LA FABULA ETRUSCA
Nel VIII
secolo a.C., quando ancora in Grecia devono nascere le prime città-stato e in
Italia Roma sta gettando le sue fondamenta, un popolo dalle origini incerte
raggiunge un notevole sviluppo culturale ed economico: gli Etruschi.
Questo
popolo, nell’Età del Ferro, consegna, tra le altre cose, capolavori unici, oggi
custoditi nei più importanti musei del mondo. Qualche secolo più tardi, gli
Etruschi fonderanno Velzna (o Felzna), poi Felsina, in seguito chiamata dai
Romani Bononia (l’attuale Bologna). E, proprio in questa città dalle radici etrusche,
nella storica gioielleria del centro Ferdinando Veronesi & Figli, si
possono ancora “ascoltare” fabule etrusche, ammirando i gioielli prodotti
dagli eredi di questi antichi e straordinari artigiani.
Nei secoli
tanti maestri orafi sono stati conquistati dall’abilità degli etruschi e, tra
questi, Fortunato Pio Castellani, che ne ha sperimentato le antiche tecniche
sin dal 1814 (data in cui fonda la sua bottega orafa), giungendo a raccogliere
la più importante collezione di ori etruschi, donata allo stato italiano nel 1919.
Questa collezione può essere oggi ammirata nel Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia a Roma, museo che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo, dal settembre 2016, ha dotato di autonomia speciale proprio per il suo
rilevante interesse nel panorama nazionale. Nello stesso periodo il Museo
Civico Archeologico di Bologna ha avviato laboratori di ori e gioielli
etruschi, rivolti a chi prenota la visita alla sezione etrusca del museo
“Bologna Etrusca”, che sarà attiva fino al 2 aprile 2017.
Questo
patrimonio artigianale, rilevabile dai monili rinvenuti in prevalenza nelle
tombe, fu dagli Etruschi tramandato oralmente e arricchito dalla ricerca e
dalla sperimentazione di ciascuna bottega orafa, con lavorazioni molto
complesse come la granulazione, la filigrana e la microgranulazione, per la cui
realizzazione oggi è appunto necessario “pensare in etrusco”, come nota lo studioso
di arte orafa etrusca Aldo Ferdinandi. La granulazione, per esempio, è
un’antica tecnica di decorazione, caduta nell’oblio con l’assimilazione degli
Etruschi all’Impero Romano, che consentiva di produrre centinaia di
microgranuli di varia grandezza (alcuni raggiungevano dimensioni pari a un
decimo di millimetro), selezionati secondo la dimensione e applicati sul
manufatto in modo da formare sulla sua superficie figure umane o animali o
decorazioni geometriche ben definite. Ma è il composto della saldatura
l’elemento determinante per la riuscita di questa tecnica, tanto da essere
indicato come “il segreto” per eccellenza dell’oreficeria etrusca. Gli
accorgimenti usati per riprodurre la tecnica della granulazione, infatti, sono
stati oggetto di discussione fin dal 1568, quando il celebre artista e orafo
fiorentino Benvenuto Cellini scrisse I trattati dell’oreficeria e della
scultura. Soltanto nel 1900 alcuni maestri orafi hanno sperimentato che la
soluzione di sali di ossido di rame puro e aceto, una volta spalmata sulle
microsfere, salda le stesse nel loro punto di contatto con la superficie dell’oggetto
dopo un adeguato riscaldamento in forno.
Capolavori
nelle produzioni di oreficeria etrusca, accanto ad altri ornamenti ed utensili,
sono le fibule. Esse avevano la funzione di chiudere le vesti, alla maniera
delle spille da balia, e i modelli ritrovati variano a seconda della
destinazione d’uso e del grado di importanza nella società della persona che lo
indossava.
Degna di
nota è, per esempio, la fibula a sanguisuga, in oro decorata a granulazione,
rinvenuta nella tomba Regolini- Galassi di Cerveteri, risalente al VII secolo a.C.
e custodita oggi nel Museo Etrusco Gregoriano del Vaticano.
Alle fibule
etrusche si è ispirata la cooperativa Fabulaetrusca, che da quasi quarant’anni
realizza collezioni di monili nel loro laboratorio orafo a Volterra, che non a
caso fu una delle più importanti città etrusche.
Fabulaetrusca
ha realizzato, in esclusiva per la gioielleria F. Veronesi, il ciondolo e
l’anello con la scritta “Felsina” in alfabeto etrusco (si veda foto), per chi
desidera regalare un monile unico come ricordo di Bologna.
Le
riproduzioni dell’arte orafa etrusca si possono dunque ammirare e indossare a
Bologna grazie alla gioielleria Ferdinando Veronesi & Figli, che da anni le
promuove, affinché possa essere narrata ancora questa antica e meravigliosa fabula.