LA NUOVA EDILIZIA GREEN NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE
Da oltre quarant’anni, il vostro Gruppo persegue una
politica industriale orientata alla green economy, in particolare nei settori
del risparmio energetico, della mobilità elettrica e oggi anche nell’edilizia.
Qual è la trasformazione in atto? Nel 2013, siamo stati fra i primi a
livello europeo a progettare una nuova edilizia in campo industriale, orientata
alla green economy. Lo stabilimento FIVE (Fabbrica italiana veicoli elettrici)
produce più energia di quella che utilizza sia per il comfort abitativo sia per
la produzione industriale di biciclette a pedalata assistita Wayel e Italwin, inclusi
i forni di verniciatura.
Un edificio di grande eccellenza sotto il profilo
ambientale. Dopo quella esperienza abbiamo ritenuto interessante entrare nel
segmento edilizia, settore in grande crisi ma denso di opportunità.
Del resto il nostro core business, riscaldamento e
climatizzazione, ben si coniugava con un’edilizia green.
Un involucro ben fatto riduce i consumi, il fotovoltaico
genera energia, le pompe di calore la utilizzano moltiplicandone gli effetti
termici.
La realizzazione di edifici nZEB (nearly Zero Energy
Building) diventa una realtà operativa e caratterizzerà un nuovo modo di
costruire. Non si tratta di una trasformazione ma di una evoluzione, perché la
green economy ha molteplici facce.
La novità del Gruppo Termal è quindi l’edilizia green? Non
solo, abbiamo cercato di interpretare un nuovo modello di edilizia. Un modello
che sia specchio dei tempi in cui viviamo, quelli della globalizzazione. Con la
globalizzazione, infatti, tutto è cambiato, perché l’edilizia dovrebbe rimanere
uguale a prima? Però, almeno in apparenza, le case non subiscono grandi
variazioni. Cosa intende? La globalizzazione sopravviene alla rivoluzione
informatica che forse ne è anche una causa poiché ha generato un gap
tecnologico fra Est ed Ovest. Differenze che hanno abbattuto le cortine di
ferro, lanciando verso lo sviluppo paesi che prima vivevano in povertà come la
Cina.
Se l’economia diventava globale, aveva anche l’esigenza di
connettersi e dall’informatica prende forma Internet. Se Internet risponde a
una domanda di connessione, genera anche l’esigenza della rapidità. Lo scambio
delle informazioni diventa quindi ultrarapido e si amplia e diffonde.
Il commercio mondiale viene nutrito da queste tecnologie. Le
frontiere si abbattono e le distanze si riducono. I movimenti delle persone si
intensificano e, grazie ai supertreni e all’espansione del traffico aereo, le
persone “corrono” in ogni parte del mondo. Tutti sono oggi più liberi di
produrre e anche di scegliere dov’è più conveniente produrre. Si muovono,
quindi, più facilmente le ricchezze che vengono trasferite laddove si produce.
In altre parole, abbiamo localizzato all’estero non soltanto la produzione, ma
anche il risparmio.
A tutto ciò si aggiunga la rivoluzione della comunicazione.
Se consideriamo Internet come un hardware, il software è costituto dai social
network, perché muovono la comunicazione di masse ingenti di utenti in quantità
di tempo molto ridotte.
Il denominatore comune della globalizzazione si può dire sia
la velocità.
Tutto si muove alla massima velocità e dovunque.
Ma tutto questo come si coniuga con l’edilizia? Le
implicazioni di questi nuovi assetti sull’economia mondiale sono potenzialmente
devastanti, perché il controllo di queste operatività è detenuto da poche
enormi imprese, annullando i confini politici degli Stati. La lingua resta
forse l’ultima barriera identitaria, ma ancora per poco, come ha dimostrato
l’edizione annuale dell’IFA, la più importante fiera di elettronica di Berlino,
dove sono stati presentati i primi auricolari che traducono istantaneamente sedici
lingue.
Se la globalizzazione uniforma il mondo, le grandi imprese
prosperano e diventano giganti, mentre le medio piccole soffrono per le difficoltà
competitive ad espandersi su ambiti geografici mondiali e scompaiono o si
frantumano. Nasce una nuova categoria d’imprese, le microimprese, composte da
figure che rappresentano loro stessi o poco più, ma che si interfacciano con il
nuovo sistema economico globalizzato, italiano ed estero, accettando una
cultura imprenditoriale fatta di servizi, di idee, mettendo a rischio poco
capitale, ma spesso molto lavoro e molto impegno. La globalizzazione ha
comportato fra le altre cose anche una rivalutazione della individualità, che
acquisisce sempre di più valore culturale diffuso.
