È TEMPO DI INVESTIRE SULLA TUTELA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE

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presidente di Brunacci & Partners

Il titolo di questo numero del giornale è Il tempo pragmatico, ovvero il tempo del fare e dell’innovazione. In un’epoca in cui i mercati e le tecnologie sono in continua trasformazione, in che modo la proprietà intellettuale assume un’importanza strategica come investimento a medio e lungo termine? Se consideriamo per esempio il settore agroalimentare, il nostro paese e la nostra regione vantano realtà industriali di primissimo livello ed eccellenza, con un mercato internazionale consolidato, spesso ancora di proprietà delle famiglie che le hanno fondate. Realtà che hanno investito e continuano a investire sui propri marchi per distinguersi dalla concorrenza e tutelare al meglio i propri prodotti, veicoli importanti di comunicazione con i consumatori.
Ricordo che il marchio è una risorsa strategica per l’impresa e in determinati settori rappresenta una parte fondamentale del suo valore. Senza un marchio che ti contraddistingue, è molto difficile compiere il passo da azienda a gestione familiare a industria i cui prodotti sono riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Ma il marchio deve essere tutelato, gestito e difeso con modalità che rispondono a criteri professionali precisi, differenziati opportunamente per paese e aree geografiche. Ecco perché i professionisti che lavorano nelle nostre tre sedi – Modena, Milano e Perugia – sono in grado di adottare le giuste soluzioni, consigliando le procedure più adeguate per una corretta tutela dei diritti dei clienti.
Se consideriamo inoltre la sola provincia di Modena, così ricca di aziende operanti in settori in cui le innovazioni sono indispensabili per la loro crescita – automotive, meccanico, ceramico, biomedicale –, sono sempre di più gli imprenditori che avvertono la necessità di documentarsi e affidarsi a consulenti e studi esperti in materia di proprietà industriale per lo sviluppo e la protezione delle proprie idee. Il brevetto è il più importante – se non spesso l’unico – strumento che tutela i frutti della ricerca e consente, grazie al regime di privativa, di recuperarne i costi. Ecco perché il nostro reparto brevetti è presidiato da un numero sempre maggiore di ingegneri e tecnici con competenze specifiche nei diversi rami tecnologici e al passo con le più recenti normative nazionali e internazionali, che sono peraltro in continua evoluzione.
Constatando la rapida espansione della Brunacci & Partners, che ha aperto tre sedi in pochi anni, in che modo il vostro stesso marchio dà un apporto al progetto e al programma dell’avvenire? Proprio perché abbiamo progetti ambiziosi e puntiamo a estendere almeno a sette il numero delle nostre sedi in Italia, il marchio è uno strumento imprescindibile. Anche se, per alcuni clienti storici, la Brunacci & Partners si identifica ancora con il sottoscritto, stiamo lavorando molto all’interno del nostro team per promuovere l’identificazione dei valori e dello stile che ci distinguono.
I soci e i responsabili di reparto stanno facendo al meglio la loro parte, ma è un percorso che richiede sforzi notevoli anche da parte mia, che devo imparare a dare fiducia e a delegare ai collaboratori, dopo avere offerto gli strumenti formativi più idonei per metterli in condizione di svolgere con entusiasmo e responsabilità la propria funzione nel rispetto del proprio ruolo aziendale. Lungo questo costante processo di trasformazione della nostra organizzazione, stiamo imparando quanto è importante la comunicazione in tutte le sue forme: riunioni, colloqui individuali, incontri settimanali con i soci, colazioni di lavoro o scambi veloci in una semplice pausa caffè.
Come notava lei nell’intervista pubblicata sul numero precedente del giornale, non sono i muri dell’edificio a strutturare un’azienda, ma la comunicazione...
Se c’è parola, anche le cose che sembrano più complicate diventano semplici, si dissolvono i fraintendimenti e i malcontenti che spesso ne derivano e che possono portare a conflitti inutili.
Inoltre, parlare e condividere è essenziale per trasmettere a ciascuno – con la massima chiarezza e precisione – l’importanza e il valore di un’attività da svolgere in quel momento e per assicurarsi che il messaggio sia stato recepito correttamente. Questo consente ai collaboratori anche di acquisire maggiore sicurezza nello svolgimento dei propri compiti, lavorare con più efficacia e limitare gli errori.
I dispositivi di parola sono importanti anche per la valorizzazione delle eccellenze che operano all’interno di un’azienda. A volte, purtroppo, in alcune realtà, non è chiaro che cosa faccia il collega vicino di scrivania o di ufficio. Così, magari, si corre frettolosamente ai ripari esponendo e imponendo l’organigramma aziendale, che spesso però non è chiaro nemmeno ai diretti interessati. Per cui si giunge al paradosso che un collaboratore sia identificato come responsabile di una mansione dai suoi colleghi prima ancora di aver maturato la consapevolezza del ruolo che gli è stato assegnato.
Ecco perché – e qui mi ripeto – la comunicazione, accanto alla formazione, è essenziale per valorizzare le funzioni di ciascuno e stare al passo con i tempi.