CRESCERE INSIEME, ASCOLTANDO
In questo numero della rivista, apriamo il dibattito
intorno al tema “Alla luce dell’ascolto”. In che termini l’ascolto ha garantito
il rilancio della vostra azienda? L’ascolto è fondamentale. Con tutti gli
strumenti telematici di cui disponiamo sembra che trionfi l’esasperazione della
tecnologia, ma quello che manca invece è il tempo per incontrare e parlare.
Ancora oggi, l’espressione del viso di una persona, quello che ti racconta,
sono aspetti fondamentali nel business, non possiamo pensare che sia soltanto una
questione di profitto economico.
Non è così, soprattutto quando si parla di articoli tecnici.
Talvolta gli ordini arrivano con informazioni imprecise, date per telefono o
per WhatsApp, quindi l’ascolto è proprio determinante. Qualcuno risponde che va
bene comunque, invece non è così, perché devo avere informazioni precise per
offrire esattamente quello che occorre.
La pratica dell’ascolto è sempre più necessaria per le
aziende che puntano alla qualità. Lei ha incominciato il suo itinerario
imprenditoriale come venditore.
L’imprenditore, prima di essere tale, è anche venditore… Occorre
essere umili e ascoltare.
Cito il caso del celebre giocatore di pallacanestro Michael
Jordan: in un suo libro ha dichiarato che è maggiore il numero di partite che
ha perso di quelle che ha vinto. Però, MJ è entrato nella storia. Quando
proviamo e riproviamo, i risultati arrivano.
Nell’ambito della vendita, per esempio, chi visita venti
aziende ha molte più possibilità di chi ne ha incontrate dieci. Non bisogna
fermarsi mai. Un nostro venditore è andato a visitare un’azienda tre volte in
un mese per proporre i nostri prodotti e non ha concluso la vendita. Per un
anno e mezzo non è più andato in quell’azienda, neanche per portare in omaggio
a fine anno il nostro storico calendario da collezione, un gesto per dire “Sono
venuto a trovarti per lasciarti il nostro calendario e augurare a te e alla tua
famiglia un felice e un santo Natale”. È una gentilezza che non significa
niente, però lui non ha dato valore a questo gesto.
Qualche tempo dopo, ho saputo che quell’imprenditore ha
acquistato alcuni prodotti che abbiamo noi da un distributore in Lombardia.
Allora sono andato a trovarlo e mi ha risposto che non era più passato nessuno dei
nostri venditori. Il venditore aveva assunto in modo realistico il mancato
accoglimento della nostra proposta, ma, dall’altra parte, la persona che lo
doveva ascoltare non ha ascoltato.
Occorre che chi si occupa della vendita si trovi
nell’ascolto incessante, che si eserciti nello sforzo, perché nella vendita come
nella vita occorre avere fede nella riuscita… La vendita per me è un atto
di fede, perché quando visito queste aziende sto facendo un atto di fede verso
il futuro, anche se l’interlocutore sembra indifferente. Ho bussato a tante
porte, però qualcuna mi è stata aperta e siamo cresciuti insieme con i nuovi
clienti. È diventato essenziale, soprattutto con le multinazionali nostri
fornitori, esercitarsi nella lingua diplomatica. Sono aziende molto importanti,
con tanti dipendenti e spesso gli interlocutori che incontriamo non sono i
titolari, ma manager che oggi ci sono e domani non si sa.
Capita spesso, quindi, che il manager che mi fornisce
informazioni fra sei mesi sia sostituito da uno nuovo che invece mi propone un
messaggio molto diverso da quello che ascoltavo prima. Alcune volte vorrei dire
tante cose a questi manager, ma non le dico e non le posso dire perché ho la
responsabilità di quindici famiglie che lavorano in azienda grazie al fatto che
io sono sempre in ascolto. Mio padre è riuscito nella sua vita come imprenditore
perché ha ascoltato tanto. L’ascolto è la base di tutto.
Nella grafica della vostra azienda ci sono due mani
meccaniche che quasi proteggono il pianeta. Perché questa scelta? È la
protezione intesa secondo il modo di prendersi cura tipicamente italiano. Siamo
italiani e da sempre siamo famosi nel mondo perché, dopo avere tanto ascoltato,
produciamo quello che serve a misura delle esigenze del cliente. Inoltre, ci piacerebbe
(uso il condizionale) vendere prodotti italiani: non a caso fra i nostri
fornitori spiccano quelli che hanno mantenuto la produzione in Italia, anche se
la burocrazia e i costi di produzione, come quelli dell’energia, incidono
tantissimo. Ma noi siamo orgogliosi di lavorare in Italia, da dove il futuro è
cominciato.