I TALENTI PER LA SALUTE DELL’AMBIENTE E DEI CITTADINI
IMA Group è leader mondiale nella progettazione e
produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di
prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè. Con 6000 dipendenti,
45 siti produttivi, il 90 per cento di esportazione in 80 paesi, il Gruppo ha
concluso il 2019 con ricavi consolidati superiori a 1,600 milioni di euro. IMA
S.p.A. è quotata alla Borsa di Milano dal 1995 ed è entrata nel segmento STAR
nel 2001. In che misura l’innovazione costante giova alla vostra leadership
mondiale? Innanzitutto occorre una premessa: IMA ha la missione d’investire
in tecnologie per migliorare la qualità della vita sul pianeta, ridurre lo
spreco alimentare, aumentare l’accesso a farmaci sempre più efficaci e
promuovere la salvaguardia dell’ambiente.
È chiaro che, per adempiere a tale missione, l’innovazione è
imprescindibile, è la chiave della leadership che il mercato ci riconosce.
Dovendo seguire e, possibilmente, anticipare le esigenze dei clienti, non
possiamo proporre macchine costruite dieci anni fa, che difficilmente riescono
a produrre gli articoli richiesti oggi.
Inoltre, l’innovazione è indispensabile perché i clienti
sono sempre più proiettati all’aumento dei requisiti di efficienza e di
riduzione degli sfridi, ovvero dei costi di produzione, e si avvalgono della
misurazione del TCO (total cost of ownership, il costo di produzione di
una singola unità di prodotto) attraverso una serie di parametri, che
consentono di calcolare la convenienza della sostituzione di un impianto
obsoleto. I clienti più evoluti non si preoccupano tanto del prezzo di un nuovo
impianto, quanto del grado di efficienza, della diminuzione dei consumi e del
livello di manutenzione che riesce a garantire rispetto a quello in uso.
L’attenzione del vostro Gruppo per l’ambiente è
sottolineata persino nel logo aziendale, che rilancia il tema della
sostenibilità con il gioco di parole “Sustain Ability”, come dire che IMA
promuove innanzitutto l’abilità, quindi il talento, da cui poi derivano anche
quelle innovazioni che giovano alla salvaguardia dell’ambiente… Sul fronte
ambientale, di recente, abbiamo costituito il settore IMA Noplastic, con
diverse attività che stiamo conducendo per gestire materiali in plastica
compostabile di nuova generazione. L’opinione pubblica, giustamente, è molto
attenta a questi temi, quindi noi stiamo lavorando per dare ai nostri clienti
impianti in grado di seguire questi trend. Purtroppo, non sempre c’è un
approccio scientifico alla base di alcune prese di posizione, anche da parte
del nostro governo… Si riferisce alla plastic tax, che rischia di far
chiudere centinaia di aziende nella nostra regione? Sebbene questa imposta
non riguardi IMA neanche indirettamente, grazie alla sua diversificazione
geografica e di settore, è evidente l’impatto rilevante su una parte della nostra
base clienti in Italia. Consideriamo che nel settore della plastica in Italia lavorano
circa 50.000 addetti, in alcune migliaia di aziende concentrate in particolare
nel distretto dell’Emilia Romagna. Ora, un conto è incentivare gli investimenti
per la ricerca di nuovi materiali, un altro è penalizzare le aziende che, in
questo modo, non avranno mai le risorse necessarie per convertire i loro
impianti in direzione dell’economia green. Inoltre, non è scontato che si
ottenga sempre un vantaggio sostituendo un packaging in plastica con uno in
materiale differente: dipende dalle applicazioni e richiede studi approfonditi.
Ormai, molti clienti in Europa utilizzano il life cycle assessment (LCA),
un metodo scientifico per definire l’impatto ambientale e il ciclo di vita di
un prodotto, e valutano con intelligenza il materiale più adatto, in base al
tipo di prodotto e di applicazione.
Lei ha diretto il marketing strategico della divisione
caffè. Quali sono le attività che svolgeva nel suo lavoro? Da gennaio di
quest’anno sono diventato direttore commerciale della divisione caffè, mentre
fino a dicembre 2019 coordinavo le attività commerciali di cinque aziende della
stessa divisione.
Mi sono occupato principalmente di analisi di mercato per
definire il tipo di macchine da sviluppare in funzione dei trend. In uno
scenario come quello attuale è un compito molto difficile perché il mercato è
in continua evoluzione, oggi più che in passato, anche in virtù delle pressioni
sulla ricerca di nuovi materiali in sostituzione della plastica nelle capsule
per il caffè. In pochi anni si è passati dalla plastica tradizionale a quella
riciclabile e, di recente, stanno prendendo piede il compostabile e
l’alluminio. Le nostre macchine devono anticipare i tempi quasi di un anno, per
essere pronte quando i clienti iniziano a soddisfare la domanda.
Oltre a dare lavoro ai vostri 6000 dipendenti, voi siete
un riferimento per l’indotto della cosiddetta Packaging Valley… Questo è un
fiore all’occhiello della nostra politica di cui andiamo molto fieri: a ridosso
della crisi del 2008, abbiamo costituito una filiera con le nostre preziose
aziende fornitrici, acquisendo quote di minoranza per fornire loro la liquidità
necessaria in un momento di credit crunch. È stata una politica che ha
pagato molto perché abbiamo costituito un network di aziende che, utilizzando i
fondi investiti da IMA, sono riuscite a dotarsi di nuovi impianti per mantenere
aggiornato il proprio parco tecnologico.