LA FORZA DELLA PAROLA NON HA LIMITI
Il nostro
governo, come quelli della maggior parte dei paesi europei, ha destinato notevoli
risorse finanziarie alla diffusione su larga scala della cosiddetta quarta
rivoluzione industriale, Industria 4.0, che promuove la connessione degli
oggetti in rete (l’internet delle cose), in modo che possano essere gestiti in
remoto. Chi accusa l’Italia dell’ennesimo ritardo in questo ambito dovrebbe informarsi
sui prodotti e sui servizi di aziende che hanno rivoluzionato il loro settore
già da qualche anno, come il vostro Gruppo, che nel 2008 è stato insignito del
Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente (di Lega Ambiente) per Gynius,
l’erogatore di detergente destinato alle imprese di pulizia, che riduce in modo
drastico i consumi e i rifiuti (basti pensare che i Gynius installati in vari
paesi europei hanno abbattuto le emissioni di CO2 nell’atmosfera di circa 121
milioni di grammi nel solo 2014) e può essere gestito dallo smartphone o dall’ufficio.
Negli
anni successivi, nonostante la recessione, la vostra è diventata una delle
prime tre aziende produttrici di detergenti in Italia per avere trasformato il
modo di vendere il prodotto: non più da solo, ma all’interno di un servizio che
calcola il costo del pulito al metro quadro e comprende anche il noleggio delle
più avanzate attrezzature professionali.
Quanto
conta la forza della parola in questo nuovo modo di proporre prodotti e servizi
ai clienti?
Nel percorso
di un’azienda, il fattore principale e vincente sta nel modo di esporre e di
argomentare un prodotto, una strategia, un programma da condividere con i
clienti che, nel nostro caso, diventano veri e propri partner. In questo senso,
la parola è la materia prima, che consente di discutere e combinare le esigenze
dei clienti con le risposte che riusciamo a dare o a pensare per il futuro.
Soprattutto quando si tratta di servizi a alto valore aggiunto, come quelli che
proponiamo noi, dobbiamo coinvolgere il cliente affinché intenda che non stiamo
soltanto vendendo qualcosa, ma vogliamo renderlo protagonista di una nuova cultura
del pulito professionale, una carta vincente di cui egli stesso potrà avvalersi
con il cliente finale. E questa cultura non può più essere data per scontata
nel prezzo. Se, durante questi anni di recessione, il prezzo ha avuto un ruolo
di primo piano, oggi l’imprenditore deve fare un passo indietro – riprendendo
le idee lasciate in sospeso nel 2008 – per farne due in avanti, perché non è
più accettabile la logica del risparmio, che mortifica l’ingegno. In questi anni,
sembrava che nulla si potesse intraprendere, a causa della scarsità di risorse
finanziarie. Invece, è soprattutto la forza della parola che serve per
rilanciare l’economia, sostenendo nuove invenzioni, sinergie e partnership con
fornitori e clienti.
La
comunicazione via internet, attraverso le mail o i social network, è
sicuramente molto utile perché consente di raggiungere un numero enorme di
persone ovunque e in modo immediato, ma questi strumenti devono essere
considerati pari ai post-it che usiamo per ricordarci di fare qualcosa
d’importante appena possibile: parlare dal vivo con i nostri interlocutori.
Questo, per me, è ancora il modo più efficace per concludere una trattativa, per
trasmettere e acquisire la cultura del settore e per costruire una vera rete di
persone e aziende che hanno interesse a contribuire alla nascita e allo
sviluppo di un progetto, di un’idea e di un servizio forti nel tempo.
Dico questo,
nonostante la telecomunicazione sia parte integrante del nostro Gruppo. Basti
pensare che abbiamo acquisito una software house, Intuitive Solutions, per la realizzazione
di App che consentono di calcolare il pulito al metro quadro, come Infyniti
App, che ha ottenuto il primo posto assoluto agli Stati Generali
dell’Innovazione dell’Emilia Romagna nel 2015, promossi dalla Regione con Smau,
Radio 24 e grandi player dell’industria digitale, e un secondo posto a Milano. Inoltre,
abbiamo assunto alcuni giovani dedicati esclusivamente alla cura dei profili
aziendali sui social network. Perciò ritengo che la telecomunicazione sia
estremamente importante, ma questo non vuol dire che possa sostituire
l’incontro e la parola. Internet è uno strumento straordinario, che offre tante
opportunità, ha cambiato il nostro modo di comunicare con il grande pubblico, ma
non cambia il cuore pulsante della vita, che è la parola e, con essa, la
cultura che un’azienda vuole portare sul mercato. In tanti anni di attività, ho
incontrato tanti imprenditori e ho capito che ciascuno ha creato pian piano la
propria azienda, parlando e incontrando persone.
Posso
immaginare che già un buon numero di aziende operi attraverso il mondo virtuale
più che nell’incontro, e forse andremo sempre più in questa direzione: si produce
sempre un po’ meno, si produce sul venduto, si produce sull’acquisizione di
contratti stipulati in maniera virtuale che poi diventano appetibili per le
opportunità che offrono e vengono redatti in modo sempre più schematico e standard,
ma in questi casi è il prezzo a dettare legge. E, tuttavia, esistono ancora
diversi business che esigono una trattativa in cui la parola è al primo posto,
e io spero di concludere la mia carriera con questo modo di lavorare.
