LA RICCHEZZA DEL SUPERFLUO
Anche quest’anno il vostro Gruppo ha partecipato
all’edizione del Bauma, la più importante fiera mondiale dedicata alle macchine
da costruzione per l’industria estrattiva e alle attrezzature per l’edilizia, che
si svolge a Monaco di Baviera ogni tre anni. Qual è stata la partecipazione italiana?
I settori in cui operiamo sono legati alla perforazione verticale e a quella
orizzontale per infrastrutture stradali, ferroviarie, fognarie e minerarie.
Ciascun settore è composto da microsettori per la produzione
di componentistica di carpenteria che completa l’attrezzatura. L’industria mineraria
e delle grandi opere infrastrutturali, come gallerie e ponti, ha quindi
un’estensione molto ampia, ecco perché quest’anno al Bauma la partecipazione di
aziende provenienti da tutto il mondo è stata notevole. Un nostro cliente ha
notato che le aziende italiane sono state fra quelle che hanno presentato le
produzioni più belle ed efficienti. Questo accade perché oggi l’ingegno
italiano ci rende differenti dalle imprese di altre nazioni.
Non a caso sono sempre di più le aziende tedesche che ci
commissionano progetti specifici. La caratteristica degli imprenditori italiani
è che sono innamorati di quello che producono e sono molto disponibili alla
ricerca e alla sperimentazione, disposti a investire tutte le risorse che hanno
per meglio rispondere alle necessità del proprio cliente.
Costruire in un’area montana comporta tenere conto di difficoltà
anche logistiche… Operare in un territorio montano implica qualche
controindicazione, ma ha anche aspetti favorevoli.
Durante l’inverno, per esempio, le nevicate abbondanti non
scoraggiano gli abitanti di queste aree, che sono molto organizzati, e le
istituzioni sono disponibili ad adoperarsi in tempi brevi per garantire una
migliore viabilità. Inoltre, chi è nato qui in Appennino tende a cercare lavoro
vicino a casa. Le persone che lavorano a pochi chilometri dall’abitazione vivono
lo stabilimento come una seconda casa, perché vi trascorrono la maggior parte
della giornata.
In questi casi, l’imprenditore può cogliere un altro
entusiasmo fra i collaboratori, oltre il profitto e fino al superfluo,
tema che apre il dibattito in questo numero del giornale… Sicuramente, però
l’imprenditore non deve mai dimenticare il profitto, perché se non produce
utili gli mancheranno poi i mezzi per effettuare investimenti e proseguire
nell’attività di ricerca. Ogni innovazione ha un costo in termini economici e
di tempo, nella progettazione, nello studio di fattibilità, nel design della
macchina da costruire e nelle quantità di informazioni che dobbiamo ricevere
dai clienti. Il profitto deve comprendere ciascuno di questi aspetti, altrimenti
diventa tutto più difficile.
Nel profitto c’è anche qualcosa del superfluo. Nell’impresa
come anche in tutte le attività che svolgiamo nella vita c’è qualcosa di
superfluo. La formazione dei collaboratori, per esempio, include qualcosa di
questo superfluo.
Quello che è chiamato superfluo può sembrare inutile alla
prima nota di spesa, ma poi ci accorgiamo che invece può tradursi in profitto,
perché intanto i collaboratori hanno acquisito qualità ulteriori nel modo di svolgere
i loro compiti. In una fabbrica, per esempio, non è utile soltanto una buona
preparazione tecnica, ma è importante anche confrontarsi con i propri compagni
di lavoro e accogliere con il sorriso i clienti che vengono a visitare
l’azienda. Questo aspetto non dovrebbe essere scontato. La necessità del
superfluo implica anche sviluppare una logica che promuove l’ingegno: il
cosiddetto dipendente ha il compito di offrire un apporto d’invenzione. Ho
sempre invitato a procedere dall’apertura, per esempio, quando suggerisco ai
collaboratori di leggere il disegno tecnico di quanto dovranno produrre, prima
di assemblare i componenti degli utensili, per capire come eventualmente
possiamo migliorare il risultato. Questo approccio sarà sempre più necessario
nelle aziende italiane.
Sono tante le occasioni in cui possiamo giovarci del
superfluo. Per esempio, quando capita di avere acquistato materiali che poi
abbiamo accantonato perché non sembravano utili. Allora, sicuramente potremo
utilizzarli alla prossima occorrenza, con un risparmio di tempo e denaro che non
avevamo preventivato. Anche un dipendente in più può sembrare superfluo,
tuttavia constatiamo il contrario quando lo impieghiamo a svolgere una nuova attività.
Il suo apporto può diventare qualcosa di costruttivo che prima mancava. Bisogna
veramente intendere cosa comporta arricchirsi del superfluo.
Occorre rischiare di andare oltre gli standard per
avvantaggiarsi del superfluo.