NUOVI ORIZZONTI PER L’ALPINISMO EMILIANO
L’interesse esercitato dalla montagna sugli umani è
spesso stato ammantato di sacralità. Dall’Olimpo greco, al Sinai, all’Ararat
caucasico, alle altissime vette dell’Oriente, quelle di oltre 8000 metri d’altezza,
alle tante della lunghissima cordigliera andina. Ogni popolo ha avuto le sue
montagne sacre, spesso considerate inviolabili, veri e propri tabù per gli
abitanti delle pendici. Anche se qualcuno, come Leonardo da Vinci, che ai tabù
come limite non credeva, aprì una via, con la famosa ascesa al Monte Rosa. In
periodi più recenti, soprattutto a partire dall’ottocento, in cui cominciarono
le grandi sfide alla natura in tutti i campi, persino le più elevate vette
hanno iniziato a essere scalate e “conquistate”. Lo scalatore estremo, inizialmente
visto come titano che sfida la dimora degli dei, oggi è considerato e ammirato
anche per il suo talento, per la sua audacia, per la sua preparazione e capacità
organizzativa.
Come può essere considerata, anche alla luce della diffusione
crescente delle pratiche sportive riguardanti la montagna, la situazione in
questo settore, oltre alla passione che indubbiamente “anima” i praticanti? È
un momento importante, perché contribuisce a fare chiarezza in un campo sempre
più vasto. Oggi più che mai occorre distinguere tra diverse forme di approccio
alla montagna: passeggiata in altura, trekking, ferrate, scalata vera e
propria, arrampicata, anche nei gradi più difficili. Ciascuna forma richiede
una preparazione, un’organizzazione e un approccio specifici, di cui il
praticante deve rendersi conto e di cui deve seguire regole e linee guida. Non
esiste un gradus assoluto da raggiungere, magari per imitare i grandi
performer della scalata. Buona parte degli incidenti avviene per questo tentativo.
Oggi la montagna è amata da bambini piccoli e da persone di età molto avanzata,
e ciascuno, di qualsiasi età, deve andarci con serenità e piacere, ma anche con
consapevolezza dei rischi cui può andare incontro e attenersi a regole molto
precise.
Voi, come Nuovi Orizzonti, contribuite al formarsi di
questa consapevolezza? Certamente. Noi intendiamo il negozio in forma
assolutamente nuova, non più come mero scambio commerciale tra un venditore e
un cliente, cui forniamo le attrezzature che ci richiede, ma come consulenza,
informazione e formazione, attraverso l’organizzazione di corsi specifici e di
eventi illustrativi, anche con testimonial importanti, della pratica e della
cultura della montagna. Oltre a qualsiasi occasione di comunicazione, anche informale.
La parola con il cliente non deve mai mancare.
Com’è nata la realtà commerciale di Nuovi Orizzonti? “Nuovi
Orizzonti, articoli per la montagna” è sorta nel 1987 per iniziativa dei
fratelli Alessandro e Riccardo Rizzo, carpigiani, amanti della montagna fin da
giovanissimi. La prima sede è tuttora a Carpi, in via Nicolò Biondo 53. Poi è
stata aperta la sede di Modena, in via Vignolese 821. Da due anni è sorta la nostra
grande sede commerciale e espositiva di Bologna, in via Carracci 95, angolo via
Zanardi, con ampio parcheggio, che crediamo sia un importante valore aggiunto
per i nostri clienti. Esponiamo e vendiamo, anche online, articoli delle marche
più prestigiose, e siamo una delle realtà commerciali più importanti d’Italia in
questo settore. Io sono di origine ferrarese, ma a Bologna ho avuto modo di
coltivare le mie due grandi passioni: la montagna e l’ingegneria ambientale,
per questo ci sono rimasto.
Comunque tutti gli addetti di Nuovi Orizzonti sono sostenuti
da una grande passione, competenza e esperienza degli sport di montagna e sono
in grado di consigliare in ciascun momento i clienti.
Dunque, si può dire che con Nuovi Orizzonti la montagna
viene incontro agli appassionati di pianura. Quale altro aspetto della pratica
sportiva di montagna ritiene oggi importanti? In Emilia, in particolare
nelle provincie di Modena e Bologna, la pratica sta crescendo. Tuttavia,
ritengo molto importante la diffusione – anche con il nostro contributo – della
cultura della montagna, con la crescita dell’informazione su tutto quanto essa
può offrire in termini di esperienza di vita, di bellezza, di salute, e con la
necessità imprescindibile di rispettarne in modo assoluto l’equilibrio e
l’ambiente. L’altro aspetto importante cui abbiamo contribuito è la
costituzione di una rete, che si sta ampliando, di realtà che si occupano di
montagna, a livello sia locale sia nazionale. Noi facciamo rete con il CAI, con
Trekking Italia, con AIGAE, con Sportfund di Alberto Benchimol e siamo aperti
anche ad altre collaborazioni.