L’AVVENIRE CI RESTITUIRÀ LA LIBERTÀ DI INVENTARE
Nelle fasi di progettazione e produzione di stampi è molto
importante valutare insieme con il committente ciascuna aspetto, ma in che
termini la sua Officina Meccanica offre un contributo anche all’avvenire
dell’impresa del vostro interlocutore?
Le aziende che ci commissionano la costruzione di stampi
divengono nostre interlocutrici non solo nel momento della prova dello stampo, che
effettuiamo in officina, ma ancora prima della fase della progettazione.
Noi otteniamo i migliori risultati quando riusciamo ad avviare
con il cliente un proficuo scambio di idee già nei primi incontri. Negli ultimi
anni, però, a causa della riduzione della struttura tecnica all’interno delle
aziende committenti – che preferiscono demandare a noi tutti gli studi e gli accorgimenti
tecnici, perché hanno l’esigenza di conseguire il risultato in tempi brevi e
quindi non hanno interesse ad analizzare il modo in cui è stato raggiunto – è diventato
molto più complesso fare intendere la portata del nostro lavoro di ricerca. Se
questa esigenza da un lato ci obbliga a fare ricerca e a inventare sempre nuove
soluzioni, dall’altro rende difficile quantificare in termini economici di
mercato questo lavoro intellettuale, perché costituisce la parte di una
produzione che non è tangibile. È semplice vedere lo stampo e quantificarne il valore,
ma che valore diamo all’ingegno che ha ci consentito di costruire quello
specifico stampo?
Fino a circa quindici anni fa, il valore della progettazione di
uno stampo era indicato in una percentuale del 5-8 per cento, adesso invece può
superare il 20. Vuol dire che il 20 per cento del valore di quello stampo è
stato prodotto da persone che non hanno fatto niente se non utilizzare il
proprio cervello per ottenere i risultati raggiunti. Questo lavoro intellettuale
è anche la parte preponderante di un lavoro che resta non tangibile e che è
necessario non più soltanto durante la fase di progettazione dello stampo, ma anche
durante la sua costruzione materiale. Anche gli operatori addetti alle macchine
sono obbligati a rielaborare ciascun dettaglio pratico del progetto per
approntare soluzioni sempre più determinanti per la funzionalità dello stampo.
In altre parole, questo lavoro dell’intelletto non si ferma alla progettazione,
ma prosegue durante tutto l’arco della fase di costruzione, anche nelle parti che
noi potremmo considerare meno rilevanti.
Oggi, dovremmo abolire il termine “operaio”, perché identifica qualcuno
che opera soltanto con le mani. La tendenza in avvenire sarà invece sempre più
quella di operare integrando il lavoro della mano con quello del cervello.
Questo è uno dei motivi per cui oggi la maggioranza delle aziende incontra
molte difficoltà a trovare collaboratori affidabili e anche a formarli
tecnicamente. Le istituzioni scolastiche, per esempio, sono complici di questa
separazione ideologica e forzata perché sono ancora nella logica della
divisione del lavoro manuale da quello intellettuale. Il problema di molte aziende,
quando accolgono giovani diplomati, indipendentemente dalla loro preparazione
tecnica, è costituito proprio dalla difficoltà di insegnare loro a collegare il
pensiero di ciò che devono fare con la manualità, che certamente oggi è sempre più
ridotta, ma è ancora molto importante.
Pensi all’assurdità di quanto dobbiamo faticare per far capire
ai nostri clienti quanto lavoro intellettuale occorre per costruire lo stampo, perché
questo lavoro non si vede; e pensi a quanto dobbiamo faticare per trasmettere
la complessità del nostro intervento ai dipendenti, perché la loro formazione
scolastica non li ha preparati a questo. Eppure, è proprio questa produzione
intellettuale, che avviene durante le fasi di progettazione e produzione, a
conferire allo stampo il suo valore.
Qual è l’avvenire dell’impresa nel suo settore?
Le imprese del nostro settore attraverseranno una trasformazione
radicale nella direzione intellettuale, più che negli aspetti di manodopera spicciola.
Cioè, sarà sempre più il pensiero a determinare che cosa si dovrà costruire.
Finora, la progettazione e la costruzione degli stampi sono state condizionate
dal modo di muovere le mani, dal prodotto e da altri aspetti materiali. Ma, in
futuro, si produrranno forme molto particolari, che non sono producibili con le
tecnologie attuali. In particolare, sarà possibile produrre soltanto con l’apporto
dell’idea e dell’inventiva di un individuo, senza le limitazioni delle
tecnologie tradizionali.
Facciamo l’ipotesi che mi si stacchi un bottone dalla camicia:
mi cade in terra, lo perdo, non ce l’ho più. Ebbene, potrò sedermi davanti a
una macchina e a un computer a cui comunicare, in meno di cinque minuti, la
forma che deve avere il nuovo bottone o anche un elemento di fantasia che non
ha nulla in comune con la forma del bottone. Utilizzando polveri di metalli o
materiale plastico o di altro tipo, potrò realizzare l’oggetto che ho ideato.
In tutto questo processo, se non fosse intervenuta l’idea e il modo di
sollecitarla, a nulla sarebbero serviti la polvere e la macchina. Quindi, quello
che conterà in avvenire non sarà più nemmeno la formazione tecnica, bensì le
idee e la fantasia dell’individuo, ovvero il suo talento inventivo. L’impresa
dell’avvenire non avrà più limiti alla sua inventiva. Pensiamo a Michelangelo,
di cosa poteva disporre? Aveva la pietra. Ma dov’era la figura che voleva scolpire?
Era nella sua fantasia. L’avvenire ci restituirà la libertà di inventare. Una
volta, questa era una peculiarità degli artisti, che mancava nella maggioranza
delle persone. Con queste nuove tecnologie, invece, l’invenzione è alla portata
di tutti grazie all’industria.