IL SORRISO DI CHI CONCLUDE ALLA QUALITÀ
L’Italia, con la sua arte e con la sua cultura, ma anche
con le sue imprese è l’Italia del sorriso. È il sorriso di chi scommette sulla
riuscita e non può permettersi di abbandonarsi e di lamentarsi, perché la difficoltà
indica che non c’è chi possa detenere la risposta facile. In ciascun tratto del
viaggio in cui ci troviamo, occorre tenere conto dell’esperienza in atto, che
nel vostro caso dà un contributo insostituibile alle centinaia di aziende del
manifatturiero italiano che servite, offrendo consulenze specifiche sulle
tecnologie più avanzate e su acciai speciali e leghe. Quali sono i settori
produttivi in cui è maggiormente richiesto il vostro intervento in questo momento?
S.E.F.A. è coinvolta in tutti i settori della produzione di strumenti di
utilizzo quotidiano. Quando è necessario costruire o definire oggetti nelle
loro geometrie e funzionalità, noi siamo i primi a essere interpellati, perché
siamo interlocutori affidabili nella scelta degli acciai da utensili più adatti
per ogni diversa operazione industriale, sia quando occorre stampare plastica, sia
per ottenere pezzi stampati da lamiera a freddo nel trattamento di materiali,
sia nello stampaggio di acciaio e alluminio nelle lavorazioni a caldo. La
nostra storia è intessuta della ricerca incessante di prodotti e materiali
innovativi e tecnologie sempre più all’avanguardia. Attualmente, per esempio,
stiamo valutando la scelta di alcuni acciai da impiegare nelle sale operatorie,
ma forniamo anche i settori farmaceutico e biomedicale per particolari di
macchine automatiche in “camera bianca”, che richiedono acciai inossidabili con
alte prestazioni in purezza e caratteristiche meccaniche. Negli anni sessanta,
per esempio, l’esame del sangue si svolgeva con l’ausilio di provette gestite
manualmente. Poi, grazie all’evoluzione degli acciai speciali e alle aziende
che sono nate nel polo biomedicale di Mirandola, è diventato molto più semplice
effettuare l’esame in pochi minuti e con maggiore sicurezza con l’ausilio di
particolari siringhe asettiche. Noi abbiamo apportato molte novità in questi
settori, come fornitori di materie prime non solo per la produzione di
strumenti chirurgici, ma anche per le macchine e le attrezzature che li
producono. C’è quindi anche un po’ della nostra storia nelle imprese che
serviamo.
Alcune settimane fa, in un’azienda orafa di Arezzo, il produttore
di una piccola catena d’oro aveva un problema nella produzione. Noi abbiamo interpretato
il suo progetto, suggerendo l’impiego di alcuni acciai che avrebbero migliorato
la tecnologia di tranciatura. Qualche giorno più tardi, il nostro rappresentante
ci ha comunicato che, grazie all’impiego degli acciai speciali che gli avevamo
consigliato, quel punzone prima soggetto a continue rotture ora funzionava e non
causava il periodico fermo della produzione. L’operatore ha trovato la serenità
indispensabile per produrre e noi abbiamo contribuito a qualificare la sua
produzione.
Questo risultato provoca il sorriso di chi opera in S.E.F.A.,
perché noi abbiamo il compito di trasmettere tecnologia e sicurezza, dedicando
la parola e i nostri sforzi alla riuscita del progetto di ciascun cliente.
Questa catena di parole innesca il sorriso degli imprenditori che hanno
trasformato la manifattura italiana in una ricchezza per tutti. È da questa
ricchezza che nasce il sorriso dell’Italia, senza cui non è possibile produrre,
pagare le tasse, garantire compensi ai collaboratori e favorire la crescita
culturale e umana del paese.
Nella vostra azienda state investendo in modo nuovo nel
rilancio del progetto, avviando il processo di valorizzazione della vostra
esperienza ultraquarantennale… Il nostro motto è che la riuscita del cliente
dipende dalla sua capacità di scegliersi il fornitore, in modo che sia anche
suo interlocutore. La nostra missione è quella di portare le novità delle
tecnologie e dei materiali in tutti i settori della produzione industriale.
