IL GLUTINE E L’INFERTILITÀ
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
il 15-20 per cento delle coppie nei paesi industrializzati, circa una su
cinque, ha problemi di infertilità. Come influisce in questi casi l’alimentazione?
Nei casi di infertilità ho riscontrato spesso una celiachia non
diagnosticata o un’intolleranza al glutine. La celiachia è un’intolleranza
permanente alla gliadina, una sostanza contenuta nel glutine, componente proteica
del frumento e di altri cereali tra cui, per esempio, orzo, avena, segale e
kamut, in individui geneticamente predisposti può attivare uno stato infiammatorio
cronico della parete intestinale e la produzione di autoanticorpi. La celiachia
è associata a diverse manifestazioni intestinali ed extra-intestinali, alcune
delle quali sembrano avere importanti effetti sull’apparato riproduttivo (The
prevalence of coeliac disease in infertility, di G.F. Meloni, S. Dessole,
N. Vargiu, P.A. Tomasi, S. Musumeci, in Human Reproduction, 1999).
Evidenze scientifiche dimostrano che uomini e donne con malattia celiaca sono a
rischio di infertilità, con meccanismo autoimmune a causa di malnutrizione o malassorbimento
di sostanze nutritive essenziali (Reproductive changes associated with
celiac disease, Hugh James Freeman, in World Journal of Gastroenterology,
2010).
La ricerca dimostra inoltre, che donne con malattia celiaca
non diagnosticata possono avere le prime mestruazioni più tardi o in anticipo (Age
at menarche in girls with celiac disease di J. Rujner, in Ginekol Pol.
1999) e possono entrare in menopausa prima rispetto alla media. La riduzione
della fertilità è legata al progressivo invecchiamento ovarico, caratterizzato
sia dalla diminuzione del numero dei follicoli sia dal peggioramento della
qualità degli ovociti residui prodotti.
Il patrimonio follicolare della donna si forma prima della
nascita, a partire dalla quinta settimana. Al momento della nascita abbiamo soltanto
1 o 2 milioni di follicoli, che in età puberale si riducono a 300-500 mila.
Durante la menopausa i follicoli residui sono solo poche centinaia. Il motivo
per cui questi follicoli vanno in apoptosi non è la selezione naturale, ma un
processo di autodistruzione. Nella mia pratica medica ho avuto pazienti in
amenorrea o in dichiarata menopausa precoce che hanno ottenuto la ricomparsa
spontanea del ciclo mestruale dopo una dieta senza glutine.
Ogni volta che mangiamo farine con glutine, infatti,
produciamo anticorpi anti follicolo che minano la riserva ovarica con rischio
di infertilità o menopausa precoce. Oggi è possibile monitorare la riduzione della
riserva ovarica attraverso il controllo dei livelli dell’Ormone Anti Mulleriano
(AMH).
Cosa consiglia alle coppie con problemi di fertilità? Più
che il fumo, le onde elettromagnetiche, l’inquinamento o la vicinanza dello
smartphone, ritengo che l’infertilità maschile e femminile sia causata
dall’assunzione di cibi raffinati ad alto indice glicemico tra cui cereali con
glutine, poichè il corpo umano non è stato programmato geneticamente per
digerire questi cibi che hanno un effetto epigenetico, cioè alterano il DNA.
Attualmente, il 60 per cento degli uomini ha problemi di fertilità, mentre la
percentuale per le donne è più ridotta perché effettuano spesso controlli.
Oggi, è possibile eseguire un esame del DNA degli spermatozoi per valutare l’indice
di infertilità, perché la spermiocoltura (l’analisi del liquido seminale) non è
sufficiente.
Come avviene per la donna, anche nell’uomo il glutine può scatenare
patologie autoimmuni con disfunzioni endocrine e disbiosi intestinale. Un intestino
infiammato può diventare permeabile e batteri e sostanze infiammatorie possono invadere
la pelvi, la prostata e le vie spermatiche, alterando la forma e la motilità
degli spermatozoi e causando infertilità. Ora si sta cercando di isolare questi
batteri tramite l’identificazione del loro DNA: si parla di microbioma.
Una dieta aglutinata e ipoglucidica, associata a una terapia
antibiotica, possono migliorare lo spermiogramma dell’uomo e favorire talvolta
anche la fecondazione naturale. Un aneddoto a questo proposito può chiarire
quanto affermo.
Circa vent’anni fa, una delle mie pazienti cercava la
gravidanza, ma non rimaneva incinta. Il marito aveva effettuato lo
spermiogramma, da cui risultavano alterazioni, e soffriva di gastrite e colon
irritabile.
Una dieta senza glutine può favorire la fecondazione.
Ebbene, la paziente è rimasta incinta dopo che il marito era rientrato da un viaggio
in Oriente. All’epoca, infatti, in Cina o in Giappone non erano diffusi come
oggi farine e pane con glutine. Un soggiorno di alcuni mesi trascorsi in un
ambiente in cui era stata ridotta o eliminata l’assunzione di questi cibi aveva
giovato alla salute degli spermatozoi. Sono tanti gli aneddoti di questo genere
che potrei raccontare. Il glutine è un interferente endocrino, è una sostanza tossica
per l’intestino e per il sistema immunitario dell’uomo. La disbiosi, un’alterazione
della flora batterica intestinale in cui prevalgono i batteri cattivi, è
infatti causata dal glutine e si manifesta con gas, meteorismo o aria, gastrite
e reflusso, oppure con stitichezza o con diarree continue, che costituiscono
una reazione di difesa del corpo. In questo caso, le maglie della parete
intestinale si allargano e il glutine entra a contatto con il sangue, che però
lo riconosce come un corpo estraneo e lo aggredisce, producendo anticorpi
contro questa sostanza estranea, come se fosse un batterio. Il problema è che ogni
volta che il glutine è assunto, produciamo anticorpi anti-nucleo, anti tiroide,
anti insulina, anti testosterone, anti cellule di Leydig, causando
l’autodistruzione di alcuni organi, come avviene nelle malattie autoimmuni.
Quindi alla base dell’infertilità dell’uomo e della donna di oggi c’è spesso il
glutine, a cui si aggiunge l’infezione batterica degli apparati genitali maschile
o femminile.