura
da parte delle imprese cinesi, che saranno sempre più disposte ad andare
incontro ai loro interlocutori italiani e soprattutto a integrarsi.
Come lei diviene interlocutore lungo la giornata? Per
me si è sempre trattato di favorire la collaborazione aperta e leale con chi
lavora con noi, siano essi clienti, fornitori, amici o dipendenti.
Se manteniamo questo atteggiamento di apertura, il giorno in
cui dovessimo trovarci in difficoltà basterà che ci rivolgiamo ai nostri
interlocutori, i quali senza indugio si preoccuperanno di darci una mano per
risolvere il problema. In questo mondo ciascuno ha bisogno dell’altro, nessuno
è escluso. È inutile starsene isolati, credendo di essere migliori di altri.
Naturalmente, occorre mantenere anche una dimensione
privata, ma ascoltare gli altri senza pregiudizi è uno sforzo essenziale da
fare per riuscire. Inoltre, divenire interlocutori permette di acquisire anche
insegnamenti e vantaggi reciproci. Per esempio, quando un ingegnere piemontese,
incontrato all’epoca in cui è stato dipendente di una società con cui abbiamo
collaborato, ha deciso di mettersi in proprio, noi abbiamo sostenuto la sua
scommessa acquistando le prime produzioni, anche se non ne avevamo bisogno. Il
risultato è che oggi la sua azienda dà la priorità alle nostre richieste. Sono
convinto che la riuscita di chi è arrivato ai vertici dei settori industriali
in cui opera sia stata attuata con questo metodo.
Spesso, però, questo non è l’approccio di chi assume lo
stereotipo dell’imprenditore più attento alla finanza che alla produzione,
secondo cui il tempo della parola deve essere escluso perché è inteso come non
produttivo rispetto all’obiettivo da raggiungere immediatamente… Ritengo
che questo approccio sia sbagliato, perché la questione è che occorre saper
fare bene il proprio lavoro, poi certamente gli aspetti finanziari entrano in
gioco e sono oggi di grande importanza.
Questa mentalità mi ricorda quello che mi è stato proposto
in passato a proposito di far gestire l’azienda da manager oppure di avvalermi
di un consulente esterno. Quello che affermo io è un concetto diverso. Le due ipotesi
potrebbero essere erronee perché, come dicevo, l’aiuto arriva soltanto da colui
con il quale abbiamo instaurato un’interlocuzione e del quale siamo noi divenuti
interlocutori.
Per questa ragione investo piuttosto in chi già opera in
azienda o ne conosce le dinamiche. Inoltre, la resa dei collaboratori è più
efficace quando si confrontano con il titolare dell’azienda invece che con un
estraneo che non rischia nulla se non la sua parcella. Ecco perché io sono
sempre disponibile con i miei collaboratori, con i quali siamo d’accordo che mi
chiamino subito appena interviene qualche problema. Il compito del capitano è
restare sulla nave.