LA SPECIFICITA' DELLA CHIRURGIA DELLA MANO
Com’è
incominciata la sua avventura nella chirurgia della mano?
Nell’affrontare
le patologie della mano sono indispensabili soprattutto nozioni di ortopedia e
chirurgia plastica, ma occorrono anche competenze specifiche di chirurgia
vascolare, neurochirurgia e fisiatria. Proprio la necessità di avvalersi di
nozioni multidisciplinari distingue questa chirurgia dalla disciplina di
competenza, cioè l’ortopedia.
Sono
responsabile del Reparto di Chirurgia della mano a Peschiera del Garda (VR).
Siamo centro di riferimento per la Regione Veneto per quanto concerne la
chirurgia della mano e centro di accoglienza delle emergenze microchirurgiche. Accogliamo
pazienti provenienti dal Veneto, dalla Lombardia, dal Trentino e anche dall’Emilia
Romagna. Lavoro a Peschiera da quindici anni, ma ho cominciato a occuparmi di
chirurgia della mano a partire da quando frequentavo la scuola di
specializzazione in ortopedia nel 1987, poi sono stato assunto nel Reparto di
Chirurgia della mano di Verona, dove sono rimasto fino al 1998, per poi
trasferirmi a Peschiera del Garda con l’incarico attuale.
Da quando
lei e la sua équipe vi occupate della chirurgia della mano nell’ospedale “Madonna
della Salute” di Porto Viro?
In base a un
accordo siglato nel 1999 svolgiamo nell’Ospedale di Porto Viro interventi
chirurgici due volte alla settimana, il martedì e il giovedì mattina, mentre di
pomeriggio lavoriamo in ambulatorio, per controlli e medicazioni.
Quali
sono gli interventi svolti dalla sua équipe?
A Peschiera
interveniamo in tutte le situazioni, dal reimpianto di arto alla sindrome del
tunnel carpale, dai traumi con fratture alle lesioni da taglio o da
strappamento con interessamento vascolare, nervoso e tendineo. Inoltre,
affrontiamo interventi di vera e propria chirurgia plastica, avvalendoci in
questo caso anche di colleghi con specializzazione in chirurgia pediatrica e
anche di specialisti dell’apparato nervoso periferico dell’arto superiore e, se
necessario, anche per consulenze dell’arto inferiore. Frequenti sono gli
interventi eseguiti con tecnica microchirurgica, cioè con l’ausilio del
microscopio operatorio.
Facciamo
reimpianti di vario genere, anche di arto superiore completo. Ricordo un caso
di circa sei mesi fa, in cui un ragazzo trentino si era strappato un braccio
con un cardano. Arrivato in elicottero con il braccio completamente avulso,
questo paziente è stato sottoposto a un intervento chirurgico per salvare,
prima di tutto, la sua vita e poi il suo arto.
Per quanto
riguarda invece i cosiddetti trasferimenti di arto o di pezzi di arto, ricordo
un intervento su una bambina russa colpita dalle radiazioni di Chernobyl, alla
quale abbiamo trasferito un pezzo di piede malformato su una mano costituita solamente
da un indice, poiché il resto non si era sviluppato. Con questo intervento di
trasferimento abbiamo costituito nella mano della bambina una funzionalità a
pinza che le ha permesso la prensione.
A Porto Viro
facciamo circa mille-milleduecento interventi all’anno, di tutti i tipi, anche
di microchirurgia. Nei giorni in cui lavoriamo qui, ci occupiamo anche delle
urgenze che afferiscono a questo ospedale. Per il resto gli interventi vengono
presi in carico e programmati per i giorni in cui siamo presenti a Porto Viro.
Come
viene gestito il post operatorio nella chirurgia della mano?
La
riabilitazione riguardo agli interventi di chirurgia della mano è di vitale
importanza. Ad esempio, per gli interventi che richiedono nei giorni successivi
una certa immobilizzazione statica, occorre affiancare una cosiddetta
“immobilizzazione dinamica”: la parte della mano trattata deve rimanere ferma,
ma tutto il resto deve potersi muovere, altrimenti subentrano molti problemi,
tra i quali le aderenze che si vengono a formare nelle strutture tendinee, articolari
e muscolari. Spesso occorre iniziare già dal giorno successivo all’intervento e
per questo aspetto abbiamo instaurato un’eccellente collaborazione con il
personale della riabilitazione di Porto Viro.
Qual è
l’intervento più comune nella chirurgia della mano?
L’intervento
più frequente riguarda le rizoartrosi, che s’instaurano alla base del pollice per
la sua grande mobilità. È particolarmente invalidante, perché l’intervento si
svolge in circa mezz’ora, ma la riabilitazione è piuttosto lunga: il paziente
deve portare una doccia di gesso per circa quaranta giorni, dopodiché viene
asportata una piccola parte di sostanza di sintesi per via transossea, quindi
inizia la riabilitazione vera e propria. Dopo circa due mesi di semi-fermo da
parte del paziente, il recupero è veramente ottimale.
Riguardo
all’aspetto professionale del nostro lavoro, affermo con decisione che deve
essere effettuato esclusivamente da specialisti della chirurgia della mano,
perché ha esigenze precipue e una filosofia di condotta altamente differente da
altre specialità, comprese le stesse ortopedia e chirurgia plastica, a cui
spesso afferiscono le patologie della mano.