COME CIASCUNO PUÒ GIUNGERE ALLA QUALITÀ E AL VALORE
Dal 1978
a oggi, S.E.F.A. Acciai, società del Gruppo S.E.F.A., ha selezionato partners e
acciaierie fra le più qualificate a livello mondiale, nei settori degli acciai
comuni, degli stampi e utensili, e delle leghe metalliche, prodotte secondo le
principali normative europee, qualificando il Gruppo al punto da essere considerato
un modello di riferimento anche in altri paesi. L’avanzamento tecnologico dei
vostri servizi, la continuità e la qualità delle collaborazioni avviate in
questi anni vi consentono di lanciare nuove sfide. Quanto ha inciso nel vostro itinerario
l’ambizione?
Senza
l’ambizione non si costruisce nulla. L’ambizione è giungere alla qualità e al
valore nei vari aspetti dell’impresa, quindi nei dispositivi amministrativi e
finanziari, nella collaborazione con i dipendenti e nell’efficienza della
produzione. La nostra qualità è constatabile nelle attestazioni di stima dei
clienti. Questa è l’unica posta in gioco che oggi resta all’imprenditore
autentico, perché quella di ottenere ampi margini di guadagno appartiene al passato.
Ambizione è
anche continuare a offrire i servizi migliori per resistere agli attacchi continui
della burocrazia verso chi produce ricchezza. Secondo questa logica abbiamo
valorizzato S.E.F.A. Machining Center con l’investimento in un’ulteriore macchina
per la fresatura superficiale dei pezzi in acciaio, che il 29 marzo scorso è
stata montata per la prima volta in Europa nella nostra sede. Per l’occasione,
la ditta produttrice, fra le più importanti al mondo, ha inviato una
delegazione di tecnici giapponesi della filiale tedesca e di quella italiana
perché vedessero come venivano eseguite le operazioni di montaggio. Inoltre, abbiamo
avviato Steel Shop, il nuovo progetto per la vendita on-line del nostro stock
di pezzi pronti di acciaio e leghe (www.sefa.it). Abbiamo effettuato anche un
rifornimento di acciaio di tre qualità diverse impiegate nel settore delle
lavorazioni a freddo, sfruttando le capacità del nostro magazzino automatico,
unico in Italia. Questo magazzino stocca le varie misure di acciai e, grazie a un
dispositivo automatico, le porta direttamente nella stazione di taglio della
macchina segatrice, che a sua volta le inserisce in appositi contenitori, suddivisi
secondo le richieste di ciascun cliente, riducendo i tempi di consegna e
garantendo precisione e rintracciabilità in tutte le fasi della produzione.
Qual è la
vostra ambizione?
Costruire
una bella azienda, bella nel senso italiano del termine, cioè che sia bella da
vedere e piacevole da vivere, in cui ciascuno lavori con ritmo e senza affanno,
perché ha acquisito tutti gli aspetti del mestiere. Qualche mese fa ci ha
contattato un importante gruppo industriale che aveva acquistato da poco
un’azienda del territorio e non sapeva dove reperire un certo tipo di acciaio.
Noi abbiamo indicato quale acciaio occorreva impiegare e come doveva essere
lavorato, pronti a intervenire quando si profila un progetto innovativo e serve
la consulenza dei migliori nel campo. Sono attestazioni di stima che dobbiamo
trasmettere ai collaboratori e ai nuovi clienti. In questo caso, poi, è
essenziale ribadire che la nostra impresa si qualifica non solo per la qualità
dei nostri collaboratori e dei nostri prodotti, ma anche per le iniziative che
sostiene, fra le quali c’è anche questa rivista che dà testimonianza
dell’itinerario delle migliori imprese che operano nel territorio, valorizzando
la qualità dei loro progetti. L’ambizione più bella, infatti, è invitare gli
amici non per ostentare le proprie ricchezze o per giocare a bridge, ma per
illustrare la qualità dell’azienda che abbiamo costruito in questi anni, per mostrare
la macchina innovativa appena comprata e i nostri prodotti. In queste occasioni
non andiamo neanche in ufficio e, quando entrano in officina e constatano la
trasformazione in atto, gli occhi si illuminano. Accade così anche quando i
miei amici m’invitano a vedere il loro ultimo acquisto: spesso li elogio con entusiasmo
per congratularmi della loro riuscita. Il responsabile di una delle agenzie di
acciai speciali fra le più importanti al mondo, con cui collaboro dal 1977, mi
ha detto: sai che avevi proprio ragione con quel progetto dello Steel Shop? E
pensare che lo riteneva bizzarro quando gliene parlavo.
