COME SI REALIZZANO LE IDEE DI CHI FA MODA NEL MONDO
Quando
ammiriamo in passerella i meravigliosi abiti di Armani, Versace, Trussardi, Guess
e altre grandi case di moda di tutto il mondo, quando seguiamo le pieghe dei
loro drappeggi, che riportano alla nostra memoria le magnifiche opere dei
maestri della pittura e della scultura, dobbiamo sapere che, oltre ai disegni
degli stilisti, c’è l’interpretazione di Crea Si, un lavoro che consente alle
case di moda di portare alle sfilate e nelle boutique capi di estrema eleganza
e bellezza, realizzati con la mano intellettuale di donne che hanno fatto della
sartoria artigianale la loro vita. In qualità di responsabile prodotto in Crea
Si, può raccontarci come si svolge questo lavoro?
Il nostro
slogan è: “Realizziamo le idee di chi fa moda nel mondo”. Questo vuol dire che
l’idea dello stilista – lo schizzo, il primo figurino della sua collezione e i
disegni che ci consegna – dà avvio al progetto, ma poi occorrono varie fasi per
la produzione del capo. Come nella scultura, il bozzetto è un’indicazione
essenziale per l’artista, ma quanta arte e quanto calcolo occorrono per
tradurre i tratti dello schizzo in volumi e forme decise, che contribuiscono
alla bellezza dell’opera? La sfida del nostro mestiere sta proprio nel tradurre
l’idea dello stilista in un abito che esprima tutte le qualità di vestibilità,
emozione e tecnica, che stanno alla base della maestria artigianale abbinata alla
tecnologia più avanzata e alla formazione costante delle nostre collaboratrici.
Crea Si
garantisce tutte le fasi della filiera: progettazione, modellistica, taglio
tessuti, prototipazione, produzione campionari, sviluppi e piazzamenti. La
nostra estrema flessibilità ci permette di gestire dai venti ai trenta progetti
differenti simultaneamente, interfacciandoci con interlocutori ed esigenze
spesso opposte l’una all’altra. Per questo è molto importante il confronto
costante con gli stilisti.
Non dev’essere
facile giungere a un’interpretazione che soddisfi uno stilista…
Infatti, ma
alcuni stilisti ci danno le indicazioni tecniche con le tabelle misura, in base
alle quali il modellista può capire quali devono essere i volumi e se un capo
dev’essere over o slim, per esempio. Una volta che il modellista
ha prodotto la sua interpretazione, si confronta con lo stilista e valutano
insieme le eventuali modifiche da apportare, prima di passare alle fasi
successive. A questo proposito, vorrei ricordare che Crea Si affianca ai
sistemi 2D la modellistica in virtuale 3D, che permette di vedere in anteprima
una modella con i capi progettati, in modo che i nostri clienti possano darci
un riscontro sul lavoro svolto, prima di procedere con le altre fasi. Inoltre,
il 3D ci consente di realizzare sfilate e presentazioni virtuali, così i nostri
clienti possono presentare le loro collezioni in tutto il mondo, in modo
immediato e con un’importante riduzione dei costi. Per non parlare del
vantaggio che ha il 3D quando lo stilista è indeciso: noi vestiamo i nostri
avatar con il capo virtuale, dando al programma le indicazioni delle misure,
dei tessuti, dei colori, della stampa, della cadenza e della mano che lo
stilista preferisce, così può vedere il proprio capo realizzato in 3D e vederne
anche una sfilata in anteprima.
Come
vengono realizzati i prototipi?
Disponiamo
di un laboratorio interno che permette al modellista di seguire direttamente le
fasi di assemblaggio dei capi, intervenendo in corso d’opera, se necessario,
per avere il miglior risultato in prima prova.
Quando
parliamo di prototipi per le sfilate, può capitare che lo schizzo sia rifatto
due o tre volte, perché magari lo stilista cambia i tessuti o le stampe, per
valutare ciascun dettaglio. Per questo, la casa di moda ci chiede di realizzare
una prima prova del prototipo con una telina bianca senza stampe e, soltanto
dopo che lo stilista ha visionato il fit e ha approvato la forma, decide
di realizzarlo sul tessuto stampato destinato alla sfilata.
Dopo
l’approvazione dei prototipi inizia l’attività di realizzazione dei campionari,
che avviene sia internamente sia presso laboratori esterni, che monitoriamo in
modo costante e assiduo.
Avete
clienti che vi chiedono anche di produrre in serie e di commercializzare i capi?
Non sono
tanti, ma può accadere che un cliente ci dia indicazioni sui capi da
realizzare, a partire da uno schizzo o da un capo già confezionato e ci chieda
di compiere una ricerca sui vari materiali da utilizzare o per realizzare il
campionario o per la produzione e l’immissione sul mercato.
La sua
attività deve combinare l’arte e i numeri che servono a calcolare non solo le
misure degli abiti, ma anche i tempi di consegna, integrando le differenti
richieste di clienti molto esigenti, con scadenze così improrogabili come le
sfilate. C’era anche nei suoi sogni di bambina questa felice combinazione?
Quando mi
sono iscritta all’Istituto professionale della moda “Vallauri” di Carpi, spinta
da un mio professore di tecnica, in realtà avrei voluto iscrivermi a un corso
per diventare parrucchiera, un mestiere che pensavo mi avrebbe permesso di
esprimere al massimo la mia creatività. Sulla mia indecisione, mia madre mi ha
mostrato una cosa che non ricordavo più di avere: quadernoni pieni di figurine di
donne con i loro vestiti, che avevo disegnato quando ero più piccola. Quindi,
senza saperlo, da piccola sognavo il mio lavoro.