IL VENTO DELLA RIUSCITA, FACENDO IMPRESA IN ITALIA E IN EUROPA
Quando
viaggiamo su un aeroplano Airbus, non dimentichiamo che i circuiti stampati
utilizzati dal noto colosso francese sono forniti anche da Techci Rhône- Alpes,
azienda del Gruppo Finmasi.
Quando
ammiriamo le splendide superfici e i più eleganti rivestimenti interni ed
esterni “made in Sassuolo”, che rendono moderni e all’avanguardia palazzi, case,
piazze, aeroporti e centri commerciali di vari paesi, forse non sappiamo che i
sensori installati nelle fabbriche del comprensorio ceramico più importante al mondo
sono forniti anche da M.D. Micro Detectors, società del Gruppo Finmasi.
E quale
acciaio utilizzano le fabbriche delle principali aziende italiane che operano in
vari settori industriali? Anche l’acciaio fornito da Metalsider e da Sidermed, aziende
del Gruppo Finmasi.
Questi
sono solo alcuni esempi del contributo che il vostro Gruppo ha dato all’industria
dal 1961…
Il 1961 è
l’anno in cui il nostro presidente, Marcello Masi, ha avviato la sua prima
attività nel settore siderurgico. Da allora, ha costruito pezzo per pezzo
questo Gruppo, che oggi impiega oltre cinquecento persone nei settori della
siderurgia, dell’elettronica, dei trasporti e dei servizi e ha un fatturato
consolidato che nel 2015 ha superato i 177 milioni di euro. Ma, oltre a una
realtà economica di grande rilievo, Marcello Masi ha coniato uno stile, lo
stile Finmasi, che da lui si diffonde, tramite gli amministratori delle società
del Gruppo, alle persone che lavorano con noi. Come per molti imprenditori
della sua generazione che hanno fatto la fortuna di Modena e di altre province
dell’Emilia Romagna, per lui il lavoro è una missione, un’attività ad alto
contenuto creativo, oltre che un piacere. E, come si addice a un vero capitano
che riesce a costituire una squadra di persone che s’impegnano senza limiti per
raggiungere gli obiettivi prefissati, egli ha coinvolto noi amministratori delegati
in modo talmente diretto da farci lavorare come se queste aziende fossero
nostre. Allo stesso modo agiamo noi con i nostri collaboratori, cercando di
trasmettere loro grande entusiasmo, perché intendano il lavoro come una sfida,
un’occasione per esprimersi e realizzarsi, anziché come un obbligo e una fatica
opprimenti. Noi siamo soliti dire che vogliamo che le nostre persone vadano a
casa la sera stanche ma soddisfatte e arrivino a lavorare la mattina cariche ed
entusiaste. Considerando le difficoltà che stanno affrontando le imprese da qualche
anno a questa parte, vogliamo mandare un segnale forte a chi lavora con noi, ma
anche alle aziende del nostro territorio. È per questo che siamo felici di
offrire la nostra testimonianza ad altre aziende, perché, in questo momento più
che mai, occorre essere uniti nella battaglia e tenere viva la speranza in chi
invece rischia di scoraggiarsi e fuggire altrove. Per questo, la cultura del
lavoro che ha sempre contraddistinto il nostro territorio ci dà linfa vitale:
nessuno sarebbe in grado di superare un periodo come quello attuale
considerando il lavoro come qualcosa che si subisce.
Di
recente lei ha dato testimonianza della trasformazione dei processi produttivi nelle
vostre aziende al MECSPE di Parma (17-19 marzo 2016), fiera di riferimento per
l’industria manifatturiera, punto d’incontro tra tecnologie per produrre e
filiere industriali…
Sono
intervenuto per illustrare i risultati della rivoluzione che abbiamo introdotto
in M.D. Micro Detectors a partire dalla fine del 2011, quando abbiamo cambiato
l’intero layout di fabbrica e l’organizzazione, sposando i principi del
lean-thinking. Un piccolo esempio del nostro cambiamento: se prima un sensore
impiegava tre settimane per passare dall’inserimento dell’ordine alla
spedizione, adesso lo produciamo al massimo in un turno di lavoro. Per giunta,
ora non produciamo più “per il magazzino”, ma attiviamo la nostra produzione
soltanto al ricevimento dell’ordine dal cliente. Una bella rivoluzione, che ha comportato
un aumento importante del fatturato, oltre che una semplificazione dei processi
produttivi, un evidente incremento delle performance e dell’efficienza, una
drastica riduzione degli sprechi, un innalzamento della professionalità delle
nostre persone e un significativo miglioramento dell’ambiente di lavoro.
È importante
trasmettere questi risultati anche alle aziende del nostro territorio che
rischiano di chiudere o pensano di trasferirsi altrove: è in gioco il proseguimento
del nostro tessuto industriale, e Modena e l’Emilia- Romagna si snaturano, se
continuano a perdere le proprie aziende. I nostri clienti, provenienti da vari
paesi, quando visitano l’M.D. Micro Detectors, rimangono sbalorditi dalla velocità
dei processi produttivi e più in generale dalla nostra velocità di esecuzione a
tutti i livelli. E allora, orgogliosamente, facciamo notare che siamo a Modena,
la terra della velocità per antonomasia, anche quando si fabbricano sensori.
D’altra
parte, non è un caso se lo slogan di Finmasi Group è “Looking for the best
wind”: “Alla ricerca del vento migliore”…
Essendo un
gruppo di piccole e medie aziende, non pretendiamo di influenzare il mercato.