C’è un grande impiego dei nostri acciai, per esempio, nella
produzione di semilavorati nel settore delle caldaie e delle pompe di calore,
che Immergas ha reso un prodotto vincente, tanto per citare un caso di
eccellenza emiliana.
Lungo l’interlocuzione con la nostra azienda il cliente ha
trovato un partner sempre più deciso a partecipare non alla distribuzione, ma
alla creazione dei suoi utili. Ho assunto, infatti, il compito di trasmettere
il meglio dell’esperienza acquisita in cinquant’anni di vita nel settore
siderurgico.
Questa comunicazione avviene con collaboratori e clienti,
ecco perché non si tratta di vendere un pezzo di ferro o di acciaio. In questo
scenario imprenditoriale è necessario assumere sempre di più il ruolo di
interlocutore con ciascuna delle aziende clienti, per le quali abbiamo messo a
disposizione idee e novità che devono assolutamente conoscere per migliorare la
loro produzione. Ciascuno sarà poi libero di valutare quello che gli potrà
essere più utile, ma noi vogliamo costituire un tassello della crescita
economica dei territori in cui operiamo e essere attivi nel trasferimento
tecnologico.
Nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo messo a punto alcuni
obiettivi per rispettare questo programma, avviando la formazione intensiva dei
nostri rappresentanti venditori. Abbiamo predisposto un calendario di
appuntamenti specifici dedicati alla formazione tecnica e a quella umanistica,
che tenga conto in particolare dell’importanza della parola per ciascuno, in
modo che i nostri collaboratori continuino a crescere, qualificando i loro
talenti e con effetti di trasformazione non soltanto nel lavoro, ma anche negli
altri ambiti della vita, per offrire al cliente un contributo alla sua ricerca
che va oltre lo standard.
Le difficoltà non mancano, perché purtroppo sembra
prevalere, in ambito sociale, talvolta politico e nei media, l’idea che la
produzione industriale non sia necessaria, che sia un fastidio, che la comunità
possa prosperare in una mentalità di tipo assistenziale, in cui tutto è dato
per scontato e nessuno ha la responsabilità del compito che svolge, perché quel
che non funziona dipende sempre da altri. In S.E.F.A., invece, abbiamo sempre
operato nella convinzione che ciascuno ha un compito che lo qualifica nel momento
in cui incomincia a non dare per scontato più nulla, interrogandosi sul suo
apporto specifico nell’azienda, con i clienti e poi anche nella famiglia, nel
sociale e in tutti gli ambiti in cui interviene. Ecco perché chi si rivolge a
noi sa di poter contare su un insieme di valori che contribuiranno alla
riuscita del proprio progetto. Le società del Gruppo si attengono ai
dispositivi di parola, incontrando, discutendo, diffondendo informazioni che
tengono conto della storia produttiva della nostra regione e del paese. Questo
è il più grande contributo che oggi il cliente possa ricevere dal suo fornitore.
T.I.G., azienda del Gruppo operante nel settore del titanio,
è un esempio di questa nostra politica, perché è nata per dare un apporto
tecnologico ad alcune società del manifatturiero, quando a Bologna negli anni
2000 soltanto poche utilizzavano questo metallo. Oggi sono centinaia le piccole
e medie imprese nostre clienti che adoperano il titanio quotidianamente, con
una richiesta quasi analoga a quella del ferro, dell’acciaio comune o dell’alluminio.
Le abbiamo rese partecipi di questa tecnologia, abbiamo incontrato, discusso,
prodotto libri specifici e cataloghi tecnici, abbiamo tenuto corsi, abbiamo
fatto campionature gratuite, fino a quando la nostra parola, una piccola goccia
(come sembrava essere la nostra nuova iniziativa), non è diventata un fiume. In
questi ultimi mesi sta accadendo la stessa cosa con la nuova società per la
stampa additiva, 3D Metal.
