IL VETRO DI MURANO, LA SUA MANIFATTURA, LA SUA CURA
Lei è ambasciatrice dell’autentico vetro di Murano, fra
le più note produzioni artigianali italiane nel mondo. La sua cura nella
manutenzione e nel restauro di manufatti antichi e moderni in vetro di Murano
la porta a viaggiare in Italia e all’estero, per assicurare la conservazione nel
tempo di oggetti che altrimenti rischierebbero di essere perduti per sempre.
Il suo è un mestiere unico… La mia nonna era una
delle anziane signore ritratte in alcuni dipinti storici di Murano: quelle
donne vestite di nero e sedute sugli “scagnelli” – come sono chiamate le
piccole seggiole di Murano –, che infilavano le cosiddette perle di conteria
con l’ausilio di aghi lunghi circa 25-30 centimetri e sottilissimi. Nella mia famiglia,
tutti i cugini e gli zii hanno la fornace a Murano, ciascuno è specializzato in
una lavorazione particolare del vetro e mio cugino, Igor Campagnol, è noto
all’estero proprio per la sua manifattura delle perle in vetro soffiato.
Devo ringraziare la famiglia Ceriani, proprietaria della
catena di negozi La Murrina, che mi ha dato l’input d’inventare questo nuovo mestiere.
Dopo che mi sono trasferita a Bologna per lavorare in uno dei loro negozi e poi
divenire responsabile di 15 dei 130, soltanto in Italia, siti fra Toscana,
Emilia-Romagna e Marche, ho constatato che mancava un professionista specializzato
e di fiducia che affiancasse il cliente dopo l’acquisto, per ogni tipo di
problema di pulizia, di sostituzione di componenti distrutti o persi (per
esempio durante il trasloco), o per il restauro di quelli ereditati. Per la
pulizia di un grande lampadario, per esempio, non basta avere qualche
accortezza, perché è necessario smontare e poi rimontare tutti gli elementi per
ottenere un risultato a regola d’arte. Nei quindici anni in cui ho svolto
questo mestiere in modo indipendente, in tutta Italia e anche all’estero, ho
risposto alle più varie e differenti necessità (www.vetrochepassione.it).
Il valore di questa materia, inventata nella Mesopotamia del
III sec.
a. C., è dato dalla manifattura. Il soffiato, per esempio,
ancora oggi fra le lavorazioni più richieste, è prodotto con una canna di ferro
in cui il maestro vetraio soffia e, con l’ausilio di apposite pinze, dà forma a
miriadi di oggetti dai colori più vari, realizzando manufatti unici.
Ecco perché già nei secoli più remoti il vetro di Murano era
prezioso a tal punto da essere utilizzato come materia di scambio nei commerci.
In diversi siti archeologici africani, infatti, sono stati
trovati i vetri soffiati di Murano.
Avendo costituito la mappatura delle botteghe artigiane,
lei può indicare a quale artigiano specializzato rivolgersi, a seconda del tipo
di lavorazione da eseguire per realizzare o restaurare oggetti in vetro di
Murano… Ciascun prodotto che esce dalle nostre fornaci, che sia da
sostituire oppure di nuova edizione, è firmato e certificato dalle vetrerie con
cui collaboro – che sono comunque certificate –, indipendentemente dal tipo di
richiesta o dalla cifra che il cliente vuole spendere, perché le botteghe mie
referenti non producono assolutamente nulla all’estero. Sono consulente di
molti clienti italiani, fra cui proprietari di case di lusso o alberghi e ho
curato il restauro dei lampadari di chiese e di palazzi comunali, come per
esempio quelli del Comune di Rimini e della chiesa di San Martino di Bologna.
Anche la pulizia del lampadario non dovrebbe essere affidata a colf o ad elettricisti,
perché si corre il rischio di rompere qualche componente che poi sarà molto più
dispendioso riprodurre, quando questo è possibile.
Per quanto riguarda l’estero, invece, sono molto richieste
lavorazioni particolari, soprattutto negli Emirati Arabi, in America, in Russia
e da alcuni anni anche in Cina.
Qual è l’avvenire del vetro di Murano? Qualche anno
fa ho proposto alcuni progetti rivolti ai bambini delle scuole elementari per
far prendere dimestichezza con la manualità, che oggi sembra più utilizzata per
il touch screen degli smartphone e dei monitor. È invece necessario che nelle
scuole si svolgano attività manuali. Man mano che scompare una bottega
artigiana, infatti, il nostro paese perde anche un pezzo importante della
propria storia. Io ho avuto la fortuna d’imparare questo mestiere dalla mia
nonna, che si sedeva accanto e m’insegnava a infilare le perle. Ma i nonni di
oggi non possono più insegnare lavori manuali, perché sono confinati nelle case
di riposo. Ebbene, i nostri giovani stanno perdendo qualcosa di molto
importante in un’epoca in cui i lavori manuali possono anche avere effetti
rilassanti.