A SCUOLA NELL'AZIENDA
La vostra azienda, attiva da quarant’anni
nella produzione di stampi, è sempre stata attenta alla formazione professionale
meccanica dei giovani e più volte ha accolto scolaresche in visita per
testimoniare le opportunità della pratica tecnica e le sue implicazioni nella
quotidianità…
Attualmente,
siamo impegnati in un progetto per la formazione professionale nel settore
degli stampi. Questa iniziativa ha preso spunto da quella che ha avviato a
livello nazionale Meusburger, un’azienda austriaca attiva nella produzione di
stampi, fra le più importanti del settore in Europa. Al suo interno gestisce
una scuola in cui ragazzi fra i quattordici e i diciotto anni seguono lezioni
teoriche per metà giornata e per la restante parte lavorano negli stabilimenti
produttivi. Concluso il percorso di studi, possono iscriversi all’università
oppure incominciare subito a lavorare all’interno dell’azienda o in altre
fabbriche, grazie alla promozione di Meusburger. Secondo un’indagine di mercato
condotta dall’azienda austriaca, nei prossimi dieci anni l’Italia potrebbe
registrare una crescita nella produzione industriale degli stampi. Il mercato
italiano sarebbe dunque appetibile per potenziare le esportazioni di
Meusburger, che ha però constatato anche l’arretratezza dei programmi
scolastici improntati a parametri di quarant’anni fa in diversi istituti
tecnici italiani, peraltro dotati di laboratori con attrezzature obsolete.
L’azienda ha sottoscritto, quindi, un accordo a livello nazionale per insegnare
a gruppi di docenti e studenti di alcuni istituti tecnici privati le tecniche
di costruzione che saranno utilizzate tra 5 o al massimo 10 anni. Attualmente,
per esempio, dobbiamo adoperare 50 chili di acciaio di alta qualità, quindi
molto costoso, per realizzare il pezzo di uno stampo da 5 chili. Lo smaltimento
dei 45 chili rimanenti richiede l’utilizzo di oli inquinanti e energia elettrica
in quantità elevate. Per il futuro di questo settore è necessario avvalersi di
tecnologie che riducano gli sprechi e l’inquinamento: per costruire lo stesso
pezzo da 5 chili, ne vengono impiegati solamente 5 di polvere d’acciaio, con la
fusione mediante laser. In questo caso, non si producono rifiuti, non si
utilizzano oli di lavorazione e viene consumato circa un centesimo dell’energia
elettrica necessaria per lavorazioni svolte con le tecniche precedenti. Queste
tecnologie verranno utilizzate dagli studenti quando incominceranno a lavorare.
Noi siamo
fra le aziende che partecipano a un nuovo progetto di formazione tecnica con
l’Istituto Salesiani di Bologna. Per i tempi ridotti a nostra disposizione,
però, non potremo formare stampisti, ma per noi è già sufficiente interessare
gli studenti alla nostra attività. Se riusciremo a suscitare questa curiosità,
credo che sarà compiuta una buona parte del lavoro, perché avremo stimolato i giovani
a intendere il lavoro non come qualcosa di pesante per l’individuo, ma come
fonte di soddisfazione e miglioramento personale. Per questo abbiamo cercato di
coinvolgere gli istituti tecnici privati, come l’Istituto Salesiano di Bologna,
poiché da quelli statali non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
In questo numero apriamo un dibattito sulla
battaglia di civiltà che gli imprenditori più lungimiranti stanno conducendo
sul territorio…
Questa
battaglia non ha nemici. Noi vogliamo far sentire ai giovani studenti
l’orgoglio che si prova nel vedere il prodotto di un lavoro costruito con le
proprie mani e far capire loro di cosa c’è bisogno nella città. Attorno agli
anni ottanta, insieme a un gruppo di stampisti con cui ci riunivamo
abitualmente per discutere dei problemi del settore, abbiamo intuito che in
futuro avremmo avuto difficoltà nell’assumere personale preparato. Già allora
abbiamo pensato di coinvolgere le scuole, in particolare l’Istituto Aldini
Valeriani, in cui si svolse un primo incontro. La nostra proposta di accogliere
studenti che svolgessero un’esperienza di lavoro nelle nostre aziende è stata
esposta ai docenti della scuola e ad alcuni esponenti del sindacato. Tuttavia,
da questi ultimi è stata interpretata subito in modo ideologico, come un
tentativo per strumentalizzare i giovani. La proposta non ha avuto seguito,
anche perché, particolarmente in quel periodo, non si potevano avviare
iniziative senza il beneplacito del sindacato.
Cosa prevede il vostro progetto di
formazione?
Prevediamo
di insegnare le procedure che occorrono per produrre gli stampi, cominciando
dalla fase del montaggio della macchina – poiché lo stampo, anche per
denominazione formale, è una quasi-macchina. Così, se non stampisti, possiamo
formare addetti alle macchine, progettisti e montatori meccanici. Questo tipo
di formazione dovrebbe durare 6 mesi nelle aule scolastiche per concludersi con
la pratica in azienda qualche mese dopo, in modo che gli studenti possano
constatare nella pratica quello che hanno imparato durante le lezioni teoriche
a scuola.