TADINI E VERZA: 140 ANNI DI ALTA SARTORIA MASCHILE
Nel secondo dopoguerra, l’influenza degli Stati Uniti
sull’Europa – messa in ginocchio dal conflitto – contribuì a rendere l’Italia
la patria della moda, in particolare grazie a nomi di spicco come le sorelle
Fontana che, dopo la confezione dell’abito nuziale di Lynda Christian (sposatasi
con Tyron Power), vestirono le attrici di tutto il mondo.
In questo contesto, s’inseriscono sartorie di antica
tradizione, come la Tadini e Verza di piazza della Loggia a Brescia, che era
stata aperta da Amelia Teresa Tadini nel 1880 e aveva riscosso un tale successo
da permettere alla famiglia di aprire tanti altri negozi in varie città d’Italia,
fra cui Modena… La mitica signora Tadini all’inizio aveva aperto
un’attività registrata come “commercio all’ingrosso e al dettaglio di tessuti e
confezioni in genere, sia per conto proprio sia per conto terzi” con il marito,
Girolamo Verza, che morì nel 1921. Lei era una donna energica e risoluta, che
aveva un grande fiuto per gli affari, perciò rimase alla guida dell’attività
fino alla sua scomparsa, all’età di novantasei anni, quando lasciò la direzione
al nipote Tranquillo Verza, padre di Mario e nonno dell’attuale erede, Alberto.
L’attività contava ventisette negozi in varie città della
Lombardia e del Veneto e quello di Modena fu uno dei primi a essere aperto, nel
1893, in via Farini. All’inizio portava la denominazione “Grandi Magazzini Italiani”
ed è rimasto nella memoria storica della nostra città soprattutto quando si
spostò in Piazza Grande, sede che dovette lasciare in seguito a un
bombardamento, durante la seconda guerra mondiale, per trasferirsi in via
Emilia centro, di fronte a piazza Matteotti.
Lei, Massimo Scurani, da quando gestisce il negozio di
Modena? Ho incominciato nel 1981, nella sede di piazza Matteotti, prima che
il negozio si trasferisse nell’attuale di sede via Jacopo Barozzi. Un nome alla
soglia dei 140 anni di storia può permettersi anche una sede più decentrata, ma
più agevole da raggiungere per i clienti.
Com’è cambiato il vostro pubblico dal 1981? Sembra
trascorso un secolo da quando ho incominciato: all’epoca, i clienti si
lasciavano consigliare, mentre oggi molti arrivano con il giornale di moda e
chiedono il capo pubblicizzato.
Poi, c’era il gusto dell’abito intero, che s’indossava nel
giorno di festa, mentre oggi chiedono lo spezzato persino per i matrimoni e le cerimonie.
Gli abiti che proponiamo sono frutto di una ricerca della qualità made in Italy
e rimangono belli anche dopo vent’anni. Offriamo marchi come Lancetti,
Biagiotti, Sartoria Latorre, Pierre Cardin e altre firme dell’abito sartoriale
confezionato secondo i criteri della tradizione, con tessuti ricercati e
raffinati. Quindi, il nostro pubblico oggi è costituito prevalentemente da chi
ama distinguersi e non si accontenta di un capo qualsiasi, ma cerca qualcosa
che comunichi il suo gusto per l’eccellenza in ciascun ambito della vita,
compreso l’abbigliamento.
Non dev’essere facile trovare un negozio che abbia la
vostra competenza, vero, Fabrizio Porreca? Non è facile nemmeno trovare le aziende
fornitrici che possano soddisfare le esigenze di questo tipo di clientela,
soprattutto per le taglie più abbondanti. Purtroppo, di solito le aziende di
abbigliamento maschile tendono a confezionare abiti molto più stretti, non
considerando che anche le persone robuste amano vestirsi in modo elegante e
ricercato.
Ecco perché noi garantiamo un vasto assortimento di abiti di
alta sartoria fino alla taglia 64.
L’industria della moda negli anni novanta non ci ha aiutato,
tendeva a proporre quasi esclusivamente abiti grigi, facili da abbinare, e così
ha fatto perdere all’uomo il gusto di vestirsi bene. Per di più, è andata a produrre
nei paesi dove c’era un costo del lavoro molto inferiore al nostro e così ha
reso ancora più difficile trovare un capo che sia fatto completamente in Italia.
Ma noi proseguiamo con entusiasmo la nostra ricerca per offrire il meglio ai
clienti più esigenti.
Allora, possiamo dire che il valore aggiunto di un
negozio come Tadini e Verza sta anche nel servizio, che ormai, nell’era delle
vendite online e delle catene di franchising, è merce rara.