LA VOCE E IL SUPERFLUO NECESSARIO
Con Cristiano Cremonini la lirica ha trovato a Bologna un
grande protagonista internazionale. Come si è accostato all’opera lirica? A
differenza di tanti miei colleghi del settore, non ho avuto genitori appassionati
e fanatici dell’opera lirica. Ma, all’età di otto anni, dopo aver ascoltato
alcuni dischi che ho trovato nella biblioteca di famiglia, ho chiesto di andare
a vedere la Cavalleria rusticana a Verona. Ne sono rimasto colpito al
punto da decidere che avrei fatto il tenore.
Mentre mi formavo come tenore con vari maestri, ho
incominciato a seguire le lezioni al DAMS Musica e all’Accademia d’Arte nella
sezione scenografia, che però ho abbandonato dopo un paio d’anni, perché ho
ricevuto le prime scritture e l’invito alle prime tournée importanti.
In quali grandi teatri ha cantato? In Italia, oltre a
Bologna, sono stato ospite al Teatro dell’Opera di Roma, al teatro di Genova, a
quello di Catania e altri. All’estero, ho cantato in Francia, in Svizzera a
Zurigo, in Germania a Berlino e al festival di Baden-Baden; ho lavorato
moltissimo in Belgio, al Teatro Reale di Liegi, e ho partecipato anche a un
tour con il Teatro della Scala in Giappone. Ho lavorato, inoltre, con le
ambasciate e i centri di cultura, per esempio al Teatro Municipale di San Paolo
del Brasile, nell’ambito di un progetto culturale tra Italia e Brasile. Poi, ho
partecipato alla prima Traviata indiana a Mumbay e a Nuova Delhi e, grazie
al Ministero degli Affari Esteri, nel 2012, abbiamo portato la lirica al Teatro
Nazionale di Bagdad.
Lei hai collaborato con grandi artisti e registi a
livello mondiale...
Sicuramente Franco Zeffirelli è stato uno di questi, poi,
una decina d’anni fa al Teatro Comunale di Bologna, ho partecipato con Toni
Servillo al Boris Godunov di Musorgskij. È stata la prima volta che ho
debuttato in lingua russa. Servillo veniva dal teatro di prosa, però era già
diventato famoso come attore e regista cinematografico, quindi seguiva le prove
di regia con i cantanti stando a un metro e mezzo al massimo di distanza
dall’artista: è stata una cosa davvero strana, perché sembrava di avere
l’obiettivo della macchina da presa puntato su di me.
Negli ultimi anni si è avvicinato al mondo della musica
pop… In un evento importante, cui concorrevano vari artisti del mondo dello
spettacolo, ho incontrato il chitarrista dei Pooh, Dodi Battaglia, che,
affascinato dalla mia voce, mi ha chiesto di cantare l’inciso di Uomini soli,
“Dio delle città”, a conclusione della serata.
Quello è stato il mio debutto nel pop, con un successo
enorme. Grazie a Dodi, qualche anno dopo conobbi Fio Zanotti, arrangiatore e
produttore con cui ho scritto una canzone per la star Lara Fabian, in occasione
del Festival di Sanremo. Ma è con Roberto Costa, arrangiatore e produttore
storico di Lucio Dalla, che ho realizzato il mio primo album pop intitolato “Tempo
presente”. Nel disco ci sono due omaggi-tributi a Lucio, Caruso e Piazza
Grande, eseguiti con i suoi musicisti, riuniti nel gruppo Dallabanda.
Il disco contiene anche due duetti con la cantante e amica
Barbara Cola e tre canzoni scritte appositamente per me dal maestro Paolo
Zavallone, storico direttore d’orchestra e compositore della Rai.
Lei non è più soltanto un tenore lirico, quindi come si definirebbe?
Potrei dire di essere un’artista crossover, definizione che oggi si usa per
descrivere una duttilità tra i generi musicali.
A Porretta, il 15 giugno, ha partecipato alla
manifestazione La notte celeste… Abbiamo celebrato una bellissima festa
dedicata a tutte le terme dell’Emilia Romagna, io ho patrocinato la serata per
conto delle Terme di Porretta. Ho accettato l’invito perché Alto Reno Terme è
una cittadina incantevole e mi sono sempre trovato molto bene, in particolare
con tutto il team dell’organizzazione, sia quello turistico – c’è una bellissima
agenzia, nata proprio per l’incremento del turismo, che si chiama Porretta Terme
Way – sia con l’Assessorato alla Cultura.
La cura termale può essere utile a chi, come lei, opera
nell’ambito musicale da tanti anni? Avendo una voce fortunatamente sana, e
quindi non avendo problemi di fonazione, mi reco alle Terme di Porretta per
tutelare le mie difese immunitarie in preparazione dei mesi più freddi, in
autunno. Le cure termali sono davvero importanti per la salute perché creano
uno scudo naturale, soprattutto nella stagione invernale, quando siamo più
esposti agli agenti atmosferici. Alcune medicine come gli antibiotici, infatti,
sono destabilizzanti per il nostro organismo, che poi dobbiamo imbottire di multivitaminici
e altri farmaci. Non dover ricorrere all’assunzione di farmaci, grazie alle
cure termali, diventa quindi per noi un grande vantaggio e un superfluo
necessario.