Qualche
giorno fa ho ripreso un vecchio progetto per la costruzione dei nuovi locali
della S.E.F.A.: voglio costruire uffici più belli e luminosi entro il 2017 e ho
già trovato i container per la durata dei lavori. Ho in progetto di mettere
all’esterno una grande insegna luminosa, in modo che si veda, come le luci di
Chicago, dagli aerei, mentre planano nel cielo sopra la S.E.F.A.
In questi
anni avete dato prova di riuscita, anche lungo la costante testimonianza dalle
pagine del giornale…
Le industrie
che sono ancora operative e che hanno superato la crisi lo devono alla
laboriosità di migliaia di artigiani. Ci sono centocinquanta aziende
dall’uscita del casello di Imola fino alla rotonda del centro della città,
aziende piccole e grandi nel settore della meccanica, che sono una più
interessante dell’altra e fra le quali sono tante quelle che adoperano il
titanio, da quando ho fondato la T.I.G.. Ancora una volta, questa trasformazione
è stata possibile grazie all’ambizione di offrire qualcosa di diverso dagli
altri.
Il vento sta
cambiando, non per merito della politica, ma grazie a chi lavora senza sosta
per fornire servizi veloci e resta nel mercato facendo la sua parte, come noi e
come queste migliaia di artigiani che si contendono il primato. Però, bisogna
tenerne conto e non frenarne la crescita, perché il problema più grande oggi è trovare
il modo di mantenere l’azienda competitiva nonostante il carico burocratico –
che sottrae il 54 per cento di tasse – e la concorrenza di altri paesi:
dall’Austria viene importato un pezzo di ferro con tassazioni che corrispondono
esattamente alla metà delle nostre e con svariati vantaggi nei servizi e nei
costi dell’energia di molto inferiori a quelli italiani. Senza considerare i
piccoli e grandi impedimenti burocratici anche in ambito locale, che
sottraggono risorse economiche da investire, invece, in nuove macchine e
nell’assunzione di nuovi collaboratori.
Quanto è
importante l’ambizione anche in chi lavora in azienda?
Fino a
qualche anno fa alcuni dipendenti venivano in ufficio a chiedere l’aumento
oppure l’anticipo di una parte dello stipendio, perché dovevano comprare la
casa o l’auto: loro raggiungevano nuovi traguardi nel lavoro e con loro
cresceva anche l’ambizione della famiglia di vivere meglio.
In questo
periodo si sta diffondendo un disorientamento dovuto al catastrofismo e al
pettegolezzo trasmessi da molti programmi televisivi.
Dopo avere
ascoltato i telegiornali, molti sembrano dimenticare i loro progetti e, quando
si trovano davanti a una prova come la malattia, perdono lucidità. La malattia
ricorda a ciascuno che la vita è anche difficile, indica che non c’è modo di
adattarsi alla vita e che, se non s’investe nel proprio lavoro, non si
acquisiscono gli anticorpi per trovare la direzione. Pochi fra i miei
collaboratori si lasciano abbattere dall’andamento del contesto economico e mi
sento responsabile anche verso di loro, per questo è ancora più necessario
porsi con spirito costruttivo: talora basta una stretta di mano, e qualche
volta mi presento in azienda con vassoi pieni di pasticcini. È un modo per
ringraziarli e per ricordare che siamo insieme nella battaglia, anche nelle emergenze.
Attualmente, abbiamo recuperato i deficit del periodo di crisi 2008-2010,
aumentando il fatturato del Gruppo del 12 per cento nel 2015. Siamo andati
molto oltre i profitti degli anni pre-crisi.
Anche il
modo di lavorare occorre sia inteso in maniera nuova. Quindici anni fa potevamo
permetterci di perdere un ordine, di rispondere in modo non corretto alla
richiesta del cliente. Oggi non è più possibile, perché talora c’è solo quella
richiesta. Forse ne arrivano altre cinquanta, ma in quel momento c’è solo
quella, e quella telefonata è il tuo patrimonio. Se è gestita bene è una
ricchezza per tutti, in caso contrario potrebbe essere un affare perso per
sempre.
Nell’era
della tecnologia, la parola è diventata sempre più essenziale…
Mai come ora
la parola ha un’importanza assoluta, comporta ascoltare le richieste del futuro
cliente, perché dall’altra parte del telefono c’è chi si trova nella necessità
di consegnare in tempi brevi prodotti sempre più rispondenti alle esigenze della
produzione.
Inoltre, c’è l’esigenza impellente di mantenere il
ritmo del lavoro per impegnare i collaboratori, anche perché non trovino
occasione di scoraggiarsi, pensando che non ci siano novità. Ma le novità
intervengono cammin facendo, perché il lavoro s’inventa ciascun giorno. Occorre
l’apporto di nuove idee ed è importante che ciascuno trovi nuovi modi di
produrre e di innovare, anche sbagliando. Il lavoro, quindi, è un modo di
vivere e di trasmettere la propria cultura ai figli.