SCOMMETTIAMO SULL'APPORTO INTELLETTUALE DI CIASCUN LAVORATORE
Nella
vostra Officina Meccanica, la carta vincente per la progettazione e la produzione
di stampi a iniezione è costituita anche dalla capacità d’inventare nuove
combinazioni, che rendono unici i vostri stampi. In che modo la vostra realtà
manifatturiera è anche una realtà intellettuale?
La
realtà dell’impresa è costituita da chi s’interroga ciascun giorno intorno alle
modalità e alle tecnologie su cui investire, in modo che l’azienda offra un
prodotto sempre più all’avanguardia nel mercato e risponda con efficacia alle
richieste dei clienti più esigenti. In questo senso, prima che stampi su
misura, noi vendiamo un servizio che deve risolvere i problemi del cliente. Per
ottenere questo risultato, occorre che l’impresa attui un processo di aumento,
non tanto delle sue dimensioni, quanto nei termini d’investimenti in tecnologie
e nella formazione dei collaboratori. Non sono soltanto le agevolazioni economiche
che sollecitano l’impresa a migliorare le sue performance, ma è determinante
che siano favorite le condizioni culturali per il suo avvio e per il suo
sviluppo. Queste condizioni sembrano invece ostili negli ultimi anni.
In
che modo il vostro servizio su misura è frutto della realtà intellettuale dell’impresa?
La
fase della progettazione è molto importante perché si avvale dell’ingegno di
ciascuno dei nostri collaboratori. Ma lo è anche la fase della costruzione
dello stampo, quella in cui bisogna attuare il progetto in modo che risulti
redditizio anche per la nostra azienda, senza diminuire la qualità della
produzione.
Questo
lavoro comporta che non ci siano più operai, intesi come meri esecutori della
produzione?
Oggi,
nelle nostre aziende, occorrono lavoratori di cervello, non operai che lavorino
in modo esecutivo, come invece accadeva in passato. Prima di avviare la
produzione, ciascuno è interpellato per valutare la maniera migliore di
produrre lo stampo. Ecco che allora il “come fare” viene deciso non più da un
operatore, che poi distribuisce le mansioni ai dipendenti, ma è il frutto del
lavoro intellettuale dell’intera squadra. Per questo riconosciamo un premio a
coloro che adoperano il loro ingegno per ottenere risultati efficaci. Nella
logica sindacale i premi di risultato andrebbero distribuiti in maniera
uniforme in azienda, ma nella logica dell’impresa, invece, il premio ha la
funzione di valorizzare l’ingegno del singolo.
Nella
vostra azienda premiate lo sforzo intellettuale…
Noi
premiamo chi partecipa alla costruzione dello stampo con vantaggio per
l’azienda e anche per il cliente. Ma non è tanto la prospettiva di ricevere un
premio a stimolare i nostri collaboratori a ingegnarsi, quanto quella di
divenire protagonisti della riuscita della nostra impresa. I nostri collaboratori
sono operatori di cervello, che troverebbero subito un impiego in un’altra
azienda, se dovessero trovarsi disoccupati, perché nella nostra Officina hanno
ricevuto questo tipo di formazione: mettere a frutto il proprio l’ingegno. È
chiaro che spetta a me raccogliere tutti i suggerimenti, perché la decisione
spetta a chi rischia di più nell’azienda.
Bisogna
sollecitare lo sforzo intellettuale dei collaboratori, che implica anche che io
possa non ritenere sempre utile il suggerimento. Ma in tal caso non è sminuito
l’apporto di ciascuno, perché nella nostra azienda conta questo modo di
ragionare. Ne parlavo di recente con uno dei miei figli, che suggeriva di
organizzare la fase della produzione in modo standardizzato, per evitare
dispersioni. Ma i produttori di stampi non sono riusciti neanche a livello di
associazione a trovare una maniera uniforme per progettare gli stampi. Ciascuno
stampo è unico e il risultato finale si ottiene soltanto mettendo a frutto la
capacità intellettuale di ciascun collaboratore. Stabilire un sistema di produzione
uguale per tutti gli stampi comporterebbe invece dispendio di tempo e denaro,
dal momento che il nostro lavoro consiste nel produrre prototipi.
Quali
sono gli effetti pragmatici di questo approccio nella vostra Officina?
Se
leggessimo quanto ho appena indicato in termini di numeri, arriveremmo presto a
formulare alcune conclusioni: se non avessimo adottato una logica di produzione
che tiene conto dell’approccio intellettuale di ciascuno, non potremmo
continuare a operare nel mercato. Ma facciamo pure un conto economico: per
svolgere il nostro mestiere noi acquistiamo centri di lavoro, costituiti dalle complesse
macchine che utilizziamo in azienda, per centinaia di migliaia di euro. Se
calcolassimo il costo di ammortamento secondo parametri standard di produzione,
non investiremmo. Invece, noi scommettiamo sulla capacità intellettuale dei
nostri collaboratori che programmano quei centri di lavoro, per esempio, in
modo che lavorino anche di notte. E, per fare una cosa del genere, la qualità intellettuale
di chi gestisce e controlla queste macchine è indispensabile. Ora, è chiaro che
posso calcolare l’ammortamento dell’investimento soltanto considerando il
contributo intellettuale dei miei collaboratori, dal momento che, per esempio,
l’impiego continuato della macchina implica anche un risparmio nei loro turni
di lavoro. Inoltre, questo modo di lavorare si traduce in un vantaggio per la
società, perché chi è abituato a usare l’ingegno nello svolgimento del proprio
lavoro farà lo stesso anche nel resto della sua giornata.
Ecco
alcuni vantaggi della realtà intellettuale dell’impresa…
Bisogna
ammettere che ciascuno di noi ha interessi diversi e intende in modo differente
la realtà, per questo è essenziale che concorra a costruire la città con la
propria capacità intellettuale, come in un secondo rinascimento. L’unica
maniera perché questo modo di produrre riesca è che ne parliamo e favoriamo le
condizioni per l’ingegno di ciascuno.