Abbiamo messo in gioco tutte le nostre risorse, senza risparmiarci.
A fine 2017 i fatturati delle tre aziende del gruppo sono arrivati a 26,5
milioni di euro e oggi il gruppo dovrebbe chiudere l’anno 2018 a un giro di
affari di oltre 28 milioni, con un aumento del 7 per cento.
Il nostro più grande investimento ora va nella direzione di
divenire un’impresa attraente per collaboratori, clienti e territorio, in modo
che trovino in noi gli interlocutori per la qualità. Sono migliaia gli
artigiani che ciascun giorno non ascoltano i luoghi comuni che spacciano i
media e si chiudono in una bottega, in un sottoscala o in un garage per
perfezionare il progetto di una macchina nuova, che hanno nella testa e nelle
mani.
Noi abbiamo ancora centinaia di questi clienti che vengono
in S.E.F.A.
per discutere di un problema tecnico, una macchina che ha un
particolare che non funziona, perché il materiale che impiega si usura, si
scheggia o si rompe. È facile acquistare nuove macchine tecnologiche, ma perché
funzionino nel lungo periodo è necessario utilizzare i materiali più leggeri e
più resistenti e noi siamo felici di contribuire al risultato e al sorriso di chi
conclude alla qualità.
Dalle braccia, dalla mente, dall’ostinazione di questi
artigiani, nasce l’Italia del sorriso, il sorriso di chi ha la lungimiranza di
notare che il ponte Morandi, a proposito del recente disastro di Genova, non si
costruisce in otto mesi, perché occorrono bravi ingegneri, occorre calcolare
quanto ferro impiegare e che profili usare, e occorrono tecnologie adatte a far
transitare 28 milioni di autoveicoli, non i 2 previsti quando è stato
costruito, negli anni sessanta.
Occorrono una responsabilità e un’etica anche nel raccontare
ai cittadini i progetti infrastrutturali di cui il paese non può privarsi per
il suo avvenire. Nonostante abbondino programmi televisivi che ospitano chef-star,
il sorriso dell’Italia non è prodotto da un piatto di pasta, ma semmai dalla
tecnologia che c’è dietro quel piatto di tortellini. Se gli italiani sapessero
quanta tecnologia occorre per produrre un chilo di maccheroni e la complessità
che richiede la scelta degli acciai e dei materiali impiegati soltanto per gli
impianti dei pastifici, per le linee d’impacchettamento e l’essicazione, forse
incomincerebbero a considerare in modo diverso le imprese e coloro che lavorano
nell’impresa, garantendo la tenuta economica e finanziaria del paese e il
miglioramento della qualità della nostra vita.
Questo è il sorriso pragmatico dell’Italia, non è quello
buonista che si vede in TV. Questo è il sorriso di chi ha ancora l’ambizione di
produrre beni di qualità nel nostro paese, di chi ha ancora bisogno di
sorridere e si aspetta da noi non soltanto un suggerimento tecnico, ma
un’alleanza per scambiare idee, crescere insieme e dare ancora di più e meglio.
Gli imprenditori dell’Italia del sorriso corrono insieme, e questo è
interessante: per attraversare i guadi è meglio essere in due, ma è ancora meglio
essere più numerosi, perché emergono più idee e proposte. L’importante è non
aggregarsi, perché spesso l’idea di aggregazione procede per schemi, che sono
sempre chiusure, mentre l’imprenditore deve procedere dall’apertura in ciascun
momento.
È una situazione che non c’era fino a qualche decennio fa,
quando il mercato cresceva senza problemi.
Oggi, invece, il sorriso dell’Italia e il sorriso di
S.E.F.A. intervengono con una parola nuova, che provoca una catena di parole,
un’altra invenzione, un altro modo di pensare, un altro modo di produrre in
direzione della qualità, favorendo il sorriso delle persone, guardando da
protagonisti la trasformazione del paese.