OLTRE CINQUANT’ANNI D’INGEGNO AL SERVIZIO DELL’INDUSTRIA CERAMICA

Qualifiche dell'autore: 
presidente di BMR Spa, Scandiano (RE), e di Acimac (Associazione costruttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica)

Gli oltre cinquant’anni di storia della BMR Spa sono costellati da traguardi raggiunti proprio attraverso un continuo investimento per mettere a frutto il talento, l’ingegno e l’intelligenza nella meccanica, che rendono l’Italia e, in particolare, l’Emilia note in tutto il mondo. Con due stabilimenti produttivi – a Scandiano (RE) e a Schio (VI) – e numerose sedi commerciali in vari paesi – Spagna, Germania, Portogallo, Stati Uniti, Messico, Brasile, Argentina, Turchia, Egitto, Iran, Thailandia, India e Argentina –, BMR è un’azienda di riferimento internazionale per la progettazione e la realizzazione di macchinari e tecnologie per il settore ceramico. Quali sono le lavorazioni che eseguono i vostri impianti nelle principali realtà produttive del pianeta? Oggi siamo in grado di fornire la gamma completa di impianti dedicati al processo completo del fine linea, ovvero la levigatura, la lappatura, il trattamento, la squadratura/bisellatura e il taglio diretti alla lavorazione di superfici ceramiche smaltate, gres porcellanato, monoporosa e bicottura (pasta rossa) con dimensioni che vanno dai formati tradizionali fino alle grandi lastre (fino al 1600×3200 mm e oltre).
Dall’anno di nascita della BMR Costruzioni meccaniche, a Scandiano, nel cuore del distretto ceramico, quali sono stati i momenti di svolta nel vostro viaggio verso l’attuale posizionamento come riferimento internazionale? Tutti i traguardi raggiunti sono frutto di continui investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche di ascolto delle esigenze dei clienti: sono nate così le principali innovazioni, perché l’ingegno si mette all’opera dinanzi alle necessità.
Comunque, tornando alla nostra storia, dopo aver effettuato importanti installazioni in Italia e all’estero con macchine di carico/scarico e con linee di smaltatura, all’inizio degli anni novanta abbiamo deciso d’investire buona parte delle risorse nella lavorazione meccanica dopo cottura delle piastrelle.
Sono nate così le prime rettifiche squadratrici-bisellatrici, destinate in particolar modo al gres porcellanato, fra cui la squadratrice con sistema Syncrobelt ®, che ha ottenuto ben presto il consenso del mercato proprio per le sue caratteristiche specifiche ed esclusive per la ceramica.
Anche l’acquisizione, nel 2004, della Cemar, azienda veneta di Schio con un’esperienza trentennale nella produzione di levigatrici per il settore ceramico, ha contribuito a posizionarci sul mercato come player di riferimento per il fine linea, aggiungendo alla fornitura di linee di levigatura e squadratura complete per gres porcellanato un’importante gamma di teste di lucidatura, satinatura e lappatura, sia dei porcellanati tecnici sia di quelli smaltati.
Nel tempo, alle linee complete abbiamo affiancato il sistema da taglio Cut Crash®, la linea di bordatrici Tucano®, le nuove Leviga e Squadra e, di recente, la nuovissima squadratrice bisellatrice a secco Squadra Dry, insignita di importanti riconoscimenti per il suo valore tecnologico ed ecosostenibile.
A questo proposito, Squadra Dry è stata protagonista di tutte le commesse realizzate da BMR in Ucraina tra il 2018 e l’inizio del 2019… Abbiamo fornito al Gruppo Intercerama il primo impianto di finitura con rettifica a secco destinato alla produzione di grandi lastre. Inoltre, abbiamo eseguito l’upgrade impiantistico nello stabilimento Epicentr e l’espansione produttiva alla Kharkov, finalizzati al potenziamento della produzione di grandi formati lappati.
Le vostre tecnologie hanno dato un contributo notevole anche allo sviluppo del settore ceramico in Iran… Le incertezze economiche mondiali non sono riuscite a fermare lo spirito innovativo del mercato iraniano, che da dodici anni predilige l’alta tecnologia italiana dei nostri impianti. L’Iran, l’antica Persia, è un paese ricco di storia e di cultura, per cui la qualità italiana è molto riconosciuta e apprezzata.
Inoltre, i rapporti industriali sono improntati alla correttezza e alla lealtà: anche se nella trattativa i clienti iraniani discutono sul prezzo, una volta concluso l’affare, onorano i pagamenti fino all’ultimo centesimo, non abbiamo mai registrato perdite in Iran.