Quest’anno
la capogruppo, Arco Chimica, festeggia il venticinquesimo anniversario. Com’è
nata la sua attività d’imprenditore?
All’inizio
della mia carriera lavorativa facevo l’agente di commercio nel settore della
chimica, per dodici anni ho lavorato per un’azienda che produceva detergenti
per la pulizia professionale. Dalle cime dei monti alle valli dei fiumi
percorrevo le provincie di Reggio Emilia e Parma, andando a bussare porta per
porta, azienda per azienda, per promuovere un prodotto che negli anni ottanta
era soltanto all’inizio, ma offriva performance completamente differenti
rispetto al prodotto tradizionale che si poteva trovare negli scaffali di un
supermercato. Facendo il promoter, oggi si direbbe l’informatore scientifico,
ho imparato a conoscere il mondo della pulizia professionale, riscontrando tante
lacune, tante problematiche e tanto poco interesse da parte dei committenti. Ma
io mi sono sempre dato una missione: dovevo dare un contributo per rendere gli
ambienti puliti, perché non c’è niente di più controproducente della sensazione
di sporco quando una persona entra in un hotel, un ufficio, un locale, una
casa; al contrario, non c’è niente di più accogliente e gradevole di un
ambiente che profuma di pulito. Durante la mia esperienza di vendita ho acquisito
una conoscenza del mercato degli utilizzatori finali che mi è stata preziosa
negli anni successivi, quando mi sono messo in proprio con una piccola
rivendita, in cui mi sono cimentato per quattro anni, e quando ho deciso di
divenire produttore, fondando l’Arco Chimica. Era una sfida importante, perché
la produzione chimica richiedeva l’organizzazione di una squadra molto
qualificata che comprendesse un chimico e un direttore commerciale con una
conoscenza del mercato nazionale, considerando che io avevo lavorato soltanto nelle
province limitrofe. Dopo due anni, l’azienda aveva bellissime idee e era in
grado di realizzare un ottimo prodotto, aveva un direttore commerciale molto
preparato e stava consolidando le proprie sedi con i rispettivi leader, sempre
più convinti che questa azienda, oltre al prodotto, potesse incominciare a dare
servizi diversi rispetto a quelli degli altri competitor, molto forti, che
lavoravano da anni e si erano concentrati esclusivamente sulla vendita del
prodotto e sulla formazione rispetto al prodotto. Oggi, dopo venticinque anni,
possiamo affermare di avere cambiato le regole del mercato perché abbiamo
completamente trasformato il prodotto, il suo packaging e il suo modo di essere
venduto. Il mercato ci riconosce come l’unica azienda che non vende più il
prodotto, ma un servizio con il costo-camera o con il costo al metro quadro del
pulito. Come le concessionarie di auto che vendono il servizio a chilometro,
nel noleggio a medio e lungo termine, noi vendiamo il detergente e noleggiamo le
attrezzature più innovative a medio e lungo termine alle imprese di pulizia e
ai committenti, che devono preventivare i costi sulla base dei metri quadri da
pulire. E, per offrire un servizio completo ai nostri clienti, curiamo ciascun
aspetto che ruota attorno alla vendita: la formazione, i servizi finanziari e
informatici, l’immagine e tutti quei fattori che contribuiscono a dare valore aggiunto
al servizio che confezioniamo insieme al cliente.
È chiaro che
i risultati ottenuti hanno richiesto tante discussioni, con argomentazioni
tecniche e scientifiche, che non potevano essere relegate alla
telecomunicazione, occorrevano incontri e trattative vere e sforzi per riuscire
a leggere all’interno del proprio mercato le varie sfaccettature, i bisogni e le
necessità che esso esprimeva. E, soprattutto, ha richiesto forti investimenti su
aspetti che altri davano per scontati, per mettere in piedi una serie di
opportunità: abbiamo dovuto acquisire una software house, abbiamo dovuto
costruire macchine diluitrici, i nostri Gynius, che distribuiscono il prodotto
sul posto, abbiamo cercato di salvaguardare l’ambiente eliminando taniche e contenitori
ingombranti. Tutto questo in momenti in cui le aziende erano molto più
concentrate a pensare di salvaguardare il fatturato. Noi abbiamo ritenuto che
occorresse proseguire il nostro viaggio come se la crisi non ci fosse, perciò
pensando di vedere ancora quel sereno e quell’azzurro che potesse darci il brio
indispensabile a fare qualcosa di più. Questo ci ha portato a alimentare un’operazione
all’interno dell’azienda, che forse è stato il volano per far cambiare
mentalità a ciascuno di noi. È stata la nostra fortuna, insieme alla capacità
dell’imprenditore di scommettere in qualcosa che non si vede. Ma, come in tutte
le trasformazioni all’interno di un’azienda, l’imprenditore deve poi poter
contare su una squadra di alleati che remano nella stessa direzione: se uno
incomincia a remare a destra e uno a sinistra, la barca gira in tondo. Noi dobbiamo
attenerci alla direzione, perché la navigazione oggi è veramente molto
difficile e non c’è posto per giri inutili. L’unica cosa tonda che abbiamo in azienda
è il tavolo, intorno al quale si siede ciascuno per mettere in gioco idee,
esperienze e sfumature particolari, tessere di un puzzle che diventerà una
bellissima opera d’arte. Questa è la vera grande risorsa di un’azienda, non le
migliaia di e-mail che sembrano fatte apposta per evitare la parola.