Tuttavia, se vogliamo vincere su un mercato di competitors così agguerriti e
dimensionalmente più grandi di noi, dobbiamo dare alla nostra “flotta” il migliore
assetto di navigazione e poi lanciarci nel mare aperto del mercato, alla
ricerca del vento migliore e, a vele spiegate, sfruttare al massimo le correnti
più favorevoli.
A questa
mission ne aggiungiamo un’altra: rimanere in Italia e in Europa (considerando
che abbiamo un’azienda in Spagna e una in Francia), dando prova che anche in
queste aree geografiche si può continuare a fare attività industriale e a
competere con chi, invece, lavora in paesi nei quali i vantaggi in termini di
costi sono di gran lunga superiori. Si dice spesso che in Italia dovremmo
concentrarci sulla ricerca e sull’innovazione. Ma quante persone lavorerebbero
in un simile scenario? Tre o quattro milioni? E tutti gli altri? Allora, per
vincere, rimanendo a produrre in Italia e in Europa, occorrono tecnologia,
qualità, servizi eccellenti, organizzazione e passione per il lavoro: bisogna
fornire prestazioni di livello assoluto sotto tutti i punti di vista. Alcuni
anni fa abbiamo assunto questa mission. E il tempo e i risultati ci stanno
dando ragione.
Parleremo
di ciascuna azienda del Gruppo nei prossimi numeri del giornale, ma può dirci a
grandi linee qual è il loro specifico?
Finmasi
Group è un gruppo multiindustriale composto da varie aziende: nel settore
siderurgico, abbiamo la Metalsider a Ravenna e la Sidermed a Mordano di Imola
(Bologna); nel settore dell’elettronica abbiamo la M.D. Micro Detectors Italia,
Spagna (una commerciale con sede a Barcellona) e Cina (a Tianjin, a due ore dal
porto di Pechino, dedicata solo al mercato cinese), attive nel mercato dei
sensori industriali. I circuiti stampati sono prodotti dalla Cistelaier in
Italia e dalla Techci Rhône-Alpes in Francia. A queste aziende si aggiunge la
divisione servizi del Gruppo, con l’Hotel Executive di Fiorano Modenese e con l’annesso
Exé Restaurant che, dopo una completa ristrutturazione, è stato inaugurato il
29 ottobre 2015, assumendo il nome di Exé 1985. Fa parte del Gruppo anche la
San Vitale, azienda che lavora nel settore dei trasporti.
Tutte le
società sono interamente di proprietà di Finmasi Group, holding posseduta dalla
famiglia Masi. L’amministratore delegato di Metalsider, Filippo Vaghetti, e
quello della Sidermed, Nicola Vaghetti, sono figli di Giovanni Vaghetti, che
per oltre vent’anni è stato amministratore delegato di Metalsider,
sovrintendendo a tutte le attività siderurgiche del Gruppo, fino al novembre
del 2004, data della sua prematura scomparsa. Marcello Masi dirige Cistelaier e
Techci Rhône-Alpes, avvalendosi per la gestione operativa di un gruppo di
validissimi collaboratori. Io sono amministratore delegato di M.D. Micro
Detectors, dove si producono i sensori destinati principalmente all’automazione
industriale.
Marcello
Masi è presidente anche dell’Hotel Executive e si avvale della collaborazione
della direttrice, Lorena Merli, che fa parte di questa società fin dal 1985, e
di Stefano Gualdi, direttore del Ristorante Exé 1985.
Allora,
in che modo avviene l’intersezione fra le differenti aziende del Gruppo?
Il nostro
Gruppo ha un comitato direttivo – composto dal presidente Masi, dal figlio
Paolo e dagli amministratori delegati delle varie società –, che definisce gli
orientamenti strategici e si riunisce quantomeno mensilmente per condividere
esperienze, risultati, idee e progetti, in un’ottica di squadra. Rispetto,
educazione, professionalità, spirito imprenditoriale, cultura del lavoro e
tensione al risultato sono i valori che, partendo dal nostro presidente- fondatore
e dal tavolo della direzione, si trasferiscono alle persone che lavorano per
Finmasi Group e ne guidano la quotidianità. Inoltre, la logica di gruppo è
utile anche quando, per esempio, visitiamo i clienti, in Italia e all’estero,
per cui ciascuno può cogliere le occasioni di incontro per promuovere tutte le
aziende del Gruppo, anziché limitarsi a quella di cui ha la responsabilità
diretta. Siamo un gruppo in crescita nel fatturato, nelle performance e negli
investimenti: basti pensare che nel periodo 2010- 2011, in cui molti, nel
post-crisi finanziaria, avevano paura di spendere, noi invece abbiamo ritenuto
che fosse il momento di investire massicciamente. Magari sembrerà banale dirlo,
ma il nostro Gruppo ha come finalità la produzione di profitto, garanzia di futuro,
linfa indispensabile per l’effettuazione degli investimenti che sono alla base
di obiettivi di crescita e sviluppo a lungo termine.
Il vostro
Gruppo è la prova che, se le cose si fanno con decisione, con un progetto e un
programma, nonostante le difficoltà, la nave va in porto…
È proprio
così. Ma aggiungo che il Gruppo di cui mi onoro di far parte, ai progetti e ai
programmi, coniuga sempre l’autentica capacità di realizzarli, affrontando e
cercando di superare le varie difficoltà, anche quelle che sembrano proibitive.
Nel fare ciò, ci sostengono l’impegno, lo spirito di sacrificio e l’entusiasmo
che caratterizzano il nostro Gruppo, dal primo all’ultimo collaboratore, con il
nostro presidente in testa.