Noi abbiamo una posizione di leadership nel paese, grazie al favore riscontrato nelle principali realtà imprenditoriali ceramiche del territorio: per esempio, abbiamo fornito il primo impianto dedicato alle grandi lastre che è stato installato nello stabilimento di Rock Sanat, appartenente al gruppo Mah Ceram; la Marjan Tile Co., innovativa e moderna azienda ceramica, ha migliorato la propria produzione sposando il processo a secco della Squadra Dry; Persepolis Tile & Stone Group ha invece deciso di sviluppare la lappatura dei propri prodotti scegliendo LevigaPlus e la linea dedicata che da sempre ci rende riconoscibili al mondo.
Ciò che vi distingue è anche la vostra attenzione al customer service e la vostra capacità di mettere in sinergia tutte le componenti che consentono di sviluppare soluzioni per il fine linea non precursori delle future tendenze di mercato, ma soprattutto versatili e personalizzabili sulle differenti caratteristiche di ciascun cliente.
Tornando all’Iran, quali sono gli effetti dell’embargo americano sui rapporti commerciali con il paese? A novembre scorso abbiamo installato un impianto che avevamo venduto prima dell’embargo. L’Iran è un paese importante per il settore ceramico e avrebbe bisogno di tecnologia italiana, però, con questa restrizione, l’operatività è penalizzata, è difficile ottenere lettere di credito perché le banche non accettano pagamenti provenienti da quel paese.
Purtroppo, gli iraniani in questo momento sono costretti a sopperire alla nostra latitanza obbligata acquistando tecnologie in Cina, paese che è fuori dall’embargo. A quanto pare, stiamo cedendo in mano ai cinesi un mercato con diverse concentrazioni industriali, sia nell’area di Teheran sia in altre città importanti. Speriamo che si trovi un accordo vantaggioso per le nostre imprese. Intanto, l’Europa non è intervenuta affatto e c’è da chiedersi se sia d’accordo con le decisioni di Trump o se le subisca. Non è questa l’Europa che volevamo: a parte la moneta unica, quali vantaggi ci ha portato e con quali costi? Chissà quando la politica smetterà di essere autoreferenziale e incomincerà a tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio tecnico e scientifico costituito dalle industrie in Italia e in Europa.
Purtroppo, in questi giorni, abbiamo avuto esempi poco edificanti in questo senso… Infatti, se pensiamo agli stop che sono intervenuti sulle infrastrutture, la politica è sempre più deludente.
Come ricordavo in un’intervista precedente (n. 81), da quarant’anni si discute della bretella autostradale di collegamento fra Sassuolo e Campogalliano, all’innesto con l’autostrada del Brennero e l’A1. Che senso ha la richiesta del Ministro Danilo Toninelli di condurre un’analisi costi-benefici di un’opera realizzata da un soggetto privato che ha già completato tutti gli iter decisionali? Ha senso bloccare una strada fondamentale per lo sviluppo dell’industria ceramica che è a costo zero per la collettività, visto che i 215 milioni di euro di contributo pubblico verranno tutti restituiti con interessi al 5 per cento? La bretella autostradale Campogalliano- Sassuolo, dopo l’espletamento di tutte le procedure valutative previste dalla legge, è una realtà dal 12 luglio 2018, data in cui la Corte dei Conti ha già registrato l’intera opera e da cui decorrono i 48 mesi per la realizzazione.
Il 12 novembre l’assegnatario ha già presentato il progetto esecutivo del tratto autostradale e il 17 dicembre il progetto definitivo per la tangenziale di Rubiera.
Il distretto di Sassuolo occupa 30.000 addetti diretti, fattura oltre 6,5 miliardi di euro grazie a flussi di esportazione superiori all’85 per cento. Nel corso degli ultimi cinque anni le industrie hanno investito oltre 2 miliardi di euro in innovazione tecnologica per realizzare l’industria ceramica 4.0. Per questo, auspichiamo che al termine dei 48 mesi previsti per la realizzazione, l’autostrada possa venire aperta al traffico.
Intanto, in febbraio la Regione Emilia Romagna ha depositato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il Governo per conflitto di attribuzione in merito allo stop al Passante di Bologna e ha convocato un tavolo urgente con le parti sociali anche per la bretella Campogalliano-Sassuolo, considerandola una battuta d’arresto illegittima perché cade tre mesi dopo il via libera alla costruzione ottenuto durante l’incontro di ottobre scorso tra la Regione e lo stesso ministro Toninelli.
Che dire? Per fortuna l’A22 del Brennero è stata costruita negli anni Sessanta.
Oggi un’opera così importante per la nostra economia forse sarebbe stata irrealizzabile.