LA TECNOLOGIA LASER PER L'ECCELLENZA NELLE PROTESI DENTALI

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odontotecnico, inventore del metodo GCT, Centri Odontoiatrici Victoria

Nel numero precedente del nostro giornale, Maurizio Ottomano notava fra le caratteristiche dei Centri Odontoiatrici Victoria, da lui fondati, il vantaggio di lavorare come “pool di professionisti che integrano le loro competenze all’interno di uno o più team, che s’intersecano all’occorrenza”, poiché questo approccio “garantisce i massimi livelli di aggiornamento e quindi la possibilità di decidere con cognizione di causa se utilizzare o meno le novità che la ricerca offre man mano”.
Lei collabora con i Centri Odontoiatrici Victoria, portando un metodo applicato alla tecnologia della saldatura laser di impianti protesici, di cui è autore dal 1996, il GCT (Giorgi Chairside Technique), protocollo protesico in studio per realizzare manufatti definitivi avvitati ad impianti, riconosciuto nel 2015 anche dalla New York University. Può dirci qualcosa a questo proposito?
L’impiego del laser nel laboratorio odontotecnico sta aumentando a dismisura, al punto da renderlo uno strumento insostituibile. La necessità per l’odontotecnico di disporre di uno strumento così sofisticato nacque, inizialmente, dall’esigenza di saldare il titanio, considerato il fallimento degli altri sistemi disponibili (TIG, saldo-brasatura tramite lampada, ecc.). I risultati furono subito così eclatanti da indurre i possessori del laser al suo immediato impiego anche con altri metalli.
Attualmente, in campo protesico, la tecnica di saldatura al laser sta soppiantando la precedente saldobrasatura, non solo per motivi di resistenza del giunto o di praticità operativa, ma anche e soprattutto perché è cresciuta enormemente l’attenzione dei pazienti verso il problema della biocompatibilità, ovvero dei materiali che vengono loro inseriti nel cavo orale.
In tal senso, l’assenza di un materiale d’apporto (il saldame) in cui sono presenti, per necessità, elementi metallici differenti dal resto della protesi, assicura una minore corrosione, quindi un minore (se non nullo) rilascio di ioni metallici e, di conseguenza, una maggiore biocompatibilità.
La novità e l’importanza del metodo GCT sta nel fatto che, mentre solitamente l’odontotecnico realizza i manufatti protesici nel proprio laboratorio, in questo caso, grazie all’utilizzo di una macchina portatile, riesce a lavorare direttamente nello studio odontoiatrico. Il vantaggio è notevole sia per l’odontoiatra sia per il paziente, che vede portato a termine in un unico giorno un lavoro che un tecnico che utilizza il metodo tradizionale completerebbe in quattro o cinque giorni, ma, se occorrono molte prove, potrebbe arrivare fino a un mese. Invece nei Centri Odontoiatrici Victoria, grazie all’uso del GCT, l’impronta sugli impianti appena inseriti viene eseguita immediatamente dopo l’intervento chirurgico odontoiatrico e io svolgo questo lavoro “artigianale” direttamente nello studio.
Allora lei lavora come gli artigiani rinascimentali, con la differenza che la sua bottega è mobile…
Ho inventato questa modalità d’intervento perché ho lavorato molti anni per un noto chirurgo, in provincia di Pavia, che aveva diverse collaborazioni anche con altri studi professionali, dove lo seguivo per realizzare i manufatti. All’inizio si trattava di protesi provvisorie, poi si è pensato di migliorarle. Circa quindici anni fa, l’azienda che ha realizzato per prima i laser per questi tipi di manufatti, la Orotig di Peschiera del Garda, ha costruito una macchina del peso di circa venti chili, che mi permette di portarla negli studi professionali dando gli stessi risultati di macchine simili, ma più pesanti. Lavorare direttamente negli stessi studi professionali consente di personalizzare maggiormente il manufatto e questo offre anche una garanzia in più rispetto alla riuscita e alla durata nel tempo, con follow-up di dieci, quattordici, quindici anni senza nessun tipo di problema. Un ulteriore vantaggio sta nel fatto che, in caso di problemi, si può intervenire sempre nello studio del professionista, non creando disagio al paziente e ripristinando immediatamente il manufatto.
È il vantaggio dell’abito su misura!
Non dimentichiamo che interveniamo su un manufatto protesico dentale avvitato, cioè fissato per mezzo di viti, non cementato, eppure, l’intervento è ugualmente immediato. Questo è particolarmente utile nel caso di traumi con danni, anche una semplice scheggiatura, a denti protesici. Anche in questo caso l’intervento è immediato.
Può illustrarci brevemente in cosa consiste il lavoro di saldatura in pratica?
Per costruire l’anima interna della protesi, l’armatura in titanio, che garantisce robustezza e resistenza nel tempo, devo saldare fra loro singoli pezzi. Naturalmente, queste strutture non sono standardizzabili, per cui ciascun paziente presenta requisiti particolari cui ottemperare. Ciascun caso è a sé, per cui occorre progettare e realizzare la struttura del manufatto, seguendo l’impronta eseguita precedentemente. Un altro vantaggio della saldatura laser sta nel fatto che ha consentito di eliminare i problemi legati al bimetallismo, considerando che gli impianti inseriti nell’osso sono in titanio, proprio come l’armatura, che con questa tecnica si riesce a saldare. Ricordo che il titanio è, insieme all’oro, il metallo più nobile esistente in natura. Non rilascia ossidi e viene usato per molte protesi, oltre che per realizzare valvole cardiache. Un paziente che si trova ad avere vari metalli in bocca può lamentare effetti elettrolitici o di natura allergica, che così vengono evitati.
La sua invenzione è una prova di quell’ingegno la cui radice è nel Rinascimento e che all’estero ci riconoscono…
Può esserci solamente uno svantaggio: trattandosi di un lavoro artigianale, dipende dall’operatore. È vero che si tratta di un protocollo di lavoro di cui ciascun operatore del settore può avvalersi, ma per ottenere un buon risultato occorrono molta pratica, esperienza, applicazione e tempo.
Sta trasmettendo questa pratica ad allievi?
Abbiamo organizzato alcuni corsi tramite la ditta d’impianti che prediligo, la Biomet 3i, un’azienda americana, che ha la sede italiana a Vicenza e da tempo è all’avanguardia in questo settore. Le aziende d’implantologia sono veramente tante, ormai anche quelle di micromeccanica stanno producendo impianti, tuttavia, è meglio affidarsi a quelle con esperienze pluriennali, che si impegnano nella ricerca e, naturalmente, ottengono i migliori risultati. Occorre prestare attenzione non solo alle viti degli impianti, anch’esse in titanio, ma anche ai materiali che rivestono le viti e che devono consentire la presa alle cellule dell’osso. Questi materiali, come ciascun impianto nel suo complesso, devono essere certificati.