LA PASTA CHE SA DI PASTA
La vostra
nobile famiglia di Canossa è notoriamente legata alla terra. In che modo lei ha
deciso di restituire questo antico legame, attraverso uno dei prodotti principe
del food made in Italy, come la pasta?
Essendo nato
e cresciuto nella Motor Valley, fin da bambino sognavo di divenire imprenditore
nel settore delle automobili. Per questo, dopo la laurea in Economia, avevo
iniziato a lavorare in una delle case automobilistiche più importanti di
Modena. I risultati che ottenevo promettevano una brillante carriera, ma, circa
tre anni fa, mio padre, Alvise, mi chiese di aiutarlo a gestire l’azienda
agricola di San Martino di Ferrara, la Tenuta Cuniola, con oltre 500 ettari di
terreno, di cui 100 coltivati a grano duro. Io accettai subito la proposta di
“sporcarmi le mani”, dopo avere vissuto per tanto tempo in un ufficio elegante,
ma pur sempre al chiuso e spesso davanti a un computer. E mi sembrò di
rinascere quando incominciai a lavorare all’aria aperta e ad assaporare i
profumi della terra.
Per gioco,
un giorno decidemmo di provare a produrre una pasta che sapesse di pasta.
Sembra una banalità, perché spesso si pensa che sia un prodotto piuttosto
semplice da ottenere, invece, appena ci siamo messi all’opera, ci siamo resi
conto immediatamente di quanti elementi possano fare la differenza nel gusto
della pasta.
Così, dopo
alcune prove con il grano coltivato nella nostra azienda, abbiamo trovato nel
semolato la qualità e la materia prima che ci dava maggiori soddisfazioni. Il
semolato è una lavorazione semi-integrale del grano duro, il quale non viene
pulito completamente all’interno del mulino, con il risultato di un maggior
numero di fibre rispetto alla pasta tradizionale. Il primo anno abbiamo prodotto
pochi quintali da regalare agli amici e ad alcuni ristoranti. Quando però
abbiamo visto che piaceva molto e ci arrivavano tante richieste di acquisto,
nel 2013 abbiamo deciso di strutturarci commercialmente, prendendo accordi con
un piccolo laboratorio di Ferrara per la pastificazione. Man mano che la
domanda aumentava, abbiamo sentito l’esigenza di accorciare ulteriormente la
filiera e abbiamo avviato all’interno della nostra azienda anche un pastificio.
È stato un
passo importante, che ha richiesto notevoli investimenti, ma altrettanto importante
è stata la scelta dell’azienda fornitrice dei macchinari, la Storci di Parma,
il principale e più rinomato produttore di impianti per pastifici artigianali
di alta qualità, con cui abbiamo stipulato un accordo affinché nel nostro
pastificio, oltre alla normale produzione di pasta secca, venisse portata
avanti da parte loro un’attività di ricerca su nuovi macchinari e nuove materie
prime, allo scopo di continuare a migliorare la qualità finale del prodotto.
Una bella
combinazione fra tradizione e innovazione...
È un
connubio che ci è piaciuto subito e che ci ha consentito di arrivare a questo tipo
di pasta, di semolato, che non esisteva sul mercato e che sta avendo risultati
molto apprezzati sia dagli chef sia dalle famiglie. Tra i tanti commenti positivi
che abbiamo ricevuto finora, cito solo quello dello chef del ristorante San
Vigilio sul Garda, perché ci fa capire che siamo riusciti nel nostro intento di
partenza: “Finalmente una pasta che sa di pasta e che non è un semplice mezzo
per portare il sugo in bocca”.
Questa è
anche la prova che il gusto non è frutto del caso, ma di una ricerca della
qualità che può essere raggiunta se si mantiene costante l’attenzione ai differenti
momenti della produzione, come può fare chi, come noi, lavora veramente a km
zero. Per noi i km zero sono i confini della nostra Tenuta Cuniola, all’interno
della quale seminiamo, coltiviamo e seguiamo direttamente e con cura tutte le
fasi di produzione della pasta. Solo la parte della molitura viene lasciata a
un mulino della nostra zona attentamente selezionato. Ecco perché abbiamo
ritenuto importante ottenere la certificazione ISO22005 e lo standard HACCP:
soprattutto all’estero, avrebbero potuto dire che è una bella storia italiana, invece
noi preferiamo far sapere che è una meravigliosa realtà, certificata.
E ciascuna
famiglia può seguire la storia dei chicchi di grano che compongono il sacchetto
di pasta che sta per gustare, dove sono indicate le date di ogni passo: la
semina, la crescita, l’inizio della spigatura, la trebbiatura, la macinatura e
la pastificazione.
In soli
due anni, siete riusciti a conquistare anche quote di mercato estero. In quali
paesi?
All’estero è
stato più semplice che in Italia, perché la pasta italiana è vista come un’unica
entità, mentre nel nostro paese occorre educare il consumatore a questo nuovo
prodotto, ma soprattutto ad ammettere che la buona pasta non sia solo di semola
del Sud, ma anche di semolato e possa essere prodotta al Nord. Quindi,
attualmente, le maggiori soddisfazioni sono arrivate da Australia, Singapore,
Hong Kong, Giappone, Spagna, Francia, Svezia e Svizzera, mentre stiamo per concludere
accordi in Germania e in Inghilterra.
Allora,
famiglie e chef di tutto il mondo (anche grazie allo shop on line del sito
pastadicanossa.it), possono trovare la memoria del gusto del grano emiliano, che
nel vostro caso è anche memoria della terra e dell’ospitalità di nobili corti
rinascimentali...