LA TRASFORMAZIONE NELLA FAMIGLIA, NELL'IMPRESA, NELLA CITTÀ
Nel Trattato
della pittura, Leonardo da Vinci scrive: “Quelli che s’innamorano della
pratica senza la scienza sono come i nocchieri che entrano in naviglio senza
timone o bussola, che mai hanno certezza dove si vadano. Sempre la pratica deve
essere edificata sopra la buona teorica, della quale la prospettiva è guida e
porta, e senza questa nulla si fa bene”.
Seguendo
questa indicazione di Leonardo, nell’organizzazione di questo convegno (Come
l’arte e la cultura trasformano la famiglia, l’impresa e la città a Vignola, Rocca
di Vignola, 9 aprile 2016), mi sono posto il problema di trovare una bussola
nella comunicazione, ovvero nel naviglio di Leonardo e nelle nostre comunità:
la famiglia, l’azienda e la città.
Occorre
innanzitutto cogliere la differenza fra il significante “trasformazione” e il
significante “cambiamento”. Come afferma Tancredi nel romanzo Il gattopardo di
Tommasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto
cambi”. Il cambiamento è una sorta di viaggio circolare, dove il punto di
arrivo coincide con il punto di partenza, senza nessuna acquisizione, senza
nessuna novità. Come non ricordare, a questo proposito, la nobile menzogna di
cui parla Platone, riassumibile nel proverbio napoletano, “chi nasce rotondo,
non può morir quadrato”, che sottolinea il determinismo più spietato, la
negazione di ciascuna trasformazione? Rientrano in questa logica del
cambiamento la logica binaria dell’alternanza zero/uno nell’informatica e
l’aut/aut (o il bianco o il nero), senza mai i colori dell’arcobaleno.
Rispetto al
significante “trasformazione”, consideriamo la chimica: nella reazione tra lo
zinco e il rame si ottiene l’ottone, un nuovo materiale che non ha più le sole
caratteristiche dello zinco e del rame, è un prodotto completamente altro. Così
vale per il bronzo, che non ha più le sole caratteristiche dello stagno e del
rame. In questi casi non si tratta di aut/aut, ma di vel/vel, di questo e
quello, in un’integrazione che sfocia in un “oltre” a questo e a quello.
Un’icona per
costruire la nostra bussola è il dipinto dei tre cerchi presenti in questa
Rocca di Vignola, un’opera d’arte, che rappresentava l’alleanza fra le famiglie
dei Contrari di Vignola, degli Estensi di Ferrara e degli Sforza di Milano.
Grazie all’annodamento particolare dei tre cerchi, sciogliendo uno di essi, il
nodo svanisce. Questa treccia, questo nodo è l’alleanza, l’apertura, giuntura e
separazione. Apertura da cui procede il viaggio pulsionale che, grazie
all’inconscio come logica particolare a ciascuno, si dirige alla qualità delle
cose e non alla loro fine.
Nel viaggio,
la pulsione, che Leonardo chiamava “forza”, non è lineare o circolare, segue un
andamento a spirale, procede per virtù proprie, come l’invenzione della scala a
chiocciola di Jacopo Barozzi, che non ha bisogno di appoggiarsi a nessuna
colonna centrale e non fa cerchio.
Oggi viene
sempre più diffuso il pensiero computazionale, con cui si definiscono procedure
che vengono poi attuate da un esecutore, operante nell’ambito di un contesto
prefissato, per raggiungere degli obiettivi assegnati. Credere, ubbidire,
combattere, questo è ciò che viene riproposto dall’ideologia della
competitività. Ma esiste un’altra computazione, che non esclude lo sbaglio di
conto e il malinteso, dunque un’altra obbedienza che non sia dovuta a
un’ideologia o a un soggetto che la imponga a un altro soggetto?
Il logico
matematico Giuseppe Peano asserisce che lo zero è numero, ovvero non si inizia
a contare da uno, in termini naturalistici: con l’introduzione dello zero nella
parola, viene meno la rappresentazione dell’origine delle cose. Da allora, il
conto non è più computazionale, le cose non sono più padroneggiabili, questo è
l’inconscio. In assenza di origine, le cose nella parola sono originarie,
quindi non possiamo partire da ciò che presumiamo di sapere o di conoscere.
Ogni parlante dovrebbe sapere che, essendo tutti gli umani mortali, come dice
Aristotele, bisogna imparare a evitare la morte e il pericolo. Ma questo
implica la resa, la rassegnazione, il non industriarsi dinanzi alla difficoltà.
Leonardo da
Vinci scrive: “Il dipintore disputa e gareggia con la natura”, sottolineando
l’esigenza, per ciascuno, di andare oltre la copia di ciò che vede, ovvero
oltre il naturalismo. Niccolò Machiavelli chiama “giornata” la battaglia, perché
le cose non sono già date, ma occorre conquistarle. Non sono importanti la via
facile o l’idea facile, ma l’idea inventiva – per rimarcare la portata della
trasformazione –, che procede dal vel/vel, per cui la comunicazione trasforma
sia l’emittente sia il ricevente.
L’imprenditore,
che ciascun giorno si trova ad affrontare problematiche nuove che esigono
organizzazione e inventiva, non può fondarsi sul sapere che proviene dal
passato o sui ricordi. Non può arretrare dinanzi alla difficoltà, anzi avverte
che sono proprio le difficoltà a costringerlo a reinventarsi ciascun giorno.
L’imprenditore non si rassegna mai alla mediocrità, al luogo comune e
all’economia della sopravvivenza. Ecco perché è continuamente alla ricerca di
collaboratori intelligenti che puntano alla riuscita del progetto e del
programma imprenditoriale.
È dunque
indispensabile costituire nuovi dispositivi di parola nella famiglia e
nell’impresa, affinché le conversazioni divengano per ciascuno una scommessa in
direzione della qualità, pertanto della riuscita nei vari ambiti della città,
come base per la civiltà planetaria.
Questa è la
bussola della vita, ovvero il viaggio pulsionale costituito di arte e cultura
per la riuscita di ciascuno. Chi si limita a guardare, chi è interessato al comportamento
proprio o degli altri, alimenta il conformismo che rende la vita ordinaria e si
preclude la differenza e la varietà temporali che, grazie alla cultura e
all’arte come formazioni dell’inconscio, sono sorrette dello spirito costruttivo,
con cui la vita diviene straordinaria.
Il testo è
tratto dall’intervento al convegno Come l’arte e la cultura trasformano la
famiglia, l’impresa e la città a Vignola (Rocca di Vignola, 9 aprile 2016).