IL PUBBLICO, L’HUMUS DELLA NOSTRA AZIENDA
Il vostro Gruppo, leader mondiale nella progettazione e
nella produzione di macchine e utensili nel tunneling e microtunneling, raise
boring, drilling e forestry, grazie alla capacità di studio e progettazione di
soluzioni all’avanguardia, ha contribuito all’aumento dell’innovazione tecnologica
e alla nascita di nuovi settori di mercato che hanno rilanciato l’Italia e la
sua immagine nel pianeta.
Oggi avete messo a punto una tecnologia innovativa nel
recycling, per rispondere alla nuova sfida di riciclare il rifiuto da convertire
in energia, partecipando ancora una volta alla trasformazione del nostro tempo.
Qual è la novità? Noi siamo un’impresa radicata nel territorio, ma ci
rivolgiamo a una clientela prevalentemente internazionale, perché seguiamo
progetti per la costruzione di grandi infrastrutture.
Il mercato italiano è quindi marginale per le nostre
produzioni. L’esperienza nella produzione di utensili differenti per i settori
tunnelling e drilling, per esempio anche per la costruzione di grandi pozzi
verticali non petroliferi, negli ultimi anni è stata impiegata anche in altri
settori particolari, come quello ecologico del riciclo di rifiuti.
Quest’anno abbiamo brevettato una macchina spremitrice di
rifiuti molli da cui estrarre il percolato che sarà trasformato in energia. La
nuova macchina, PASS™, pre-tritura, deferizza e separa le parti solide dal
FORSU (frazione organica del rifiuto solido urbano), producendo una purea
organica che, dopo essere immessa in bio digestori, sarà utilizzata per la
produzione di biogas e ha già ottenuto un buon successo di ordinazioni. L’idea
è venuta dopo vent’anni di esperienza nella produzione di macchine spremitrici
di rifiuti molli. Attraverso la separazione magnetica del ferro e
dell’alluminio infatti, questa macchina consente il recupero del 60 per cento
di percolato dai rifiuti umidi.
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di produrre
macchine innovative in modo da garantire lavoro ai nostri 250 collaboratori.
Inoltre, credo sia importante per i nostri dipendenti sapere di partecipare
all’attività di un’azienda con una forte vocazione tecnologica. Tanto che i
certificatori dei nostri prodotti e i sub-fornitori specializzati
nell’elettronica delle nostre macchine diventano sempre di più anche nostri
promotori e crescono con noi man mano che i clienti ci pongono nuove richieste.
Ciascuno di loro si sente parte della grande famiglia industriale Palmieri, con
gli operai e i collaboratori.
Allora, potremmo dire che il pubblico della Palmieri è
costituito anche dai collaboratori del Gruppo… Sicuramente, fra il nostro
pubblico ci sono anche i collaboratori, i subfornitori, i consulenti esterni e
coloro che sono disposti a fare assistenza meccanica e elettronica anche la
domenica per le urgenze della Palmieri.
Credo che il forte legame con i collaboratori sia una
peculiarità dell’impresa italiana. Per questo da vent’anni impieghiamo nel
nostro Gruppo due professioniste dedicate ad ascoltare le diverse esigenze dei
nostri 250 dipendenti.
Questo servizio, per esempio, è utile a chi non riesce a
gestire le entrate economiche oppure ha difficoltà ad accedere all’erogazione
del mutuo per l’acquisto della casa, o quando deve sottoporsi a un intervento
chirurgico oppure ha bisogno soltanto di un consiglio. Le nostre consulenti diventano
mediatrici fra la banca e il nostro collaboratore, cercando di ottenere
condizioni migliori per gli aspetti finanziari. È un servizio che offre l’azienda
perché chi vi opera trovi le condizioni per fare bene il proprio lavoro
quotidiano, evitando di commettere errori.
Questo tipo d’intervento rispetto al pubblico del Gruppo
Palmieri non segue la logica della beneficenza, ovvero non si limita ad aiutare
chi ha bisogno, ma si attiene alle occorrenze dell’impresa, contribuendo alla
sua scrittura sia tramite il sostegno, per esempio, a progetti culturali come
la “Città del secondo rinascimento”, sia attraverso la costruzione di nuovi
spazi per la ricerca in ambito ospedaliero… Certo. Abbiamo finanziato, per esempio,
la costruzione della sala di conferenze dedicate alla ricerca nell’Ospedale di
Alto Reno Terme, dotandola anche di impianti video, attraverso l’AUSL di
Bologna, e l’abbiamo intitolata al nostro dipendente Stefano Zaccaria, un
bravissimo ragazzo che ha lavorato nel nostro Gruppo dai 20 ai 28 anni, quando
ci ha lasciato per una malattia incurabile. La nostra missione si scrive anche
attraverso questi contributi.