IL MARMO, PATRIMONIO DELL'ARTE, DELLA CULTURA E DELL'IMPRESA ITALIANE
Nella
seconda edizione del contest internazionale The B-Side 2.0, che si è
svolta anche quest’anno in occasione della manifestazione bolognese Design Week,
avete accolto quasi duecento proposte di architetti e designer provenienti da
tutto il mondo, premiando i più innovativi in collaborazione con l’Ordine degli
Architetti di Bologna…
Abbiamo
voluto rilanciare l’importanza e la bellezza del marmo, premiando alcuni
designer italiani, macedoni e venezuelani che hanno ideato e prodotto oggetti
di arredamento ricavati dagli sfridi di lavorazione delle pietre naturali, spesso
inutilizzati. Alcuni di questi prodotti, molto apprezzati dal pubblico, sono
già stati venduti e consegnati in questi giorni a Monaco di Baviera nello show
room di un interior designer che li ha subito prenotati appena è entrato
nella sala in cui erano esposti.
In Persiceto
Marmi abbiamo progetti ancora più ampi, dal momento che le nostre macchine non
servono solo per la lavorazione del marmo, ma anche per altri materiali
innovativi. La mia idea è quella di trovare alcuni partner per costituire una
rete di imprese, specifica per la riqualificazione, che costituisce il futuro dell’edilizia,
senza dimenticare l’altro percorso che già offriamo per l’architettura e il
design di qualità.
Lei segue
anche il settore dell’azienda dedicato all’arte del riscaldamento per le nostre
case…
Si tratta
del progetto Persiceto Fuoco. Nelle diverse epoche storiche, il caminetto è
sempre stato inteso come elemento di valorizzazione delle sale di case e
palazzi, ideato e costruito da artigiani marmisti, che ne facevano vere e
proprie opere d’arte. Oggi il caminetto viene principalmente scelto in base
alle tecnologie più funzionali al riscaldamento, ma resta ancora un elemento
che connota lo stile delle sale in cui è collocato. Per questo ho dedicato al settore
il brand Persiceto Fuoco, che propone una selezione di prodotti di qualità
provenienti da tutto il mondo, come per esempio la stufa realizzata da Philippe
Starck, genio del design e amante della tecnologia, oggi disponibile in
anteprima nazionale nel nostro show room.
Qual è
l’apporto delle imprese alla comunità?
Ciò che è
considerato una debolezza delle piccole e medie imprese italiane, il fatto che
non siano uniformate, costituisce in realtà la nostra forza: non è un caso che gli
imprenditori di questo paese riescano a inventare proposte innovative in
ciascun ambito in cui operano. Il problema si pone quando il legislatore
prevede la costituzione delle reti d’impresa, omologandole tramite procedure
che le rendono comunità burocratiche: se l’imprenditore ha un’idea, vuole subito
incominciare a studiare se si può attuare e il giorno successivo ha già deciso
come realizzarla. La burocrazia, invece, quando decide che quell’idea si può
realizzare, ha già posto le condizioni perché sia diventata obsoleta.
Inoltre,
nelle piccole imprese artigiane, i giovani hanno l’opportunità di acquisire una
manualità che nessuno insegna e che per noi è ancora essenziale. Negli ultimi
trent’anni la nostra intelligenza manuale è stata quasi ignorata nelle scuole e
in alcuni contesti lavorativi, favorendo una mentalità che ha giovato alla
diffusione di prodotti dozzinali di importazione.
Nel nostro
laboratorio intervengono artigiani che conoscono la materia su cui operano al
punto che basta loro guardare un pezzo di marmo per indicarne subito tipologia e
provenienza. Fra questi, abbiamo anche chi riconosce soltanto dal tatto quando
il marmo è lucido e ha raggiunto la sua massima rifinitura. Questa esperienza
artigiana, di cui l’Italia è ricca, dev’essere assolutamente trasmessa e
valorizzata.