Qual è la vostra risposta alle esigenze di queste nuove
imprese? Nell’era della liberalizzazione totale, in cui la localizzazione
geografica delle imprese è soggetta a repentine variazioni, è chiaro che la
logica del sistema immobiliare, per natura rigida e basata sulla stabilità,
entra in conflitto con la velocità dei cambiamenti connessi all’intensificazione
della mobilità delle attività. Realizzati dalla nostra immobiliare Termal Green
Building, i nuovi uffici ecosostenibili FacilOffice interpretano l’edilizia non
più soltanto in un’ottica green, ma la coniugano con le nuove esigenze delle
imprese e attuano un nuovo modello di coworking personalizzato e disponibile
per brevi periodi, però immediatamente espandibile.
FacilOffice offre l’opportunità di utilizzare uffici divisi
in moduli istantaneamente rimodulabili, tramite speciali pareti che si aprono e
si chiudono a seconda dell’ampiezza dell’ufficio richiesto e con un livello tecnologico
d’insonorizzazione superiore a quello del muro divisorio tradizionale. Una
serie di servizi connessi alle attività come sale riunioni o magazzini per
archivi, per esempio, sono inoltre prenotabili secondo le necessità, quindi flessibili
nell’utilizzo e nei costi. Anche la logistica è vincente: tramite la vicina stazione
di Corticella, infatti, è possibile raggiungere in pochi minuti la stazione di
Bologna Centrale e il centro storico della città, il cui accesso è consentito
anche tramite il noleggio di minicar elettriche, perché FacilOffice è munito di
colonnine di ricarica. Presentiamo quindi un sistema di uffici veramente
moderno e innovativo, rivolto alle imprese di Bologna, ma anche a quelle
estere, che cercano uffici temporanei attrezzati e trovano in noi un partner che
non vincola con fideiussioni o con contratti a lungo termine, senza limitarne
nel contempo l’utilizzo.
Quindi state lanciando una strategia edilizia green nel
contesto della sharing economy? Sì, ma utilizzando concetti che preservano
sempre l’individualità.
Possono essere condivisi spazi complementari al fine di
ottimizzare i costi, ma lo spazio principale rimane personalizzato. Intendiamo
introdurre un format che non si limiti alle imprese, lo abbiamo definito co-building.
FacilOffice, è l’edificio che risponde alle nuove esigenze delle piccole
imprese nell’era della globalizzazione, Student House è invece il progetto di
uno studentato moderno concepito per rispettare tutte le esigenze di privacy
dell’individuo, in un contesto di ottimizzazione degli spazi comuni e dei costi
degli affitti. Sarà un format di grande “abitabilità”.
Ma vediamo anche altri segmenti di mercato in grado di
esprimere una domanda potenzialmente elevata, come le residenze temporanee per
le necessità delle imprese estere, che possono immediatamente avere a
disposizione alloggi per i collaboratori inviati repentinamente a Bologna per brevi
periodi.
Si tratta tecnicamente di un cohousing, sviluppato
però sempre in un contesto di grande rispetto della privacy. Un altro aspetto
di grande attenzione riguarda le necessità temporanee di alloggio per motivi
sanitari.
Lo abbiamo definito taking care e risponde
all’esigenza di residenza temporanea dell’ospite che si reca a Bologna per
accudire il famigliare ricoverato in istituti medici per cure specifiche.
La sanità bolognese è sicuramente di eccellenza in varie
discipline e sono tanti i pazienti che ricevono cure specialistiche presso le
nostre strutture. Ciascuna delle nostre proposte di co-building non
sacrifica l’individualità, ma la valorizza. La condivisione, infatti, può
offrire un vantaggio economico, ma non si deve tradurre in una coesistenza forzata
e limitante. Il “co” è riferito all’immobile, mentre l’ospite rimane libero di
scegliere quando e come condividere gli spazi complementari.
Il vostro Gruppo ha saputo coniugare la cura dell’ambiente
con le necessità dell’uomo, dimostrando come l’ambiente possa ben coesistere
con lo sviluppo industriale e con le attività d’impresa.
Quali sono, quindi, i termini della vostra riuscita e
quale l’approdo? Nel nostro percorso abbiamo esplorato tematiche diverse,
anche se sempre connesse alla green economy.
L’attività economica che l’imprenditore interpreta deve
essere collegata all’epoca in cui si svolge.
La curiosità è una caratteristica dell’imprenditore e quindi
credo che la riuscita dipenda dalla sua capacità di discernere e di leggere
quel che accade nel tempo in cui opera. Chi è aperto alla novità riuscirà
sempre a trovare un adattamento e un’evoluzione della propria impresa.