LA TERAPIA CHELANTE

Qualifiche dell'autore: 
medico chirurgo, Nutrition for Longevity (Nfl)

Nel mio intervento vorrei darvi alcune linee guida sulla terapia chelante, che pratico da una decina di anni, e parlare approfonditamente dei metalli tossici a cui tutti siamo esposti quotidianamente. I metalli pesanti sono componenti della litosfera con caratteristiche chimiche e peso molecolare molto diversi tra loro. Tra tutte le sostanze inquinanti, i metalli tossici sono tra i composti più pericolosi e dannosi per l’uomo. Questi metalli (cadmio, mercurio, piombo, argento, arsenico, nichel, stagno) si accumulano lentamente e progressivamente nei tessuti e negli organi, dove esercitano la loro azione dannosa, bloccando l’attività di numerosi complessi enzimatici, con conseguente danno metabolico ed energetico.

Piombo. Il piombo viene assorbito attraverso l’acqua – soprattutto nelle vecchie abitazioni che hanno ancora le tubature di piombo, i cibi in scatola, l’inquinamento atmosferico, la frutta e la verdura coltivate in terreni contaminati, la carne contaminata, i dentifrici, le batterie, le vernici al piombo e via dicendo. Esso si accumula soprattutto a livello delle ossa e nei tessuti molli (rene, midollo, fegato e sistema nervoso centrale), ma è in grado di danneggiare praticamente tutti i tessuti del nostro organismo. La sintomatologia è la più svariata, dalla cefalea alla neuropatia, alla depressione, alla pigmentazione alla base dei denti. Molto spesso anche i bambini possono essere intossicati. La sintomatologia nei bambini comprende iperattività, pianto frequente immotivato, comportamento diffidente, difficoltà di apprendimento, disturbi della parola, ritardo mentale, fino a arrivare a vere e proprie crisi convulsive.

 

Mercurio. Anche l’intossicazione da mercurio – veleno mortale per tutti gli esseri viventi -– può avvenire mediante il cibo, ad esempio, i pesci, in particolare la rana pescatrice, la spigola, l’anguilla, il palombo e il pesce spada lo accumulano in gran quantità. Il cloruro di mercurio si trova in numerosi cosmetici, deodoranti, coloranti, diuretici, detersivi per pavimenti, pasta per otturazione dei denti, un po’ dappertutto, come tutti i metalli. La sintomatologia in questo caso comprende insonnia, nervosismo, perdita di memoria, ansia, depressione, fino a arrivare ai disturbi della parola e della coordinazione.

 

Alluminio. Minerale più diffuso sulla superficie terrestre ma non svolge alcuna funzione utile per il corpo umano.

È stata dimostrata la costante associazione di accumulo di questo metallo in patologie caratterizzate da disturbi mentali, quali l’Alzheimer, il Parkinson e la sindrome di Down. L’alluminio può penetrare nel nostro organismo attraverso l’acqua potabile, le preparazioni alimentari, i prodotti farmaceutici, la cottura in alluminio di cibi acidi, le preparazioni da infondere per via endovena, la nutrizione parenterale. La sintomatologia comprende numerosi sintomi che vanno a colpire tutti gli organi.

 

Cadmio. Il cadmio è il metallo tossico oggi in maggiore aumento nei terreni agricoli da quando è stato tolto il piombo dalla benzina poiché sembra che le marmitte catalitiche ne rilascino particelle, ma lo troviamo in grande quantità anche nelle sigarette. Il cadmio impegna e riduce la capacità antiossidante di tutto l’organismo, aumenta lo spessore della membrana basale dei piccoli vasi e dei capillari, riducendo la circolazione e nelle donne molto spesso accumuli di cadmio sono causa di prematurità o deformità del feto, proprio perché vanno a interessare la circolazione uterina. Il cadmio viene utilizzato nella produzione di accumulatori, nella produzione di vernici, come additivo di carburante, stabilizzante di materie plastiche e così via. La sintomatologia va dall’affaticabilità all’enfisema polmonare, alla colorazione giallastra dei denti, all’artrite reumatoide, alla ridotta produzione di vitamina D, fino al carcinoma della prostata.

Oggi, il metodo più valido per misurare la reale quantità di metalli pesanti presenti all’interno del nostro organismo è il “test di chelazione”. Esso avviene effettuando una raccolta di urina prima (primo campione) e dopo (secondo campione) la somministrazione di un agente chelante (EDTA o DMSA).

Chiaramente, nel secondo campione la sostanza chelante trasportata dal sangue ha legato i metalli all’interno dei tessuti e li ha portati fuori con l’urina, per cui è quello che indica il reale stato d’intossicazione del soggetto.

L’EDTA (acido etilen diamino tetracetico) è un aminoacido sintetico che viene somministrato per via endovenosa e viene eliminato rapidamente per via urinaria. Tra gli effetti diretti dell’EDTA abbiamo quello di chelare i metalli tossici, il ferro, il rame e il calcio dalle pareti dei vasi: quando andiamo a togliere il calcio dalla parete del vaso aumenta la contrattilità del vaso e quindi il flusso di sangue a tutti gli organi e ai tessuti. A scopo terapeutico viene utilizzato come farmaco di elezione nell’avvelenamento acuto da metalli tossici. Viene inoltre utilizzato in tutte le patologie cardiocircolatorie quali angina, claudicatio, infarto, ictus, ipertensione arteriosa, nonché come prevenzione nell’invecchiamento, proprio perché è un potente antiossidante.

L’altro farmaco che utilizziamo per fare il test di chelazione è il DMSA (acido dimercaptosuccinico), che ha il vantaggio di venire somministrato per via orale. A causa della sua bassa tossicità, negli Stati Uniti è stato approvato l’utilizzo anche nei bambini oltre un anno di età. Il vantaggio del DMSA rispetto all’EDTA è che attraversa la barriera ematoencefalica e quindi rimuove i metalli tossici anche a livello encefalico.

Vorrei concludere il mio intervento affermando che la semplice misurazione dei metalli nel sangue e nell’urina è inattendibile, perché i metalli si depositano all’interno dei tessuti, e che pertanto il “test di chelazione” dovrebbe rappresentare la tecnica di elezione per valutare lo stato di intossicazione da metalli pesanti.