L’APPRODO AL VALORE, NAVIGANDO
Oggi TEC Eurolab è partner tecnologico di grandi gruppi
internazionali che operano in vari settori fra cui l’aeronautico, l’automotive
e il biomedicale. Ma già trent’anni fa, quando avete costituito il primo
laboratorio per le analisi dei materiali, il vostro approccio era di tipo industriale,
tant’è che fra i vostri primi clienti c’erano l’Istituto Giordano e la Lamborghini
Engineering, che correva in Formula 1. Si direbbe che avevate fin dall’inizio
un’idea dell’approdo… Un’azienda ha tanti traguardi e tante mete da
raggiungere, ma mai un approdo definitivo, un porto in cui il suo viaggio
giunga al termine. Un’idea di approdo, invece, è intervenuta rispetto al mio
viaggio, nel 2013, quando mi sono reso conto che c’erano i termini per il
passaggio di consegne alle nuove generazioni.
Le decisioni dell’imprenditore influenzano la vita
dell’azienda in ciascun istante e se egli mette in moto un’exit strategy considera
un approdo quelle performance aziendali che gli consentono di vendere l’azienda
nel momento in cui ha raggiunto il picco massimo di valore economico. Questa decisione
guida il programma dell’azienda per alcuni anni, riducendo gli investimenti a
lungo termine e cercando di raddoppiare gli utili in vista della valutazione
finale.
Le considerazioni che ho incominciato a fare nel 2103,
invece, non riguardavano l’azienda, il cui viaggio prosegue all’infinito, ma
soltanto il mio approdo come capitano della nave, che non deve necessariamente scendere,
ma, pian piano, cedere postazioni di comando, fino a cedere il ruolo stesso di
capitano, pur continuando il viaggio assieme alla nave, finché gli è possibile.
E, allora, la proiezione diventa differente perché, per realizzare questo, deve
promuovere la crescita dei suoi successori, fare in modo che abbiano entusiasmo
e che siano sempre più coinvolti nell’azienda, che conoscano sì la stanza di comando,
dove ci sono il timone e i pulsanti, ma anche la sentina, dove può entrare
acqua, dove il meccanico sputa sangue con le mani nel grasso e lavora vicino
alla caldaia. Però, nella mia idea di approdo, il capitano non ha fretta,
perché non si sta esponendo a una decisione immediata: ha davanti alcuni anni.
Quindi i capitani dell’avvenire in TEC Eurolab dovranno
tenere conto di come ciascun collaboratore contribuisce alla riuscita? Il
capitano deve cercare di capire quale sia l’idea di approdo per ciascun membro
dell’equipaggio e dev’essere pronto a ogni evenienza, anche a quella che il
timoniere si faccia venire a prelevare da un elicottero in mezzo all’oceano
oppure che, una volta sbarcati a destinazione, qualcuno decida di non salire
più sulla nave. A parte questi casi estremi, le persone possono avere una loro
idea di approdo che non combacia esattamente con quella dell’impresa: per
esempio, un collaboratore può lavorare con noi per il tempo necessario a
formarsi come esperto dei controlli non distruttivi, con l’intento di avviare
un’attività in proprio, sperando che non l’apra mentre sta ancora lavorando con
noi.
L’approdo inteso come traguardo è sempre temporaneo, momentaneo,
è l’obiettivo importante più a portata di vista e verso cui navighiamo,
nuotiamo, corriamo. A volte, nella concentrazione che occorre per raggiungere quell’obiettivo,
lo identifichiamo con un “tutto”: “Ah, se riuscissi ad arrivare a New York! Speriamo
che le tempeste non ci travolgano nell’oceano”.
Poi, quando ci arriviamo, ci rendiamo conto che è un
gradino, un passaggio, e magari intanto abbiamo trascurato quello che sta
intorno e abbiamo perso di vista l’intero equipaggio.
Nelle nostre assemblee ripeto spesso ai nostri collaboratori
che nessuno di noi è in grado di portare da solo questa nave alla prossima
meta, ma ognuno potrebbe farvi un bel buco e farla affondare. Quindi,
attenzione anche a chi sta giù in sentina, a chi non vediamo mai, a chi sembra
non faccia altro che spostare un oggetto da una parte all’altra del magazzino.
Certo, un capitano non può avere il controllo delle attività
di cento persone, però chi le coordina deve segnalare tutto ciò che è
significativo per la loro vita. Purtroppo, a volte, è la signora delle pulizie,
che incrocio tutte le sere uscendo dall’ufficio, a farmi notare che un
collaboratore è assente da un po’ di tempo. Allora, non mi preoccupo degli
eventuali problemi che possono subentrare nella produzione, perché l’ufficio
personale comunica costantemente con i reparti, ma mi rammarico di non essere
stato informato subito: magari al collaboratore assente avrebbe fatto piacere
una mia telefonata in un momento di difficoltà.
Quindi, anche la signora delle pulizie contribuisce alla
riuscita e al valore, se parliamo con lei.
È importante quello che diceva lei prima: se c’è un’idea
di fine dell’azienda, il valore assoluto viene meno. L’approdo al valore esige
il gerundio, vivendo, viaggiando… Una volta arrivati a New York, è già pronto
il carico per Rio de Janeiro o per un’altra meta, e il capitano non ha aspettato
di arrivare a New York per organizzare il viaggio successivo, così come
l’imprenditore non aspetta il 1° gennaio per chiedersi che cosa fare nell’anno
nuovo.