LA VERA CURA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Questo numero del giornale s’intitola La vera cura.
Quanta cura occorre nella redazione di una relazione brevettuale e perché? I
rischi di contraffazione sono sempre più diffusi in tutti i settori di
attività, di conseguenza gli studi di consulenza in proprietà industriale sono
sempre meglio strutturati per fornire ai propri clienti un servizio di
sorveglianza efficiente e puntuale attraverso l’ausilio di banche dati
internazionali sempre più evolute. Ma ricordiamo che la tutela di un’invenzione
deve sempre incominciare dalla relazione brevettuale oggetto del deposito della
domanda: compito principale di un bravo consulente è redigere la relazione brevettuale
e formulare le cosiddette “rivendicazioni” in modo tale da tutelare non solo
l’invenzione in quanto tale, ma anche tutto ciò che è tecnicamente equivalente.
Allo stesso tempo, il consulente deve prestare la massima cura nella stesura della
descrizione affinché terzi possano un giorno essere in grado di capire che cosa
è stato brevettato e valutare l’ambito protettivo definito dalle
rivendicazioni. È infatti un diritto del concorrente poter verificare con il
proprio consulente di fiducia quali sono i limiti di un brevetto esistente di
cui è venuto a conoscenza e, di conseguenza, ragionare su una possibile
alternativa di prodotto che non infranga il brevetto stesso. Questo è un
diritto sacrosanto, così come in una vertenza la parte accusata di
contraffazione ha il diritto di mettere in discussione la validità del brevetto
attoreo e contestarne la validità, qualora sia in grado di dimostrare la
mancanza di novità o attività inventiva rispetto allo stato dell’arte esistente.
Gli stessi giudici delle sezioni specializzate nominano un
consulente tecnico d’ufficio (CTU) a cui affidano il compito di accertare non
solo la violazione del diritto brevettuale ma, in prima istanza, di verificare che
il brevetto sia effettivamente valido rispetto alla tecnica nota e che sia
sufficientemente descritto.
Sembra paradossale, ma questa cura redazionale tutela anche
i diritti dei concorrenti del titolare del brevetto. Sono sempre maggiori le richieste
di clienti che decidono di investire nel monitoraggio costante dei brevetti
della concorrenza, sia per verificare di non infrangere i diritti altrui sia
per attingere a knowhow a loro non noti, da cui potrebbero derivare un giorno
possibili nuove invenzioni. Anche perché i brevetti a un certo punto decadono: nella
maggior parte dei paesi del mondo, la durata massima di un brevetto per
invenzione industriale è vent’anni dalla data di deposito, ma i brevetti, per
vari motivi, possono essere abbandonati anche prima della scadenza del
ventennio, sospendendo il pagamento delle tasse annuali previste per il
mantenimento in vita.
Può dirci in breve come si svolge la vostra attività di
ricerca e sorveglianza? Come dicevo, questo servizio viene svolto al meglio
utilizzando anche banche dati internazionali a pagamento, che mettono a
disposizione di noi consulenti una varietà e complessità di dati brevettuali
pubblici, che ci consentono di recuperare in tempi ragionevolmente brevi informazioni
preziose per i nostri clienti e sempre più aggiornate e puntuali. Sono esclusi
i primi diciotto mesi di segretezza delle domande di brevetto, periodo entro il
quale nessuno può accedere al contenuto dei documenti brevettuali. Svolte le prime
verifiche, subentra la fase di consulenza vera e propria: verifichiamo insieme
al cliente il contenuto dei brevetti rintracciati a nome del concorrente al
fine di individuare quelli di effettivo interesse, per poi svolgere un’analisi
più approfondita riguardante per ogni brevetto l’ambito protettivo e lo
stato-vita. La consulenza si chiude fornendo un parere tecnico brevettuale che
consenta al cliente di fare chiarezza su ciò che è stato effettivamente
brevettato e sugli spazi di manovra consentiti per evitare di violare i diritti
altrui.