LA PIETRA SPLENDENTE PER CASE E PALAZZI
I centri
storici che qualificano le città italiane sono da sempre apprezzati nel mondo
per la ricchezza negli stili e nella materia prima utilizzati da abili
artigiani nella costruzione di castelli e palazzi nobiliari. Sin dal
rinascimento, il marmo costituisce la materia prima principale per raccontare
il miracolo italiano dell’invenzione della bellezza. L’antica arte della lavorazione
del marmo vi ha consentito di lanciare anche un nuovo progetto imprenditoriale…
Nel 2013,
quando le difficoltà economiche congiunturali hanno favorito il fallimento
delle aziende in cui avevamo imparato l’arte della lavorazione del marmo,
abbiamo fondato la Persiceto Marmi per integrare l’esperienza artigianale
maturata in ambito tecnico, produttivo e commerciale con la cultura del
migliore design italiano. Porterò impressa nella memoria per la vita la bella
definizione con cui un nostro cliente mi ha accolto quando abbiamo aperto l’azienda:
“Lei è un portatore sano di partita IVA”. Abbiamo incominciato questa scommessa
imprenditoriale in cinque e oggi contiamo quindici collaboratori, oltre a me e
a mia moglie. Il fatturato registra una crescita esponenziale dell’80 per cento
rispetto all’anno precedente. Anche se la nostra azienda è nata negli anni
difficili dell’economia mondiale, il mercato continua a premiare chi lavora con
cura nel settore del lusso made in Italy.
Da sempre la
pietra – il termine “marmo” deriva dal greco marmaros ossia “pietra
splendente” per la sua capacità di essere levigata – è usata come elemento di
costruzione in diversi ambiti. Solo negli ultimi cento anni è stata sostituita
da prodotti industriali, più economici del marmo, come il classico mattone e la
ceramica. Tuttavia, i colori e la tenuta della pietra marmorea rendono unici i
contesti in cui è utilizzata. Anche la semplice soglia da sostituire è un pezzo
unico perché è scelta per le sue specifiche venature e è costruita su misura per
il committente. In altre parole, le nostre mani di artigiani realizzano una
piccola porzione del sogno del nostro cliente. Noi non produciamo e vendiamo un
bene fungibile, un oggetto che si può sostituire in modo indifferente, ma un
manufatto da vivere quotidianamente e che dura per la vita. Nella nostra
produzione, ogni progetto incomincia e giunge a compimento attraverso il
controllo costante di ciascuna fase lavorativa. Sono le nostre mani che,
coadiuvate dalle moderne tecnologie e dalla profonda conoscenza delle pietre
naturali, tagliano, levigano, rifiniscono e compongono minuziosamente i singoli
pezzi di ciascun manufatto.
Dopo
l’uso del marmo per garantire una funzione igienica nei bagni pubblici degli
antichi romani e l’utilizzo dei blocchi di marmo per le sculture dei grandi artisti
rinascimentali, come Michelangelo e Leonardo, la richiesta di marmo come elemento
di distinzione è tipica della metà del Novecento…
Sin dall’antichità
la pietra è stata l’unico elemento utilizzabile per costruire edifici, mentre
fra gli anni sessanta e settanta, nel momento del boom edilizio, il marmo era
diventato uno status symbol che dava valore aggiunto alla casa: la sala di
pregio era costituita da elementi rigorosamente in marmo. Quando il costo della
manodopera che lavorava questa pietra è arrivato a livelli spropositati, il
settore ha registrato un calo di richieste. Oggi, l’utilizzo del marmo è frutto
di una scelta estetica e indica un preciso stile di vita ambizioso. Stiamo
realizzando, per esempio, il rivestimento di una porta interamente costruita combinando
ad arte diversi tasselli di marmo. La bravura dell’artigiano che ha progettato
quella porta consente che sia leggera e fruibile per accedere nella sala più
importante dell’abitazione in cui sarà istallata. Nella nostra azienda è la
forma a fare la differenza, dal momento che diamo per acquisito l’utilizzo di
materia prima di qualità. Il cliente straniero arriva nel nostro laboratorio
appositamente per comprare un prodotto che ha il valore aggiunto di essere
lavorato in Italia. Noi italiani siamo riconosciuti come i numeri uno al mondo
in diversi settori e così è anche nel caso della lavorazione del marmo.
La
vocazione artigianale italiana nasce dalla tradizione dell’antica bottega
rinascimentale…
Ho
incontrato diversi clienti, soprattutto dei paesi dell’Est, che sono stati
devastati dai regimi comunisti. Questo spiega, per esempio, perché un paese
come la Russia non ha la piccola produzione artigianale, anche se possiede
grandi fabbriche per soddisfare bisogni di massa, a scapito però della qualità.
I regimi sono organizzati per governare le masse e non è accettata l’attenzione
al particolare perché è propria del singolo. Non a caso sono stati osteggiati i
movimenti culturali e artistici degli inizi del Novecento, per esempio quelli
di Kandinskij e di Malevic. È un patrimonio che è andato disperso e che solo oggi
possiamo apprezzare in tutta la sua libertà di forme e colori. Anche in Cina l’unicum
doveva essere proibito, non era permesso al singolo di ambire a qualcosa di
unico; l’artista e l’artigiano erano perseguitati perché strutturalmente
ambiscono a produrre oggetti unici. Per ragioni diverse anche in Italia questa
logica è talora avversata, ma alcuni imprenditori più fortunati sono riusciti a
mantenere vivo questo spirito. Nel mio lavoro scommetto ancora sull’unicità
perché sono convinto che non c’è crisi per la qualità.
Anche se
non mancano le polemiche...
Una delle
questioni aperte verte intorno al caso delle Alpi, che hanno suscitato diverse
discussioni sui costi ridicoli di concessione che si pagano allo Stato, anche
se non dipendono più da imprenditori italiani: il 50 per cento della capacità
estrattiva delle Alpi Apuane, per esempio, è di proprietà della famiglia Bin
Laden, nota fra i costruttori mondiali più importanti. Nei paesi arabi c’è
ancora il mito delle costruzioni in marmo di Carrara, riconosciuto fra i più
pregiati nel mondo. La Mecca, per esempio, è interamente rivestita in marmo di
Carrara, come tante moschee dell’Arabia Saudita.